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 2014  settembre 24 Mercoledì calendario

LA PASSIONE DI LUCREZIA, LA BISIGNANI CHE TIFA MATTEO

Ci sono i cinghiali nella scuola di mia figlia Lucrezia”, si lamentò Luigi Bisignani con l’allora ministro Stefania Prestigiacomo. “Rivolgiti alla Forestale”, fu la disarmante risposta. Ora che la figlia Lucrezia non studia più alla Marymount di Roma ma vive a Los Angeles, è cresciuta e ha fatto outing da fervente renziana, l’uomo che sussurra ai potenti non può più intervenire. E certo avrebbe preferito non vederla salire sullo scranno dello yacht club di San Francisco lunedì al fianco di Renzi e sentirle scandire l’endorsment al premier. In uno slancio di entusiasmo la 22enne Lucrezia si è autoproclamata portavoce dei giovani della “generazione Leopolda”. Almeno non a pochi giorni dallo scontro avuto con Renzi su Claudio Descalzi, l’amministatore delegato dell’Eni indagato per corruzione internazionale insieme a Bisignani lo scorso 11 settembre dalla procura di Milano per le presunte tangenti in Nigeria. “Felice di averlo scelto - la difesa renziana di Descalzi - lo rifarei domattina”. E Bisignani, che conosce piuttosto bene sia la vicenda sia l’ad, non ha gradito la benedizione del premier. Ancora meno vedere la figlia elogiare Renzi lunedì. Non che sia la prima volta. Anzi. La giovane Lucrezia nel 2013 partecipò alla Leopolda e ne scrisse un post sul suo sito dai toni talebani, rapita dal messia fiorentino. “La rivoluzione della semplicità”, il titolo. Non basta? Piccolo estratto: “Nel momento in cui ho messo piede alla Leopolda (...) ho immediatamente capito il motivo per cui, per la prima volta in vita mia, mi sentivo così vicino ad un politico e alle sue idee: lo capivo”. Ancora: “Matteo Renzi è una persona che parla con gli italiani e gli parla in maniera semplice”.
La fase dell’innamoramento a distanza è durata un anno. Il 21 giugno scorso la giovane Bisignani va a Bari e posta una foto di Renzi: “A due passi da Matteo”. Lunedì, finalmente, l’incontro. Nel frattempo ha anche garantito per il padre. Lo ha fatto seguendo il protocollo istituzionale renziano: via twitter. Quando lo scorso maggio lui definì il premier un misto tra Peter Pan ed Harry Potter, la figliola intervenne: “Meno Peter Pan più Harry Potter. Per me è entrambi: spirito e preparazione. Papà ti farò cambiare idea!”. Lui ha ovviamente lasciato correre, almeno pubblicamente. Però è ironicamente intervenuto Paolo Madron, direttore di Lettera43 e coatuore con Bisignani del libro autobiografico “L’uomo che sussura ai potenti”. Anche lui ha seguito il protocollo e ha cinguettato alla ragazza: “Lucrezia la donna che sussurra a Renzi”. Una di quelle frasi a interpretazione soggettiva, per lei è stato sicuramente un complimento.
Ballerina, attrice, studente modello, ha conseguito un diploma di laurea al St Clare’s di Oxford, ha frequentato la scuola drammatica alla Royal accademy di Londra e altri blasonati istituti inglesi.
A 20 anni si è buttata nella fotografia, poi ha aperto associazioni no profit, start up tecnologiche e si è incamminata su ogni via incrociata per strada. Papà Bisi osserva, silente. Ora ha un blog in cui posta anche interviste video. E ha scoperto la passione politica. A leggere ciò che scrive sembra a un bivio, a cui pare sia arrivata seguendo la stella polare Renzi. Che lunedì ha potuto ringraziare di persona. “Sono arrivata qui quando avevo 20 anni, tre anni fa per fare un stage”, ha esordito prendendo la parola allo Yacht club. “E la mia vita è cambiata perché sono entrata nel mondo delle start-up, ma soprattutto perché ho conosciuto tutte queste persone che sono il meglio dell’Italia”, riferendosi ai 150 italiani presenti all’incontro in rappresentanza delle aziende da loro create nella Silicon Valley. “Sono persone che stanno cambiando il mondo senza aspettare il permesso di nessuno. Dobbiamo creare una nuova generazione che non è quella Erasmus ma è quella Leopolda, di cui io sono la prima”. Il verbo renziano: cambiare il mondo senza aspettare il permesso di nessuno. Certo, di nessuno. Però il consenso di papà può servire.
Davide Vecchi, il Fatto Quotidiano 24/9/2014