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 2014  settembre 24 Mercoledì calendario

PERISCOPIO

Renzi nella sede di Twitter. Forse lì hanno l’antidoto. Spinoza. Il Fatto.

Da 19e40 a Otto e mezzo. Fanno giusto 50 minuti di #chepalle. Maurizio Crippa. Il Foglio.

Non vorrei aver commesso un’imprudenza a nascere donna. Altan, Donne nude. Longanesi.

(mfimage) C’è qualcuno che sa dire cos’è la fiaccolata stassera? Charity? Emergency? Energy? Extremity? Variety? Alberto Arbasino. Corsera.

I miei uomini sono orgogliosi di essere sconosciuti. Sì, sono sconosciuti alle procure. Beppe Grillo. Discorso a Torino.

Durante gli interrogatori, Greganti non parlò. Di Pietro detesta essere interrotto. Edelman. Il Fatto.

Tiziano Renzi, il papà del premier, sta cercando di realizzare il sogno un po’ folle di collegare i tre outlet di zona, via Arno, coi traghetti. E quando Matteo andrà a trovarlo, gli dirà, come ogni santa volta: «A me quella Boschi lì mi è simpatica come un dito in un occhio». Vabbé, non dice occhio. Mattia Feltri. la Stampa.

La Cgil e la minoranza Pd non si aspettavano questa sorpresa. Uno scout di trent’anni. Uno con una squadra post ideologica. Il nemico delle fregnacce d’antan. Il giovane uomo di governo fattosi da sé senza troppa malizia, solo con quel tanto di expertise politica che gli appartiene, necessaria a rottamare le vecchie cariatidi che furono protagoniste delle antiche battaglie di retroguardia. Stavolta trovano duro. Ha il 41% alle europee. Berlusconi lo appoggia. Era anche lui un osso duro, ma era il capo di una coalizione un po’ merdosa, esposto al tradimento, alla cultura democristiana del suo consigliere politico, il grandissimo Gianni Letta. Renzi invece, un Letta piccolissimo, l’ha licenziato, senza nemmeno aver ancora riformato l’articolo 18. Giuliano Ferrara. Il Foglio.

Quando Alex Salmond, leader dello Scottish National Party ha visto Matteo Salvini indossare una maglietta che univa la croce di San Giorgio con la bandiera scozzese, ha fatto gli scongiuri. Non sono serviti. Salmond sapeva che Salvini è un perdente di successo o, se volete, un vincente di insuccessi. Sapeva che Salvini è un po’ un parolaio. Adesso sostiene che l’euro è una moneta criminale, che continuare a dire che non si può uscire dall’euro è suicida, ma solo fino a poco tempo fa (2012) le sue idee erano altre: «La Lombardia e il Nord, l’euro se lo possono permettere. Io, a Milano, lo voglio, perché qui siamo in Europa». Aldo Grasso. Corsera.

L’ordine pubblico sta assieme con lo sputo, perchè chiunque può rubare, grassare e ricattare senza rischio, e la legge Gozzini fa in modo che si possa anche uccidere senza pagare un debito «esoso» alla giustizia. Saverio Verdone, Ultimo manicomio - Elogio della repubblica italiana. Rizzoli. 1992.

L’Europa «consiglia» l’Italia di aumentare l’Iva. Per il nostro paese, già in recessione, sarebbe il collasso economico. Ma poiché sembra escluso che a Bruxelles chi ha formulato il consiglio fosse in stato di ubriachezza, è piuttosto probabile che questo venga da qualcuno che pensa di fare i propri interessi a nostre spese. Questo qualcuno è la Germania. Non essendo riuscita, nel passato, a realizzare il proprio dominio politico sul Vecchio Continente, cerca di realizzarlo ora, economicamente, attraverso l’Unione europea. Piero Ostellino. Corsera.

Mi dispiace di aver strapazzata Dario Bignardi in una puntata delle sue Invasioni barbariche. E non solo perché la considero quasi una di famiglia, essendo la zia di Annalena Benini, moglie di mio figlio Mattia, ragazza arguta, carina, che scrive benissimo e che stimo molto. Prese a rompermi i coglioni su tutto: su Emma Marcegaglia, sul caso Boffo, sulla «macchina del fango», su Berlusconi, persino sulla foto di Ciccio, il gatto che mi ha tenuto compagnia per 16 anni, conservata come ricordo sul display del telefonino. «Cioè la foto del gatto mortooo?», ha squittito lei scandalizzata. Pensava che avessi come salvaschermo un’immagine della carcassa di Ciccio. Serve una bella fantasia. Comunque non è che per questo odi Daria Bignardi. Faccio fatica a voler bene, figuriamoci a voler male: troppo dispendio di energie. Sono tornato da lei nel marzo 2013 per un’intervista in coppia con Pippo Civati, candidato alla segreteria del Pd, e quella volta lì mi sono trovato benissimo. Mi ha regalato il suo ultimo romanzo, L’acustica perfetta. L’ho persino letto. Vittorio Feltri e Stefano Lorenzetto, Buoni e cattivi. Marsilio.

Quarant’anni fa, 1974, non c’era (ancora) il divorzio. Quarant’anni fa c’erano i sequestri di persona. Quarant’anni fa cominciavano gli anni di piombo. Quarant’anni fa lo stato era padrone monopolista di tutto, dalla siderurgia alle telecomunicazioni, ai trasporti, all’energia. Pensiamoci, quando critichiamo questo paese, che cos’era quarant’anni fa. Pensiamo alla strada che ha fatto. In salita e con tante curve, ma quanta strada. Piero Romagnoli. Sette.

Sussurri di turisti venuti da tutto il mondo, nella camera dove è venuto al mondo Giuseppe Verdi, paccottiglia di memorie e souvenir, poi sono usciti e si sono messi a girare per la piazza, guardando nell’unica bottega, forme di parmigiano come mensole perle bottiglie di lambrusco e prosciutti appesi. Oppure in chiesa, a fotografare l’organo sul quale si esercitò Verdi e gli affreschi cinquecenteschi alle pareti. Altri ancora sono entrati nel cimiterino a fianco della chiesa e si sono stretti attorno alla tomba di Giovanni Guareschi. Beppe Gualazzini, Guareschi. Editoriale Nuova. 1981

Il mare lo annusi nell’aria, il Po lo scopri in fondo alla pianura, dietro i pioppi. In Padania, ogni strada finisce quasi all’improvviso contro un argine. E, in ogni angolo di pianura, ci sono due case, la chiesa e la trattoria: cura dello spirito e cura della stomaco. Umberto Cavezzali, Gente del Po. Camunia. 1992.

È una bella faraona. E pensare che l’avevo presa per un padovana. Totò. il Messaggero.

Caro Gesù Bambino, mi piacerebbe sapere come si chiamavano il tuo bue e il tuo asino. Valentina, I bambini parlano di Gesù. Sonzogno. 2006.

ADDIO - Vuol dire che ci si lascia, che si va, che non si ritornerà mai più. Quando qualcuno è morto, gli si dice: addio. Claude-Alain Duhamel et Carole Balaz, Le gros dico des tout petits. Il dizionario fatto dai bambini. J.C. Lattes.

Renzi è il solo politico che risolva i problemi senza affrontarli. Roberto Gervaso. il Messaggero.

Paolo Siepi, ItaliaOggi 24/9/2014