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 2014  settembre 24 Mercoledì calendario

UNA DONNA DI CAGLIARI COME PRESTANOME PER PORTARE VIA I SOLDI


LE INDAGINI
ROMA Sette operazioni in tutto. Transazioni sospette che hanno consentito di risalire ad Arkadi Rotenberg e hanno fatto scattare i provvedimenti di sequestro. Perché, prima dell’estate, ma dopo la decisione del Consiglio dell’Unione europea di applicare sanzioni agli oligarchi russi vicini a Putin a garanzia della sovranità e dell’indipendenza dell’Ucraina, Arkadi Rotenberg e i suoi uomini in Italia hanno tentato di sottrarre una fetta importante del patrimonio al ”congelamento”. Operazioni avvenute anche grazie a un presunto prestanome italiano, una donna residente a Cagliari, che adesso rischia di finire sotto accusa per riciclaggio. Intanto viene reso noto anche il lungo elenco di beni sequestrato dai militari del nucleo di polizia valutaria della Guardia di finanza, guidato dal generale Giusppe Bottillo, ad Oleksiy Azarov. Un altro uomo collegato a Putin: è figlio dell’ex primo ministro ucraino Mikola ed è un ex componente del parlamento ucraino.
I MOVIMENTI
Potrebbe finire indagata per riciclaggio la donna di Cagliari che si sarebbe prestata per trasferire all’estero i beni di Arkadi Rotenberg, magnate russo, fedelissimo di Vladimir Putin finito nella black list dell’Unione europea stilata a tutela dell’indipendenza dell’Ucraina. Subito dopo l’annuncio delle sanzioni, Vitaly Khomyakov, amministratore della ”Aurora 31 srl”, la società proprietaria del Berg Luxury hotel, che si trova tra via Veneto e villa Borghese e due giorni fa è stato sequestrato dalla Finanza, ha tentato di trasferire all’estero tre milioni di euro, con quattro operazioni bancarie. Le transazioni sono state immediatamente segnalate come sospette e i militari del nucleo di polizia valutaria sono arrivati al nome di Rotenberg. ”Listato”, come si dice in gergo, dal consiglio dell’Unione europea. E’ emerso così che la srl, amministrata da Khomyakov, un russo di 44 anni che risiede a Roma, è in realtà controllata al 50 per cento dalla Olpon investments limited, sede a Cipro e domicilio fiscale a Cagliari, di proprietà di Arkadi Rotenberg, e per il restante 50 per cento dalla Logotax developments limited, del fratello Boris, già colpito dalle sanzioni negli Usa. Khomyakov fa altre tre operazioni sospette attraverso giro conti e porta altro denaro all’estero. Poi si serve di un prestanome. Attraverso una donna di Cagliari, che presta i suoi conti bancari, avvengono nuovi trasferimenti di soldi all’estero. E la stessa donna ha un ruolo in un’altra società riferibile a Rotenberg. E’ a lei che Konstantin Goloshch, amministratore della srl che controlla i beni sequestrati due giorni fa a Rotenberg a Tarquinia, cede alcune azioni. Quale sia stato il suo ruolo deve ancora essere chiarito e le indagini sul suo conto per stabilire se sia prestata per sottrarre altri beni riferibili al magnate russo. Le fiamme gialle stanno ancora seguendo i passaggi di denaro per verificare le transazioni avvenute nei mesi passati.
I BENI DI AZAROV
I militari due giorni fa hanno sequestrato la società Agosto srl, sede a Milano in piazza Castello, che si occupa di vendita permuta e gestione e amministrazione di beni mobili e immobili, azioni titoli, quote e partecipazioni in genere, società: congelata la mega villa nel golfo di Marinella e dieci terreni a Olbia. Perché la srl è riconducibile, attraverso la ”Garda Handels und Beteilingus Gmbh”, con sede in Austria a Oleksiy Azarov, classe ’71, figlio dell’ex primo ministro ucraino Mycolay fedelissimo di Putin, e a sua volta ex componente del parlamento ucraino. Sotto sequestro sono finiti anche i rapporti bancari, titoli e obbligazioni.