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 2014  settembre 20 Sabato calendario

I “BRAVEHEART” ITALIANI: «NASCERÀ QUI DA NOI L’EUROPA DEI POPOLI»


ROMA. Depressi? Delusi? «Ma no, ché era nelle previsioni, dai» dice Gianluca Busato, leader degli indipendentisti veneti, colui che lo scorso marzo ha indetto il referendum online che ha sancito la secessione del Veneto dall’Italia. Virtuale, s’intende. Una valanga di clic, per ora, con un valore poco più che simbolico: «Simbolico? Dopo i risultati in Scozia mi han chiamato Bloomberg e il Financial Times. Hanno chiamato solo me, Arturo Mas, Rajoy e Barroso. Faccia lei, se è stata solo una battaglia simbolica». Detta in dialetto veneto: gli “schèi” hanno pesato sulle urne in Scozia, la paura di perdere il benessere made in Uk.
Per un giorno sono stati tutti scozzesi. Gli indipendentisti di casa nostra. Veneti, siculi, sardi, qualche lumbard che in questi tempi di grame soddisfazioni leghiste ha rispolverato la secessione, come Matteo Salvini, giovane capo padano, che lo spoglio se l’è seguito su a Edimburgo. L’indipendence day scozzese è stato un sogno per tutti. Accarezzato e svanito per una manciata di voti. Ma il risveglio non e così brusco. Perché è l’inizio: Braveheart ha mostrato le natiche (citazione) agli inglesi, William Wallace è risorto e adesso si fa un giro per l’Europa. Prossimo appuntamento il 9 novembre ih Catalogna. «La costruzione dell’Europa dei popoli è una strada ormai tracciata» esulta Giacomo Sanna, presidente del Partito sardo d’Azione. La Scozia è l’incrinatura che farà crollare il muro, giura Sanna: «Referendum anche in Sardegna. È il banco di prova che dovrà unire tutte le forze politiche che lottano per la libertà del popolo sardo». E ce ne sono. Ne trovi un po’ in ogni partito: qualche giorno fa si sono visti tutti a un convegno sulla Scozia. C’erano Gavino Sale, leader di Indipendentzia Repubrica de Sardigna, eletto alla Regione con il Pd, e Roberto Cotti, senatore sardo del M5S, indipendentista convinto. «La secessione sarà la soluzione dei problemi economici della Sardegna» dice il grillino. Il dubbio è lecito, visto che la Sardegna non ha certo il Pil della Lombardia e del Veneto: «Perché subiamo i vincoli da Roma. Dalla noi vogliono solo pecore pecore e pecore. Non e’è una mucca. Il latte di vacca lo prendiamo dal continente». Il dado è tratto, dunque, e i “cuori impavidi” d’Europa tornano a battere uniti. Umberto Bossi che avrebbe voluto festeggiare, ieri, il suo 73mo compleanno al suono delle cornamuse, si dice certo che prima o poi l’indipendenza del nord ci sarà, con i veneti in testa. Busato è ovviamente d’accordo, e dice di più: in Veneto si realizzerà quello che non è riuscito alla Scozia «Per ragioni economiche. Perché gli scozzesi avevano qualcosa da perdere, noi Veneti tutto da guadagnare». Secondo il serenissimo, seguiranno i sudtirolesi, e poi forse i lombardi: «Sempre che si convertano davvero all’indipendentismo». Sì perché il governatore Bobo Maroni starebbe per indire un referendum per dare più autonomia alla Lombardia. Un pannicello caldo, per il vero indipendentista l’obiettivo è uno soltanto: «L’autonomia? Puah». lombardo@ilsecoloxix.it