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 2014  settembre 20 Sabato calendario

L’ASIA DEGLI SPIRITI


Buddhismo, induismo e animismo credono nella presenza di invisibili esseri divini dentro ogni specchio d’acqua. Quasi tutte le religioni orientali li chiamano Naga e li riproducono in forma di serpenti e draghi (come nel tempio cambogiano di Angkor Wat).
Fa il giro del mondo la notizia che una decina di sommozzatori birmani, armati solo di fede, avrebbe scoperto nelle acque torbide del fiume Yangon un’antica campana di bronzo da 297 tonnellate che si dice affondata più di 4 secoli fa. Non tutti concordano sulla sue esistenza, ma i palombari contano di riportarla in superficie proprio con l’aiuto dei mitici Naga, evocati da gruppi di monaci buddhisti con precisi rituali celebrati a bordo delle loro barche. Secondo la credenza popolare, corroborata da qualche testo, un mercenario portoghese – tal Philip de Brito – nel 1600 rubò la campana (per fonderla e farne palle di cannone) dalla celebre pagoda di Shwedagon a Rangoon, alla quale l’aveva donata un secolo prima il re Dammazedi. Da allora è stata vista solo in sogno da mistici locali, che hanno trasmesso l’entusiasmo ai sommozzatori ora immersi da mattina a sera nel fiume.
Naga al centro dell’attenzione anche in Thailandia, ma qui sono nel mirino degli scienziati: fisici e biologi hanno appena svelato il supposto segreto mistico del fenomeno delle “palle di fuoco”, che nelle notti di fine ottobre si levano magicamente sul Mekong, vicino a Nong Khai. Contrariamente alle voci popolari, a formarle non è l’“alito dei Naga” ma una sostanza identificata come fosfina, gas metano accumulato nella palude putrescente del fiume. Mitologia e storia si scontrano invece nella contesa sulle acque del Mar cinese del Sud, ricche di giacimenti di gas naturale e leggende. Nove pescatori cinesi trovati a riempire le stive di rare tartarughe marine nelle isole Spratley sono stati arrestati dai militari filippini e stanno per essere processati a Manila. Pechino minaccia rappresaglie perché considera suo territorio queste isole disabitate dall’uomo, comprese tartarughe e pesci che ci vivono. Qui, dicono, veleggiarono le navi delle dinastie imperiali che avevano nello stemma uno dei Quattro Re Dragoni, quello delegato ai Mari meridionali. Mentre le Spratley e anche le vicine Paracel sono rivendicate rispettivamente dalle Filippine e dal Vietnam per una sorta di devozione a spiriti e Naga.