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 2014  settembre 23 Martedì calendario

IL TESORO RIFÀ I CONTI PER IL 2014 OBIETTIVI (QUASI) IN SICUREZZA


ROMA — Una buona notizia per il piano di rientro del debito pubblico, e appena qualche preoccupazione in meno per la tenuta dei conti di quest’anno. In attesa del ritorno del ministro Pier Carlo Padoan dal G20 in Australia, i tecnici dell’Economia soppesano la rivalutazione del prodotto interno lordo effettuata dall’Istat. La riduzione del rapporto tra il debito e il pil di quasi cinque punti percentuali agevola in prospettiva il percorso della sua graduale riduzione verso il 60%, anche se la revisione contabile avrebbe effetti molto marginali, ma non del tutto trascurabili, sul disavanzo.
Per il 2014 dovrebbe essere appena un po’ più facile mantenere l’indebitamento netto sotto il tetto del 3% del pil. I nuovi criteri contabili escludono dalla spesa gli interessi sui prodotti derivati, mentre sono un po’ più rigidi nel considerare i crediti di imposta, che in alcuni casi dovranno esser registrati come spesa indipendentemente dal loro effettivo utilizzo.
Una cosa riduce, l’altra spinge il deficit: negli anni passati hanno avuto effetti alterni sul bilancio, ma l’aumento del pil, a prescindere, giova al rapporto con il deficit. E fa crollare quello con il debito. L’aumento del prodotto interno lordo di una sessantina di miliardi di euro l’anno fa diminuire il rapporto con il debito di quasi cinque punti percentuali. Da 132,6%, nel 2013, si scende a 127,9%: sarà un po’ più facile arrivare al 60% con la riduzione di un ventesimo l’anno della differenza pretesa dalla Ue, e che dobbiamo attuare già a partire dal prossimo anno.
I tecnici dell’esecutivo, in ogni caso, sono ancor più convinti di poter chiudere il 2014 con un disavanzo al 2,9% del pil, quindi a distanza di sicurezza dal tetto limite di Maastricht. Aiutati, in questo, anche dal mancato pagamento di un paio di miliardi di debiti arretrati della pubblica amministrazione, quelli in conto capitale, che avrebbero impatto sul deficit.
La legge di Stabilità del 2015, per ora, resta tarata su una manovra lorda da 20 miliardi di euro, ma potrebbe arrivare anche a 25. La correzione netta del disavanzo, però, sarebbe limitata ai 4-5 miliardi di euro, 0,2-0,3 punti di prodotto interno lordo. Gran parte delle risorse che bisognerà comunque trovare con tagli di spesa, sarà assorbita dalla stabilizzazione del bonus di 80 euro (10 miliardi) e degli sgravi Irap, con un’altra sforbiciata del 10%, oppure lavorando sulla sua deducibilità.
Le reali dimensioni della manovra del prossimo anno saranno chiare, però, solo dopo il primo ottobre, quando l’Economia diffonderà la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza di aprile, che ovviamente terrà conto della revisione della contabilità pubblica sia per il 2014 che per gli anni successivi e delle nuove previsioni macroeconomiche, con la crescita dell’economia che per quest’anno sarà rivista al meno 0,1-0,2%. Un paio di settimane dopo, invece, è prevista l’approvazione in Consiglio dei ministri della legge di Stabilità, che subito dopo sarà trasmessa a Bruxelles per le valutazioni della Ue.