Fabrizio Dragosei, Corriere della Sera 23/9/2014, 23 settembre 2014
ARTI MARZIALI, DACIE E TANTI APPALTI CHI È L’UOMO D’AFFARI NEL MIRINO
MOSCA — In un momento di ispirazione, o forse di sincerità, Arkadij Rotenberg ha detto di Putin: «È una persona mandata al nostro Paese da Dio». Non sappiamo se tutti saranno d’accordo sul bene che Vladimir Vladimirovich ha fatto alla Russia da quando è presidente. Certamente per Arkadij e per il fratello Boris i 14 anni di Putin sono stati anni di splendore, di crescita e di ricchezza. Naturalmente non grazie al loro vecchio amico, col quale iniziarono a praticare judo quando San Pietroburgo si chiamava ancora Leningrado. «Non puoi certo andare da lui e chiedergli qualche cosa», ha confessato Rotenberg al Financial Times . «Intanto questo non è il mio stile; e poi lui non mi farebbe nemmeno superare la porta». In vena di sincerità, l’imprenditore ammette comunque che l’amicizia «non fa male». Se la gente non continuasse a definirlo amico di Putin, «allora il business certamente andrebbe peggio».
E in tutti questi anni il biznes , come lo chiamano i russi, ai Rotenberg è andato proprio bene. Soprattutto grazie a contratti munifici con aziende ed enti controllati dallo Stato. Ma anche in questo caso si tratta di pura combinazione. A San Pietroburgo i due fratelli, Putin e Gennadij Timchenko, anche lui oggi ricco imprenditore e banchiere finito nella lista delle persone sottoposte a sanzioni, si frequentavano parecchio. Nel 1998 fondarono un club di judo, Yavara-Neva, di cui Putin divenne presidente onorario. Il presidente russo era già in fase di decollo dal Comune della città baltica al governo nazionale e poi, due anni dopo, alla presidenza.
Arkadij e Boris si aggiudicavano tutte le commesse per fornire tubi a Gazprom, il colosso del gas. Grazie ad alcune acquisizioni mirate, i due riuscirono poco dopo a ottenere la quadratura del cerchio: Boris, il fratello più giovane, forniva i tubi e Arkadij costruiva i gasdotti. Alle società di costruzione, come Stroygazmontazh, si univano le banche, Smp e InvestKapitalBank. In tutti gli affari più importanti i Rotenberg sono stati presenti. Da North Stream, il gasdotto che raggiunge la Germania bypassando Bielorussia e Polonia, a South Stream, il gemello che a sud dovrà saltare la riottosa Ucraina. Poi le olimpiadi di Sochi; la nuova autostrada Mosca-San Pietroburgo. Il gruppo che si occupa delle costruzioni ha visto aumentare i suoi introiti di 50 volte dal 2008, secondo la rivista Forbes . La banca Spm è solo la 35ª del Paese, ma cresce del 52% l’anno e si prevede che farà molta strada.
Vladimir Putin non ha molti amici e quasi tutti vengono da lontano, soprattutto dal Kgb e da San Pietroburgo. C’è il gruppo del judo; quello degli amici di dacia fuori città; coloro che lavoravano al Comune assieme a lui e gli ex colleghi dei servizi segreti che spesso avevano la dacia nella cooperativa di Putin e amavano le arti marziali. Tutti, tranne forse qualche rara eccezione, sono diventati ministri, grandi manager e/o hanno fatto quattrini a palate. Evidentemente erano particolarmente dotati dall’inizio.
Ai Rotenberg oggi viene attribuita una fortuna di 5,5 miliardi di dollari. Entrambi hanno legami con la Dynamo di Mosca (calcio e hockey), da sempre assai vicina ai servizi segreti. Secondo il leader dell’opposizione Aleksej Navalny, si sono fatti costruire due castelli gemelli alle porte di Mosca in un parco recintato. Le magioni occupano più di settemila metri quadri ciascuna, dieci volte quella del fondatore di Facebook Marc Zuckerberg in California.