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 2014  settembre 23 Martedì calendario

CREDITI DELLE IMPRESE MATTEO HA PAGATO MOLTO MENO DI LETTA


Alla fine dei suoi primi 60 giorni di governo nel 2013 Enrico Letta aveva saldato più di 5 miliardi di euro di debiti della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese. Nei suoi primi 60 giorni di governo l’anno successivo Matteo Renzi ha detto in tre interviste televisive che avrebbe trovato una soluzione choc per quei debiti come aveva fatto la Spagna, immettendo in circolo almeno 50 miliardi di euro. Nella prima intervista televisiva ha promesso che la soluzione sarebbe arrivata «entro due settimane». Poi sempre in tv ha spostato la data a inizio estate. Infine ospite di Bruno Vespa ha scommesso che entro il 21 settembre 2014 giorno di San Matteo avrebbe saldato tutto l’arretrato. Alla fine dei suoi primi 60 giorni però Renzi ha pagato effettivamente alle imprese creditrici appena 1,1 miliardo di euro. È stato cinque volte meno veloce di quel Letta che secondo lui era un lumacone. Il conto finale di questo capitolo fa sembrare Letta un pilota di F1 al cui confronto il governo di Renzi ha il passo di marcia di un triciclo. In sette mesi l’allora presidente del Consiglio ha stanziato per pagare le imprese 47,7 miliardi di euro. In sette mesi Renzi ha stanziato 9 miliardi: 5 volte meno del predecessore. In 7 mesi Letta ha pagato alle imprese 22,8 miliardi di euro. In 7 mesi Renzi ha pagato alle imprese effettivamente 3,8 miliardi di euro: 7 volte meno efficace del suo precedessore.
Questo raffronto schiacciante su uno dei temi principali per sbloccare la decrescita infelice dell’Italia è purtroppo la cartina al tornasole di quel che sta avvenendo rispetto al passato a palazzo Chigi e dintorni. Se si guarda alla raffica di proclami, il governo Renzi è davvero imbattibile. Se si confronta cosa ha effettivamente combinato, l’esecutivo guidato dal rottamatore è uno dei più inconcludenti e lenti della storia della seconda Repubblica. Assai più di lui e in tempi molto più rapidi hanno fatto sia Letta che Mario Monti che l’ultimo governo Berlusconi. E non è questione di opinioni: è la legge dei numeri che condanna l’esecutivo guidato dall’ex sindaco di Firenze.
Renzi si è insediato a palazzo Chigi il 22 febbraio scorso. Il suo governo per numerose sedute del Consiglio dei ministri non ha approvato nulla. Ha esaminato diapositive, guardato principi generali, discusso. Nei primi 90 giorni ha presentato il Jobs act, ancora in altissimo mare; la riforma del Senato che dopo 7 mesi è ancora al 25% del percorso; durante la campagna delle Europee, ha approvato il decreto legge sugli 80 euro in busta paga che poi sarebbe divenuto legge. Nei primi 90 giorni dunque un solo provvedimento che nei primi sette mesi è diventato legge. Poi il governo ha presentato il decreto Art Bonus, che in realtà portava a compimento tutte cose già fatte dal governo precedente, un dpcm sulla privatizzazione di Poste e Enav che sono pubbliche come sempre, il ddl di riforma del Terzo settore dove siamo al caro amico, un ddl di riforma della PA dove siamo più indietro ancora e il decreto Sblocca Italia che è restato bloccato per una decina di giorni prima di finire in GU.
Nei primi 90 giorni lumaca-Letta ha tolto per decreto il doppio stipendio a ministri e sottosegretari parlamentari, ha abolito l’Imu sulla prima casa per il 2013, finanziato la Cig in deroga e salvato migliaia di esodati, abolito il finanziamento pubblico dei partiti (male, ma lo ha fatto), ha commissariato l’Ilva consentendo l’attività produttiva, varato e fatto approvare dal Parlamento il decreto del Fare, che sbloccava cantieri e dava nuovi finanziamenti 3 volte superiori a quelli dello Sblocca Italia, stabilito l’impignorabilità della prima casa, fatto approvare il decreto semplificazione con cui sono fra le altre cose cadute le comunicazioni obbligatorie al Pra, sterilizzato per decreto un aumento Iva del governo precedente, varato un ddl con cui sono state abolite le province (divenuto legge dopo 9 mesi, e il merito se loè preso Renzi), fatto diventare legge una norma che parificava i diritti dei figli nati dentro e fuori dal matrimonio e varato la riforma del codice della strada. Lumaca Letta ha fatto in 7 mesi il triplo di quello che ha realizzato Renzi.
Raffronto schiacciante con i due governi precedenti: quello Monti e soprattutto quello Berlusconi, che nei primi 45 giorni aveva addirittura realizzato l’intero programma del centrodestra: da Alitalia all’abolizione Ici sulla prima casa; dalla prima legge sullo stalking alla soluzione dell’emergenza rifiuti in Campania; dalle nuove leggi sull’immigrazione clandestina alla riforma Brunetta della PA.