Giuseppe D’Amato, Il Messaggero 23/9/2014, 23 settembre 2014
DA MAESTRO DI JUDO A FINANZIERE L’ASCESA DEL “CAPITALISTA DI CLAN”
IL PERSONAGGIO
MOSCA È più conosciuto per essere stato il judoka, sparring partner, di Vladimir Putin che per essere il 27esimo imprenditore più ricco di Russia. Il 62enne Arkady Rotenberg, insieme al fratello Boris, è uno dei grandi oligarchi nati dal nulla all’ombra del Cremlino. I suoi interessi variano dalle pipeline in campo energetico alle costruzioni sia stradali che edili in generale. È proprio una delle sue società (la Tps Avia) ad essersi aggiudicata l’appalto per l’ammodernamento del mastodontico aeroporto moscovita di Sheremetyevo.
AMICI DA SEMPRE
L’amicizia tra Vladimir Putin e Arkady Rotenberg, allenatore professionista di arti marziali ed autore di una trentina di lavori scientifici sulla pedagogia, è di lunghissima data, nata negli ambienti sportivi in riva al Baltico. Nel 1998 il futuro capo del Cremlino diventò presidente onorario del club Javara-Neva, fondato proprio da lui e da Gennadij Timchenko, un altro dei magnati di San Pietroburgo. «Vladimir Vladimirovich non mi protegge» dichiarò Rotenberg in una delle rarissime interviste concesse alla stampa nel 201. «Se la gente non mi facesse tutta questa pubblicità, allora i miei affari andrebbero peggio. Ed invece stanno crescendo bene». Il Tesoro statunitense se n’è accorto, tanto che il suo nome è stato inserito in cima alla lista delle persone da sanzionare. «Lui ed il fratello Boris – si è giustificata Washington - hanno ammassato un’enorme fortuna negli anni del potere di Putin». Tali affermazioni sono state rigettate da un portavoce dei Rotenberg che ha giudicato le sanzioni come «illegittime, poiché minano la vera essenza della libera impresa e degli affari». È stato calcolato dagli esperti che soltanto negli ultimi due anni la ricchezza dei fratelli Rotenberg è aumentata di 2,5 miliardi di dollari. Le società di Arkady si sono assicurate appalti per ben 7 miliardi di dollari alle recenti Olimpiadi invernali di Sochi, denunciate dalle opposizioni russe come il «sacco» del secolo. Ma secondo la rivista specializzata “Forbes” negli ultimi 5 anni il volume totale di contratti raggiunge l’astronomica somma di 28 miliardi.
«INSIDER BUSINESS»
Gli americani lo hanno definito «capitalismo di clan», basato sui rapporti personali e non sull’efficienza delle società che partecipano agli appalti. «È un insider business privilegiato», l’ha etichettato lo specialista Anders Aslund. La Stroigazmontazh (Sgm) – detenuta al 51% da Arkady Rotenberg – è stata creata nell’estate 2008, unendo 5 unità vendutegli dalla Gazprom, la monopolista del gas. In 4 anni di attività ha posato ben 11.600 chilometri di condotte. La banca Smt – in cui lui ed il fratello Boris hanno il 38% – è uno degli istituti maggiormente in crescita con oltre un centinaio di filiali e 5,8 miliardi di dollari di capitale. Il figlio Igor è con lui socio nella Mostotrest (38,6% di proprietà), specializzata in infrastrutture stradali, destinata a costruire l’autostrada Mosca–San Pietroburgo che la Russia attende da decenni.
IL GASDOTTO E IL PONTE
Le società di Arkady Rotenburg sono impegnate in «progetti strategici», come è scritto nel sito della Sgm, che si interessa anche del South Stream, la condotta alla cui costruzione partecipano compagnie italiane. Tempo fa era circolata voce che per l’edificazione del ponte tra la terraferma e la Crimea – infrastruttura vitale per vincere l’isolamento in cui è ora caduta la penisola contesa tra Russia ed Ucraina - Vladimir Putin si fosse rivolto proprio all’amico di sempre. Per adesso nulla è stato confermato, ma il valore della commessa è di circa 3 miliardi di dollari da realizzare entro il 2018.