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 2014  settembre 22 Lunedì calendario

VITO PERTOSA IL PUGLIESE VOLANTE CHE HA PORTATO I SENSORI SU MARTE

Bari
Stasera è a Berlino a Inno Trans 2014, la più importante fiera del mondo del settore ferroviario insieme al ministro Maurizio Lupi e i top manager delle più famose aziende. Poi forse a fine mese volerà a Tokio. Qualcuno ormai lo chiama mister Volare: Vito Pertosa, ingegnere, cavaliere del lavoro, classe ’59, sposato, tre figli, molti libri, mondanità zero, profilo basso e grande amore per la sua Puglia, non ama parlare di sé, ma fa parlare di sé in una cinquantina di Paesi nei quali esporta i treni ipertecnologici su misura delle infrastrutture ferroviarie, gli aerei più veloci e leggeri per il leisure e l’addestramento, e adesso vola davvero più alto avendo mandato sulla sonda spaziale i sensori che devono misurare la temperatura su Marte. L’ultima nata della costellazione hi-tech tra gli ulivi si chiama Sitael. Il nuovo stabilimento è a Mola, litoranea Sud di Bari: qui, l’imprenditore che novello Icaro vorrebbe far volare il Sud con i suoi mille dipendenti (sette su dieci sono ingegneri e fisici), ha tirato fuori dalla cassa 20 milioni di euro, parte con finanziamento regionale, e ha deciso di trasformare un campo dedicato alla coltivazione dell’insalata in 30mila metri quadrati per produrre satelliti chiavi in mano. A tagliare il nastro il premier Matteo Renzi (’Il Sud è il luogo nel quale tecnicamente uno pensa siano impossibili certe cose’), ma s’è rivisto anche Romano Prodi (’mi appello ai giovani ingegneri affinché diventino loro stessi imprenditori’), tutti ad applaudire l’impresa di Pertosa che non nega simpatie renziane. Il suo pensiero in pillole, in effetti, ricorda molto quello del premier. Pillola numero uno: ’Una riforma su tutte: l’ articolo 18. Capisco - dice - che per qualcuno sia un dogma, una questione ideologica, e in parte anche lo condivido. Ma bisogna consentire alle imprese di superare questa angoscia dei 15 dipendenti. In Italia, in Puglia, il 95% delle imprese è sotto questa soglia proprio per via dell’articolo 18. Ci si può togliere questa angoscia? Senza flessibilità, le aziende hanno paura di crescere’. Ma la colpa non è degli operai. ’La colpa principale - sostiene - è delle burocrazie. Questa storia dei Tar è incredibile: tengono in ostaggio un paese, bloccano qualsiasi cosa. Basta guardare cosa sta accadendo con la Napoli-Bari, la prima grande opera infrastrutturale da anni a questa parte per il Sud’. Non è raro vederlo passeggiare a Monopoli, 50 mila abitanti a una trentina di chilometri da Bari, appena una decina invece da Polignano a Mare dove il vero, o il primo mister Volare, cioè Domenico Modugno, componeva e cantava la canzone italiana più famosa di tutti i tempi. E un po’ come una favola è la storia del miracolo che Vito Pertosa snocciola senza enfasi a tutti coloro che gli chiedono come ha fatto: ’Cominciò mio padre, che negli anni Settanta era concessionario della Lamborghini trattori. Poi dalla rivendita di macchine agricole e rimorchi siamo passati alla diagnostica delle infrastrutture ferroviarie, che all’epoca si faceva ancora a vista’. Era appena il 1988, ma sembra un secolo fa. Si chiamava Meridional Meccanica. In quell’anno arrivò la commessa per la costruzione di una gru elevatrice per la manutenzione della strada ferrata. Qui, nel fortino di Monopoli dove nessuno direbbe che vi sia la più alta concentrazione di tecnologia di tutto il Sud, la raccontano come la visione di San Paolo sulla via di Damasco. Una folgorazione. Pertosa decise di investire sui trasporti, sui treni. Ma investire soprattutto in tecnologia. Il ricordo: ’Il nostro primo lavoro importante all’estero lo abbiamo preso in Norvegia, e bisognava sottoporre i materiali ad un delta termico molto elevato. Qui a Monopoli la neve non sappiamo nemmeno che cosa sia! Ci chiedevano dove avevamo la sede e noi ’near the sea, in front of Albania!’. I norvegesi pensavano di avere a che fare con un gruppo di visionari, anche perché sbarcati a Bari per conoscere i nuovi fornitori, si accorsero che il binario ferroviario da queste parti era uno solo. E tale è rimasto. ’A parte gli scherzi spiega sempre Pertosa - i problemi riguardano le infrastrutture, poiché qui possiamo contare ancora su un solo binario: questo significa avere meno possibilità di uscire in linea per i test, una cosa assolutamente necessaria’. Ma la nave, anzi il treno va. E gli ordinativi piovono presto dalla Gran Bretagna all’Australia passando dalla Svizzera, che ha il tunnel ferroviario più lungo del mondo. E arrivano anche i premi: dal Mit di Boston all’Oscar della Fotonica a San Francisco. La ricetta Pertosa sembra semplice: ’Investire il 12% dei ricavi nello sviluppo di nuove tecnologie, instaurare un rapporto con la facoltà di fisica dell’Università di Bari e il Politecnico, partecipare a sei consorzi di ricerca’. MerMec è stata scelta dalla metropolitana di Londra e da quella di Melbourne grazie a quel treno giallo, realizzato tutto a Monopoli, dalla carpenteria alla strumentazione di bordo, in grado di monitorare lo stato dei binari, della segnaletica e delle gallerie, e capace di individuare anche microlesioni dell’ordine di decimi di millimetri a velocità superiori ai 300 chilometri orari. La visita di Renzi al nuovo stabilimento ha riacceso i rumors politici che avevano indicato in Pertosa l’outsider che il premier avrebbe voluto lanciare l’anno prossimo per le elezioni regionali del 2015 dopo i dieci anni di regno vendoliano. E qualcuno lo dava già in pista per le primarie in contrapposizione a Michele Emiliano, ex sindaco di Bari e segretario regionale del Pd, col quale l’ingegnere ha incrociato le spade sui giornali dopo averle incrociate qualche anno fa quando sembra che lo stesso Emiliano abbia espresso contrarietà per la sua presidenza della Fiera del Levante. Ma alla domanda sulla candidatura, Pertosa risponde secco: ’No’. Aggiungendo: ’Non è il tempo di parlare di queste cose. Non possiamo più permettercelo. In Italia, e sì anche in Puglia, esiste un’attenzione esasperata a quello che si dice rispetto invece a quello che si fa. Voglio dire, il gap con il paese reale è alto. Capisco che i politici siano attenti al consenso ma questa attenzione preclude la possibilità di cambiare, e poi non sono collocabile né a sinistra, né al centro né a destra, non ho una dimensione orizzontale, ma verticale: il Signore, la famiglia e il lavoro. Poi ovviamente credo nelle persone, nella loro capacità e nella loro etica’. Secondo lui Vendola ha governato bene: ’Ha dato opportunità e soprattutto affrontato le cose con onestà, anche intellettuale’. Lo stesso Vendola l’ha nominato presidente di una commissione regionale che valuta le start-up: ’Noi tutti dobbiamo dare una mano a chi comincia. Ora sto valutando le start-up, e ce ne sono alcune davvero molto belle, gente in gamba. Sono felice. Ed è nostro dovere dare loro una mano. Anche per lanciare un modello alla politica’. Accade così nel 2009, quando in una bella mattina l’ingegner Luciano Belviso e l’avvocato Angelo Petrosillo lo incontrano per strada a Monopoli. E gli raccontano di aver ricevuto un prestito di 25.000 euro messo a disposizione dalle Regione Puglia all’interno del programma ’Principi attivi’ di incentivi al rientro dei cervelli. Alla presentazione del progetto, cioè costruire piccoli aerei, tutti si sono messi a ridere. Pertosa no. E nel 2010 quando la piccola società di due neolaureati si trasforma in società per azioni, entra nel capitale e inizia a produrre aerei. Dopo un anno Blackshape diventa la quinta azienda aeronautica italiana per capitalizzazione, mentre lo stabilimento di Monopoli rappresenta il secondo investimento del distretto aeronautico pugliese, dopo l’Alenia a Grottaglie. Qui, a Monopoli, un gruppo di un centinaio di ingegneri-operai, sforna ogni mese due Blackshape Prime, un ultraleggero da diporto dotato di motore Rotax 912, una specie di Ferrari dei cieli visto che la fibra di carbonio consente una velocità insperata e inedita: in due anni sono stati venduti 61 aerei. Ormai lo chiamano da tutto il mondo. E lui vola. In Australia gli stanno facendo ponti d’oro per aprire un centro di ricerche. Ma ai pochi amici, quelli di una volta, il cavalier Vito Pertosa ha confidato: ’Di qui non ce ne andremo mai’.
Domenico Castellaneta, Affari&Finanza – la Repubblica 22/9/2014