L.F., Il Tempo 21/9/2014, 21 settembre 2014
"I veti della Lega agli alleati? Solo tattica, torneremo uniti" Onorevole Gelmini, è il tempo di chiarire il ruolo di Forza Italia rispetto al governo? «Come ogni grande partito, FI non ha atteggiamenti pregiudiziali
"I veti della Lega agli alleati? Solo tattica, torneremo uniti" Onorevole Gelmini, è il tempo di chiarire il ruolo di Forza Italia rispetto al governo? «Come ogni grande partito, FI non ha atteggiamenti pregiudiziali. Giudicheremo il governo sulla base dei provvedimenti. Se ci sembreranno utili per il Paese li sosterremo. Diversamente, faremo opposizione dura nell’interesse degli italiani». È immaginabile un ingresso stabile in maggioranza? «In maggioranza non si entra dietro invito come a un gala. Renzi ha una sua maggioranza parlamentare che deve approvare le misure del governo, penso alla riforma del lavoro. Se la maggioranza non regge alla prova d’Aula, allora Renzi farà le sue valutazioni. Con una premessa: se la riforma del lavoro esce stravolta, come il dl Poletti, Forza Italia voterà contro senza esitare». La fretta di Renzi sull’Italicum cela la volontà di tornare alle urne nel 2015? «Voglio stare alle sue parole. Si è dato mille giorni per cambiare l’Italia. La fretta sulla legge elettorale sembra più una pressione sulla minoranza del Pd con l’aria di chi minaccia di andare al voto se il Parlamento non approva la riforma del lavoro con l’abolizione dell’art. 18». Su quali basi si ricostruisce un’alleanza di centrodestra? «Sulla base delle tante esperienze positive di governo nelle diverse realtà regionali e amministrative. Se si governa bene insieme in Lombardia, non si capisce perché non si possa allargare all’Italia la stessa alleanza». I veti della Lega mettono a rischio le Giunte in cui governate insieme? «I veti sono solo una fase del confronto. Nessuno siede al tavolo dei negoziati senza un’arma di pressione nei confronti degli altri. Poi si discute e ci si confronta sui programmi. Sono convinta che sono molte di più le cose che ci uniscono di quelle che ci dividono». Le maggiori divisioni sono all’interno di Forza Italia... «Il dibattito interno in Forza Italia non è mai finito nel sonno. Si discute tutti i giorni per il piacere dei cronisti che possono così accusarci di essere divisi. Se discutiamo siamo divisi, altrimenti siamo soldatini allineati. Prima o poi l’informazione dovrà prendere atto che siamo un partito normale come gli altri, ma di una normalità eccezionale chiamata Berlusconi». La scuola di formazione politica, come quella da lei organizzata a Sirmione, è lo strumento migliore per formare la nuova classe dirigente di Forza Italia o di altri partiti? «Non esiste uno strumento migliore di altri. In questi anni di crisi della politica non ho visto in giro molte idee per formare le classi dirigenti. In attesa di trovare strumenti e modalità diverse, la scuola di formazione rimane l’occasione migliore per incontrare gli amministratori locali, conoscerne i problemi e le fatiche quotidiane e cercare insieme le risposte migliori. La scuola messa in piedi a Sirmione è più simile a un’agorà, una piazza dove non ci sono docenti che hanno risposte pronte e facili alle domande degli alunni. A Sirmione ci siamo per trovare insieme risposte nuove ai problemi di ciascuno». L.F.