Francesco Caruso, La Gazzetta dello Sport 21/9/2014, 21 settembre 2014
PIF, JUVENTINO PENTITO
Un uomo solo a centrocampo. Attorno a lui, il buio. Lo stadio sembra vuoto. Ma quando si accendono i riflettori le tribune pullulano di spettatori. Che si uniscono in un lungo «sììì». Il tizio con impermeabile grigio e capelli brizzolati si chiama Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, palermitano e juventino pentito: «Mentre giravo lo spot per la Tim a San Siro – racconta l’attore-regista diventato famoso con le Iene – , immaginavo di essere molto invidiato dai tifosi che avrebbero pagato per essere al mio posto».
Con il calcio come è messo?
«Non ho mai avvertito il sacro fuoco, men che meno oggi. L’ultima volta che ero entrato in uno stadio era stato con Quelli che il calcio alla Favorita: da bambino c’ero stato 3 o 4 volte».
Era tifoso della Juve, giusto?
«Sì, il Palermo annaspava fra B e C. Il mio idolo era Gianni De Rosa, ma il ricordo indelebile è legato a un pallone finito in tribuna che un ragazzino prese e portò a casa».
E la storia con i bianconeri com’è finita?
«Male, per colpa di Moggi ho lavato via quei colori dal mio cuore. Lo scandalo del 2006 mi ha rattristato e disamorato».
E neanche il successivo repulisti è bastato a riportarla allo stadio?
«Ma quale pulizia... È ridicolo che la Juve continui a reclamare i 2 scudetti sotterrati dallo scandalo: prima licenziano gli artefici di quegli intrallazzi e poi rivogliono indietro quei titoli impresentabili. Ed è assurdo vedere ancora Moggi che parla di calcio su tv, radio e giornali. Per non parlare di chi ancora lo rimpiange. Questo modo di essere è nel dna del calcio italiano, del nostro Paese: più salgono gli interessi economici, meno si osservano le regole».
Parlando sempre di Calciopoli: furono coinvolti anche personaggi insospettabili come Moratti.
«A proposito dell’ex presidente dell’Inter, mi colpì quando, intervistato dalle Iene su lle intercettazioni a Vieri, disse “sì, in effetti è stato un errore”. Ma come? Era roba illegale, altro che errore».
Moratti ci riporta all’Inter: stasera il Palermo ospita i nerazzurri, vedrà la partita?
«Ormai guardo solo l’Italia: divento supertifoso, stacco il telefono, non parlo con nessuno. Mi alzo in piedi quando c’è l’inno e lo canto pure. La Nazionale ormai è l’ultimo anelito di patriottismo che ci è permesso».
È contento che lo juventino Conte sia diventato il c.t. azzurro?
«Mi ha fatto piacere, sì, ma apprezzavo molto Prandelli, soprattutto umanamente».
Ha mai giocato a pallone?
«Qualche partita di beneficenza con le Iene. Stavo in porta e mi divertivo perché mi piaceva vestirmi da calciatore. Ogni volta prendevo almeno 2 o 3 gol, ma lasciavo una buona impressione, compiendo parate spettacolari».
E il portiere che la faceva sognare, chi era?
«Zoff. Però prima attraversai la fase Cabrini, finché capii di essere un portiere».
Palermo-Inter finisce?
«La mia è una speranza: 1-0 per i rosanero».
Gol di Dybala?
«Gioca col Palermo? Scusate, ma io sono rimasto a quell’attaccante pugliese…».
Miccoli?
«Esatto, anche se mi ha deluso con l’insulto a Falcone: ma non è questo che mi ha irritato di più, quanto il fatto che frequentasse quella gente».
Dopo «La mafia uccide solo d’estate» cosa farà?
«C’è in cantiere un altro film ma è presto per parlarne. Invece realizzerò una puntata di Il Testimone sugli arbitri». E come si dice, fischietti avvisati…