Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  settembre 21 Domenica calendario

SE CERCHI CASA IL TEMPO È (MOLTO) DENARO


Il valore delle case, in qualche modo, racchiude non solo il senso della ricchezza di un Paese ma, soprattutto, le sue aspettative. Perché l’acquisto di un immobile include in molti casi la scelta (necessità) di indebitarsi per un tempo molto lungo. Gli ultimi dati dicono che il tempo dei mutui si è allungato intorno ai 30 anni, un termine decisamente lunghissimo se guardiamo agli altri orizzonti temporali, dalla politica alle strategie industriali e delle aziende.
E allora, se si guarda l’onda dei prezzi, e se la sovrapponessimo agli accadimenti degli ultimi 14 anni, potremmo quasi fare un gioco: ricordare che cosa è accaduto mentre salivano, o scendevano. L’attesa della ripresa fino al 2007, la crisi russa, nel 2008 lo spartiacque del fallimento della banca americana Lehman Brothers. E, di sottofondo, la grande crisi dei mutui subprime , l’illusione che creando veicoli finanziari molto sofisticati si potesse azzerare il rischio immobiliare, il rischio che un debitore non saldasse il suo debito. Il fatto è che i prezzi degli immobili vanno sempre in due direzioni, su e giù. E la bolla immobiliare, prima o poi, scoppia. Esattamente come accade in Borsa. Con una differenza fondamentale: sul mercato azionario la vendita dei titoli può avvenire nell’arco di un nanosecondo, con un clic. Per un immobile ci possono volere mesi e la variabile tempo ha un suo valore, molto elevato.
Così il paradiso delle case è la Nuova Zelanda, che ha appena votato e che ha visto protagonisti delle sue elezioni i corsari del web, da Edward Snowden ad Assange. Ad attrarre verso gli Antipodi anche la crescita su livelli (siamo al 2,4%) che per la vecchia Europa appaiono impensabili e sono ormai un ricordo lontano per i rilevamenti statistici. Poi un pezzo di Nuova Europa, come si diceva qualche tempo fa: l’Estonia con i valori cresciuti di quasi l’8%. Gli Stati Uniti che faticosamente stanno tentando di cancellare la memoria del crac dei subprime stanno risalendo la china. Ma è la Germania, anche qui, a mostrare la sua faccia più solida: piccola crescita, ma le case continuano ad aumentare di valore. Segno che Berlino resta un approdo per il resto d’Europa e non solo.
E l’Italia? La proprietà della casa ha sempre rappresentato un’àncora contro la crisi. Con i prezzi scesi di oltre il 6%, per la prima volta dopo molto tempo questo principio vacilla.