Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  settembre 20 Sabato calendario

SE L’AMORE È UNA QUESTIONE DI SONNO

La formula dell’amore eterno? Dormire bene insieme. Più che l’attrazione fisica, la passione, gli odori e il piacere di farsi due risate, la riuscita di una coppia sembra poggiare su basi molto più banali: andare a letto alla stessa ora, non infilare un gomito nelle costole del coniuge e svegliarsi in contemporanea. In due parole non darsi fastidio oltre la propria metà del materasso. Una sincronia notturna può essere l’ottima base (anche se non l’unica) per un matrimonio felice. Purtroppo però non è così naturale. Prendi una notte qualsiasi di una coppia altrettanto qualsiasi. Il maschio al mattino si sveglierà presto e sarà pronto per una corsa, per una gara di pesca (in estate) o porterà i figli a scuola (in inverno). La sera, al contrario, lo stesso uomo perderà vitalità: alle nove l’occhio diventa pesante, il respiro stanco e il letto rimane l’unico rifugio. Osserviamo l’altra metà del cielo. La signora della medesima coppia la mattina mette la testa sotto il cuscino ma al tramonto si trasforma in un concentrato di energia: cucina, mette a letto i figli, lavora al computer sino a mezzanotte.
Molti studi hanno dimostrato, racconta un articolo del Wall Street Journal, che le persone sposate hanno in genere un riposo più sano rispetto ai singoli e soprattutto meno problemi d’insonnia. Gli esperti, infatti, ritengono che le coppie riescono ad avere una routine sonnoveglia che si regola a vicenda. Ma se invece il destino ha voluto che la coppia abbia orari distonici? Uno studio pubblicato dalla rivista Psychosomatic Medicine dell’University di Pittsburgh ha seguito una trentina di mariti e mogli per una settimana, studiando la loro qualità del sonno. Ogni coppia doveva tenere diari del sonno e indossare dispositivi da polso sensibili al movimento. In questo modo, per un totale di sei volte al giorno, potevano essere valutate le diverse reazioni. Il risultato? Gli uomini dimostravano più soddisfazione nel rapporto dopo aver passato una buona notte. Mentre le donne dormivano meglio se durante il giorno il loro ménage con il marito era stato soddisfacente. Come dire che le donne sono più sensibili agli alti e bassi nel rapporto ed eventuali scontri o problemi condizionano il dormire. Ma se l’orologio biologico di una coppia è profondamente diverso è il caso di forzarlo puntando a favorire lo stesso modello di sonno? Sincronizzarsi sotto le coperte non è così facile secondo gli esperti. Stravolgere i ritmi circadiani può essere stressante per il fisico. Allora tanto vale adattarsi alle reciproche esigenze. L’autonomia e il rispetto sono sacri. Sino ad arrivare ad una rivoluzione epocale: rassegnarsi alle incompatibilità e provare a dormire separatamente. In quel caso però bisogna parlarsi chiaramente su come non perdere la propria intimità fisica. Anche il sonno, poi, spesso è una questione di compromessi. Magari il sabato mattina il più dormiglione dei due punta la sveglia per la gioia di fare colazione con i figli oppure il nottambulo saltuariamente spegne prima la televisione per addormentarsi nelle braccia del compagno. Solo così gli sposi possono bilanciarsi a vicenda.
Irene Maria Scalise, la Repubblica 20/9/2014