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 2014  settembre 19 Venerdì calendario

«AAA signora italiana di 58 anni con cagnolina cerca una coinquilina/o per condividere casa e dividere le spese (l’affitto è di 250 euro circa)»

«AAA signora italiana di 58 anni con cagnolina cerca una coinquilina/o per condividere casa e dividere le spese (l’affitto è di 250 euro circa)». «AAA, ho due belle stanze libere da subito con uso cucina e bagno, da dividere. Solo referenziati». Sono oramai diverse migliaia le inserzioni in Italia pubblicate da proprietari di case che cercano coinquilini sui siti internet specializzati nel settore immobiliare. «Secondo il nostro Ufficio studi — spiega Carlo Giordano, amministratore delegato di Immobiliare.it che pubblica oltre un milione di annunci — nel 2010 fatte 100 le offerte di affitto rivolte a giovani o lavoratori il 93% era relativo all’intero appartamento e solo il 7% riguardava una stanza. Nel 2014, quest’ultima percentuale è salita al 30 e, in questo istante, abbiamo oltre 500 annunci in cui il proprietario cerca coinquilini». Con buona pace dello stereotipo che vedeva l’appartamento in condivisione come una scelta riservata solo a studenti universitari, magari fuori sede. Una grande sorpresa è il dato sugli over 55: secondo Kijiji.it (sito con visite che superano il milione al giorno) negli ultimi sei mesi sono cresciuti del 18% gli annunci di persone che in questa fascia d’età affittano per risparmiare sulle spese di gestione domestiche. «Ho tre figli di 30, 25 e 18 anni e quando la maggiore ha deciso di andare via di casa ho battagliato in famiglia per affittare la sua stanza». Lina Giordano insegna in una scuola primaria, ha 56 anni e vive a Sedriano, alle porte di Milano. Alla fine degli anni Settanta si è trasferita in Lombardia da Campagna, nel Salernitano, per una supplenza. «Da allora non sono andata più via — spiega la maestra — e, da giovane, ho ospitato tanti miei compaesani appena trasferiti al Nord. A loro non ho mai chiesto un centesimo». Con il passare degli anni, però, è cresciuta la famiglia e gli spazi in casa si erano ristretti. «Quando si è liberata la stanza di mia figlia ho premuto per affittarla — prosegue — perché i tempi sono cambiati. Ci sono tante spese da sostenere e con mio marito manteniamo gli altri due figli studenti. Per convincerli ho detto che avrei dato l’opportunità a mie giovani colleghe di vivere dignitosamente senza svenarsi in affitti». Le esperienze sono state positive. «In più — conclude — sono riuscita a non far pesare sul bilancio familiare le lezioni private di inglese e spagnolo dei ragazzi». Specialmente nelle grandi città, i giovani lavoratori non riescono più a prendere in affitto case intere. «Dopo la laurea sono stata assunta a Londra dove ho condiviso l’appartamento con altri lavoratori — dice Alessandra Scarpis, account manager trevigiana di 24 anni — ma poi mi hanno trasferita a Milano. Anche qui la musica non è cambiata. Per avere dei soldi a fine mese ho vissuto con altri professionisti. Questa volta, però, fra i coinquilini c’era anche il proprietario. Ci sono pro e contro . Ci sono più regole e si tende a rispettarle. Per chi lavora è un bene ma, alle volte, diventano asfissianti e allora si cambia appartamento». La condivisione della casa fa parte del bagaglio di vita anche dello scrittore Enrico Brizzi. «Dopo il successo di Jack Frusciante è uscito dal gruppo mi sono trasferito da Bologna alla Giudecca a Venezia. Gli affitti erano cari e con un amico abbiamo scelto un trilocale a piano terra senza neanche la tv. In quei mesi e in quella casa iniziai a scrivere il romanzo Bastogne. Ho quattro figlie e quando avranno l’età per farlo gli consiglierò questa esperienza». All’inizio della carriera anche lo chef stellato Davide Oldani ha affittato una stanza a pensione. «Fu quando avevo 17 anni e lavoravo a Milano da Gualtiero Marchesi — dice — ma ero troppo giovane e dopo poco tornai a vivere con i miei genitori. Poi fui assunto da Le Gavroche a Londra e andai a vivere con tre colleghi. Era doveroso perché anche così il 50% dello stipendio era destinato all’affitto. È una palestra di vita. Lo consiglio a tutti». Non sempre la crisi economica viene per nuocere. Alessio Ribaudo