Paolo Siepi, ItaliaOggi 20/9/2014, 20 settembre 2014
PERISCOPIO
È morta l’assaggiatrice dei cibi di Hitler. Aveva una digestione lentissima. Il Fatto.
Renzi - Parenti serpenti. Jena. La Stampa.
Il padre di Renzi è indagato. Ma finché non beccano lo stalliere, siamo tranquilli. Maurizio Crippa. Il Foglio.
Il leghista Ciocca twitta: manifestazione pro Scozia ad Amburgo. Poi la correzione: a Strasburgo. Quindi la rettifica: a Edimburgo. Più che una guida politica ne serve una turistica. MF.
Miglior titolo di prima pagina: «Indagato Renzi, il babbo». Il Fatto.
Stavo davanti al televisore, ma erano talmente uguali ’sti due programmi (Ballarò e diMartedì, ndr) che alle domande di Giannini rispondevano gli ospiti di Floris. Fiorello. EdicolaFiore.
Se si usa un comico in un talk show come Ballarò, questi dev’essere al servizio della trasmissione e non viceversa. E se si manda un’inviata a intervistare Thomas Piketty, l’autore del sorprendente bestseller Le capital au XXIe siècle, bisognerebbe che la suddetta avesse letto almeno il libro e non facesse domande generiche. Aldo Grasso. Corsera.
Per adesso Landini, sindacalista con la felpa (in tivù) e con la canottiera (in fabbrica) senza scorta e senza auto blu, lui, che ben imitato da Crozza, parla in modo semplice e disinvolto, è la faccia larga che rassicura i disperati speranzosi. Salvatore Merlo. Il Foglio.
Claudio Costamagna, l’ex banchiere più vicino a Prodi, ora presidente di Impregilo, dice che «le nostre potenzialità sono enormi. E non solo per le cose che si dicono sempre: arte, bellezza, cultura, made in Italy ma per i nostri talenti umani. Abbiamo ragazzi che a Londra e in Germania si sognano. Basterebbe poco per ripartire: una giustizia con regole e tempi certi, un mercato del lavoro moderno. Il premier si muova». Aldo Cazzullo. Corsera.
«Chi è oggi, cosa dice, cosa fa la sinistra italiana nel momento in cui la destra annaspa e dimostra di non essere la dispensatrice di miracoli che forse molti elettori avevano creduto che fosse? Si decide ad assumere un nome, un volto, un programma, oppure vuol continuare a fare (sia pure, bisogna riconoscerlo, sottovoce ed urbanamente) delle prove d’orchestra alla Fellini? Sono domande che non aspettano risposte perché nessuno, purtroppo, ha i titoli per darne, ma che mezza Italia si pone. È vero che forse anche l’altra mezza_ Ma non è una consolazione». Così Indro Montanelli sul Corriere della sera del 7 giugno 2001, un mese e mezzo prima di lasciarci, chiudeva quello che sarebbe stato il suo penultimo editoriale. S’intitolava «Il tricheco di sinistra». Marco Travaglio. Il Fatto.
Assumiamo direttamente le nostre responsabilità solo di fronte ad alternative come: al latte o al limone? naturale o gassata? ben cotta o al sangue? Per il resto scriveremmo «dipende» anche sulla carta di identità. Luca Goldoni, Dipende. Mondadori, 1980.
Nel caso si riuscisse a restituire efficienza, rapidità e precisione all’azione di governo, emergerebbero problemi (dal risanamento del bilancio alla politica estera, all’ordine pubblico) non risolvibili e nemmeno affrontabili dalla sinistra e dalla sua cultura. Saverio Vertone, L’ultimo manicomio. Elogio della Repubblica italiana. Rizzoli, 1992.
Spingere la carriola, con energia, determinazione, guardando sempre avanti, mai e poi mai tirarla. Riccardo Ruggeri, Una storia operaia. editore@grantorinolibri.it, 2013.
Qualche soldato russo morto in Ucraina viene seppellito di nascosto, qualcuno sotto a una lapide bianca. I primi caduti della guerra che non c’è, non sono mai nemmeno esistiti, per chi li ha mandati a morire. Ma si alza ostinata, tenace, la pretesa delle madri, che vogliono almeno un corpo su cui piangere. Quel corpo che appena dieci anni fa era ancora di bambino; quel corpo che avevano stretto fra le braccia subito dopo il parto, caldo e morbido, così piccolo e così affamato e vivo. È intollerabile per una madre cui scompare il figlio sentirsi dire che non se ne sa niente, o che, chissà. Hanno bisogno, le madri, di riavere almeno fisicamente quel figlio, per poterlo piangere come pietose Antigoni. Così che le bugie in questa nuova guerra del terzo millennio sono almeno già due: quella che nega che guerra ci sia, e quella che ai figli del suo popolo caduti non restituisce nemmeno il corpo, e una croce. Marina Corradi. Avvenire.
Terminati gli studi da perito industriale, pur di non lavorare, il giovane Fausto Bertinotti cominciò a fare il sindacalista e non smise più, condizione che lo rende diverso da me e da molti di voi che, pur avendo avuto origini e idee simili alle sue, a un certo punto siamo stati costretti a timbrare il cartellino. In questi differenti destini sta la spiegazione della nostra plebea volgarità e della sua aristocratica affettazione: noi ci siamo sempre dovuti guadagnare lo stipendio, a lui l’hanno dato e basta. Per molti anni, Bertinotti ha vissuto nel più anonimo grigiore torinese e forse è per questo che non rifiutava un solo invito a un programma televisivo, neanche alle previsioni del tempo. E, una volta lì, con il candore tipico degli spudorati,riusciva ad affermare, senza che gli scappasse da ridere, che per risolvere il problema della disoccupazione era sufficiente ridurre l’orario di lavoro. Lavorare meno, lavorare tutti, però a una condizione: salari immutati. Già, ma chi paga? A questa banalità il sindacalista in tweed non ha mai pensato. Vittorio Feltri e Stefano Lorenzetto, Buoni e cattivi (Marsilio).
L’arte di Schiele mi dà emozioni forti. Le sproporzioni, le giunture grosse, le ossa magre, erano nella sua testa. Valerio Berruti, pittore. La Stampa.
La crisi non ha che dieci anni. Essa può ancora crescere. E poi, a dieci anni, non si è responsabili. Coluche, Pensées et anecdotes. Le Cherche Midi.
UN BRUTO - È qualcuno che non ha sale in zucca, coi nervi a fior di pelle, che è idiota, villano, non gentile, che fa quel che gli viene in mente, dice delle parolacce, può uccidere la gente, picchiare i bambini, strangolarli, dare dei calci, che non fa bene le cose e fa del male a tutti. Claude-Alain Duhamel e Carole Balaz, Le gros dico des tout-petits. J. C. Lattès.
Si apprende solo oggi che gli spettatori di Maria Stuarda presenti in sala la sera in cui Valentina Cortese interruppe la recita per un malore derivato dai troppi fiori nel suo camerino, si allontanarono dal teatro canticchiando Grazie dei fior. Amurri & Verde, News. Mondadori, 1984.
Un governo che ha un ministro come la Giannini può anche avere un ministro come la Madia. Roberto Gervaso. Il Messaggero.
Paolo Siepi, ItaliaOggi 20/9/2014