Virginia Piccolillo, Corriere della Sera 20/9/2014, 20 settembre 2014
ROMA – «Non solo la non applicabilità della legge Severino, ma soprattutto la caducazione automatica della sentenza sui diritti televisivi»
ROMA – «Non solo la non applicabilità della legge Severino, ma soprattutto la caducazione automatica della sentenza sui diritti televisivi». Eccola la speranza del «grande slam» giuridico sul quale nutre molte speranze Silvio Berlusconi. Lo auspica il suo storico difensore e stratega, Niccolò Ghedini: «C’è stata molta confusione. Ma i ricorsi presentati al Tribunale dei diritti dell’uomo e accolti per la trattazione dalla Corte di Strasburgo sono due diversi. Uno è contro la legge Severino sulla incandidabilità applicata retroattivamente. Ma l’altro ancora più importante è sulle molteplici violazioni al principio del “giusto processo” che si sono verificate nel dibattimento Mediatrade: qualora venisse accolto nel merito sarebbe motivo automatico della revisione del processo e quindi farebbe cadere quella sentenza di condanna». È la migliore delle ipotesi per Berlusconi. Oltre a riavere il titolo di Cavaliere, sarebbe di nuovo, a tutto diritto, senatore e possibile candidato premier. Un futuro legato però all’accoglimento dei due ricorsi. La doppia «buona notizia» ricevuta, per ora, riguarda il fatto che le due denunce di violazione non sono state respinte. «A differenza di quanto è stato scritto – spiega Ghedini – è stata respinta solo la richiesta di anticipazione della trattazione del ricorso contro la legge Severino. Ma non è caduto». Ora bisognerà attendere la discussione di fronte alla Corte di Strasburgo. Quando? «Se avessimo ricevuto comunicazione della fissazione delle date per le due udienze sarebbe stata la seconda buona notizia» sorride Ghedini. Ipotesi sui tempi non ne fa, ma spera che possa svolgersi «nel giro di qualche mese». La presidente pd della Commissione giustizia alla Camera, Donatella Ferranti, da ex magistrato spegne speranze troppo baldanzose: «Per ora la Corte di Strasburgo ha solo considerato non irricevibile il ricorso. Ora bisognerà aspettare cosa deciderà nel merito. Ma qualsiasi decisione non potrà annullare il processo che si è già celebrato». Ma non ci dovrà essere una revisione automatica della sentenza? «No, la pronuncia della Corte europea ti permette di fare istanza di revisione della sentenza. È uno dei casi ammessi a seguito della pronuncia dalla Corte costituzionale del 2011. Ma ci deve essere comunque un giudizio di ammissibilità della Corte di appello. Si riapre il processo magari per sanare quelle violazioni dei diritti fondamentali. Ma riaprire non vuol dire di per sé assolvere. Certo politicamente Berlusconi potrebbe voler porre il problema». Il primo dei due ricorsi a essere trattato a Strasburgo sarà quello sulla legge Severino depositato con il numero 58428/13. Si basa sulla ipotesi della «natura penale delle disposizioni in materia di incandidabilità e decadenza». E lamenta la violazione dell’articolo 7 della legge sui diritti dell’uomo, perché, «avvenuta a seguito di condanna per fatti commessi anteriormente alla sua entrata in vigore, quindi contraria al divieto di retroattività delle sanzioni penali» e «lede il principio di legalità, e di sufficiente predeterminazione e proporzionalità delle sanzioni penali». E, sempre secondo il ricorso, viola il «diritto a libere elezioni» e «il divieto di discriminazione». Ma è quello sulla sentenza Mediaset, protocollato con il numero 8683/14 il ricorso il cui esito è più atteso. In esso si legge che il ricorrente è «il noto e stimato imprenditore, fondatore nonchè azionista di maggioranza Mediaset, eletto alla Camera nel ‘94, confermato nelle successive quattro legislature, ricoprendo per ben 4 volte l’incarico di presidente del Consiglio dei ministri». Lamentando la violazione dell’articolo 47, comma 5 del regolamento di procedura della Corte il ricorso enumera presunte lesioni di principi del «giusto processo»: dall’equo contraddittorio fra le parti, al diritto dell’imputato a essere presente alle udienze e non essere processato per fatti già contestati. Tutte osservazioni che saranno ora al vaglio della Corte. Virginia Piccolillo