Ansa.it (Dagospia) 19/8/2014, 19 agosto 2014
APPUNTI PER GAZZETTA - JOBS ACT E ARTICOLO 18
Da Ansa.it
’’Mi sembra che il presidente del Consiglio abbia un po’ troppo in mente il modello della Thatcher’’. Lo ha detto il segretario della Cgil, Susanna Camusso, parlando della riforma del lavoro, durante l’inaugurazione della nuova sede regionale del sindacato a Milano.
’’La sfida che lanciamo noi è fatta dall’idea che si può fare lo statuto dei lavoratori, ma bisogna fare sì che tutti abbiano gli stessi diritti con contratti a tempo indeterminato’’, ha rilevato la sindacalista, aggiungendo: ’’Non stiamo difendendo noi stessi: chi vorrebbe cancellare l’articolo 18 sta cancellando la libertà dei lavoratori’’.
"Il contratto a tutele progressive è una presa per il c... se alla fine le tutele vengono cancellate", dice il segretario Fiom Maurizio Landini, a margine dell’assemblea dei delegati Rsu di Ancona. "Lo dice la parola stessa: se vuoi dare tutele progressive a tutti alla fine ci devono essere più tutele per tutti", ha aggiunto.
’’Cancellare la reintegra in caso di licenziamento ingiusto, sostituendola con un po’ di soldi - ha aggiunto Landini, che ha incontrato i delegati della Fiom nelle fabbriche metalmeccaniche della provincia - è una follia pura ed è contro i principi della nostra Costituzione. Lo Statuto dei lavoratori ha significato far entrare la Costituzione nelle fabbriche: perché il lavoro è un diritto e uno deve avere la dignità di poterlo fare, senza essere licenziato per le idee che ha, o perché fa il sindacalista, o per il sesso che ha ecc’’. ’’Dire che in Europa l’art. 18 non c’è è un’altra sciocchezza’’ secondo Landini.
’’La cosa vera è che il Governo sta cedendo ad un ricatto’’ e continua a ’’non affrontare il vero problema del Paese. Non è che le imprese non assumono perché c’è l’art. 18: non assumono perché non hanno da lavorare, e di questo si dovrebbe preoccupare il Governo’’.
La Fiom anticipa la manifestazione nazionale di una settimana, dal 25 al 18 ottobre, sempre di sabato. Un’accelerazione in risposta alla decisioni che, secondo il sindacato, impatterebbero sull’articolo 18. Le modalità della mobilitazione, che si svolgerà a Roma, verranno definite a breve. Resta il pacchetto di 8 ore di sciopero.
repubblica.it
ROMA - Non si placano le polemiche sulla riforma del mercato del lavoro dopo l’accelerazione data da Matteo Renzi: ieri la Commissione Lavoro del Senato ha dato il primo via libera alla delega. Da un lato Filippo Taddei, responsabile economico del Pd, ha ribadito che il governo non punta a un decreto, ma a far approvare la delega in Senato entro l’8 ottobre. Dall’altro i sindacati, Cgil e Fiom in testa, hanno criticato aspramente il premier sul Jobs Act. E anche l’ex segretario del Pd Pierluigi Bersani è tornato all’attacco, annunciando battaglia sugli emendamenti.
Questa mattina Taddei ha spiegato alla Telefonata di Belpietro su Canale 5: "Il governo non punta ad un decreto con le nuove norme sul mercato del lavoro entro l’8 ottobre, bensì all’approvazione della legge delega da parte del Senato entro quella data, cosa che rappresenterebbe un segnale all’Ue".
A stretto giro è arrivata la risposta della Cgil. Il segretario generale Susanna Camusso non ha escluso il rischio di uno sciopero generale sui temi della riforma del lavoro e ha contestato anche la parola stessa "rischio". "Non capisco perché uno sciopero generale sarebbe un rischio. È una delle forme di mobilitazione possibili del sindacato", ha affermato a margine dell’inaugurazione ufficiale della nuova sede della Cgil-lombardia a Milano.
Alla domanda se ci sia in agenda un appuntamento tra sindacato e governo, Camusso ha risposto sarcastica: "Non mi pare". E ha aggiunto: "Mi sembra che il presidente del Consiglio abbia un pò troppo in mente il modello della Thatcher". La conseguenza di quel modello negli ultimi venti anni "è precariato e non competitività. Un modello fatto di divisioni". Concludendo: "Non stiamo difendendo noi stessi: chi vorrebbe cancellare l’articolo 18 sta cancellando la libertà dei lavoratori".
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La Fiom anticipa la manifestazione. Intanto la Fiom ha deciso di anticipare la manifestazione nazionale di una settimana, dal 25 al 18 ottobre, sempre di sabato. Un’accelerazione in risposta alla decisioni che, secondo il sindacato, impatterebbero sull’articolo 18. Le modalità della mobilitazione, che si svolgerà a Roma, verranno definite a breve. Resta il pacchetto di 8 ore di sciopero. Il segretario Maurizio Landini ha criticato la riforma del lavoro di Renzi: "Il contratto a tutele progressive è una presa in giro se alla fine le tutele vengono cancellate". E ha aggiunto: "Sull’art. 18 Renzi deve dimostrare quanto è ’figo’ all’Europa. Forse qualcuno gli ha fatto credere che in cambio può sforare dello 0,1 o 0,3%, e Draghi gli darà qualcosa".
Bersani: "Sarà battaglia". Dopo la forte presa di posizione di ieri, Pier Luigi Bersani è tornato a intervenire con altrettanta durezza: "Saranno presentati molti emendamenti - ha detto l’ex segretario Pd in un’intervista a Rmc - non solo sul reintegro in caso di licenziamento ingiusto, perchè se l’interpretazione è quella sentita da Sacconi e altri,allora non ci siamo proprio. Andiamo ad aggiungere alle norme che danno precarietà ulteriore precarietà, andiamo a frantumare i diritti, non solo l’art.18 e allora sarà battaglia".
La delega sul lavoro. Taddei, nell’intervista di stamane, ha anche difeso i contenuti della delega, che "prevede un contratto a tutele crescenti rivolto a tutte le nuove assunzioni. Significa estendere le tutele in termini di indennizzo monetario a quelli che oggi perdono il lavoro. Significa estendere. Oggi abbiamo lavoratori che vengono licenziati individualmente che ricevono poco o nulla. A questi lavoratori noi oggi vogliamo offrire invece un contesto diverso".
SCHEDA Contratto a tutele crescenti / SONDAGGIO Vota le misure
Toni concilianti sul Manifesto anche per Matteo Orfini, già portavoce e stretto collaboratore di Massimo D’Alema, oggi presidente del Pd di Renzi, che afferma: "L’obiettivo del jobs act è condivisibile, dobbiamo restituire qualcosa ai milioni di precari a cui anche il centrosinistra ha rovinato la vita. Poi però l’emendamento del governo finisce nella direzione opposta". Il presidente del Pd pertanto propone di cambiare la delega. In ogni caso, spiega, "non può essere messo in discussione il reintegro per il licenziamento discriminatorio, è un principio irrinunciabile".
In difesa della riforma è sceso in campo anche Angelo Rughetti, sottosegretario Pd per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione:
Gli altri partiti. Per il senatore giuslavorista di Scelta Civica Pietro Ichino, che ha parlato a Mix24 di Giovanni Minoli su Radio 24, la strada scelta da Renzi è "quella giusta", e "bisogna fare la riforma del lavoro anche senza i sindacati, se i sindacati non capiscono l’importanza". Di parere opposto il leader di Sel Nichi Vendola, secondo il quale "il Jobs Act è una cosa di estrema destra, contempla la precarizzazione generalizzata del mercato del lavoro, è il contrario di quello che bisognerebbe fare".