Aldo Grasso, Sette 19/9/2015, 19 settembre 2015
BALZAC E DUMAS NON HANNO FATTURATO
La storia dei librai francesi che si rifiutano di vendere il libro di Valérie Trierweiler comincia ad assumere aspetti ridicoli. Com’è noto, la signora, ex première dame di François Hollande, ha scritto un libro per vendicarsi del compagno. Racconta il bello e il brutto di un amore finito, legato alla scoperta del rapporto del presidente con l’attrice Julie Gayet, ma anche alle abitudini segrete dell’uomo di Stato: il fatto che chiamasse i poveri “i senza denti”, ha indignato molti elettori.
Merci pour ce moment è già esaurito in molte librerie. Un caso editoriale unico, una manna per un settore fortemente in crisi: molti librai sono stati costretti a chiudere.
Come ha raccontato Stefano Montefiori sul Corriere, «il libro-vendetta dell’ex première dame, che non svela segreti di Stato ma distrugge l’immagine personale del presidente François Hollande, è un’enorme fonte di imbarazzo. Si capisce quello dell’Eliseo, dei compagni di partito, dei familiari e delle altre sue donne (da Ségolène Royal a Julie Gayet). Fa un po’ sorridere invece il timore di tanti lettori, “che prima prendono gli ultimi Carrère e Reinhardt e poi alla cassa ci chiedono a bassa voce: vi è rimasta una copia del Trierweiler?”, racconta un libraio di Saint-Germain. Oppure tengono a precisare “non è per me, me lo ha chiesto un’amica”. “Tanti sembrano ragazzi in farmacia, che esitano prima di chiedere i condom”, dice un altro».
NON SIAMO UNA LAVANDERIA. I più imbarazzati di tutti sono apparsi i librai. Nelle vetrine di alcune librerie francesi sono comparsi i cartelli di una nuova resistenza letteraria: «Ci spiace, non abbiamo più il libro di Valérie Trierweiler ma ci restano delle opere di Balzac, Dumas, Maupassant etc...»; «Teniamo 11 mila libri e non siamo il bidone della spazzatura di Trierweiler e Hollande»; «La libreria non è la lavatrice dei panni sporchi di Madame Trierweiler».
A difesa dei librai francesi è sceso Michele Serra: «Sappiamo, sentiamo, che quella scelta ha un valore eccezionale proprio perché è del tutto inattesa, forse incongrua. È un “no” mirato e meditato, una disobbedienza sbandierata, una rivendicazione di valore, di calibro letterario e culturale decisamente anacronistica, ma per questo affascinante».
Sara così? Anche quella del libro è un’industria e il fatturato non si fa solo con i libri di Balzac. Anche il libro fa parte ormai della cosiddetta cultura di massa, con le sue regole e i suoi canoni (compreso l’indotto delle presentazioni in tv, come sa bene Serra).
E poi ci sarebbe da discutere il ruolo del libraio all’epoca di Amazon: la vendita diretta sta a poco a poco superando quella in libreria.
Se i librai francesi avessero ancora negli scaffali i libri di Baudelaire, Flaubert e Bloy saprebbero che il proliferare fastoso della bêtise nel mondo della cultura non inizia con la signora Trierweiler.