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 2015  settembre 19 Sabato calendario

QUANTO COSTO NON SPOSARSI

La strada l’ha aperta a fine agosto la sentenza del Tribunale per i minorenni di Roma che – primo caso in Italia – ha riconosciuto l’adozione a una coppia lesbica di una bimba, figlia biologica di una delle due donne. In punta di diritto, per la verità, la bambina non e stata adottata dalla coppia: è infatti rimasta figlia della madre naturale ed è stata adottata dall’altra donna, considerata sua «mamma sociale», prendendo un doppio cognome. Di fatto pero il risultato è, come si diceva, la prima adozione in Italia concessa a una coppia omosessuale.
La decisione ha avviato così una serie di ricorsi da parte delle coppie gay che vorrebbero vedere riconosciuto dalla legge il loro desiderio avere figli, come avviene ormai in molti Paesi occidentali. Ma nell’ltalia del Vaticano e di una politica molto influenzata agli ambienti ecclesiastici, il riconoscimento dei diritti civili al di mori del matrimonio è stato finora contrastato. Ormai le coppie di fatto sono due milioni, i figli nati da partner non sposali sono stimati in 120 mila e gradualmente i loro diritti sono stati equiparati a quelli dei figli nati all’interno del matrimonio. La legge però prevede ancora che, per adottare un bambino, si debba essere sposati e con alle spalle almeno tré anni di convivenza, anche more uxorio: il divieto dei matrimoni gay è quindi in sé un divieto anche per le adozioni. E, nonostante molte iniziative innovative di Regioni e Comuni (registri delle unioni civili, possibilità per le coppie di fatto di partecipare ai bandi per le case popolari e alle graduatorie per il posto del figlio al nido), il diritto di famiglia italiano continua a favorire chi si sposa. Per chi sceglie di convivere non ci sono assegni di mantenimento garantiti in caso di separazione, sgravi fiscali, eredità di diritto ne pensione di reversibilità se il partner muore.
Così, in attesa che qualcosa cambi nella legislazione italiana, le coppie di fatto, soprattutto quelle gay – che anche volendo, non possono sposarsi – cercano rimedi nel codice civile. Fanno contratti, testamenti e altri atti notarili, che però hanno spesso costi elevati (solo per gli accordi che non contemplano il passaggio o l’intestazione di beni basta una scrittura privata tra le parli, che ha costo zero e valore legale). «Noi cerchiamo di dare risposta a quanti vogliono tutelare i propri diritti avendo scelto forme di convivenza non ancora riconosciute dalla legislazione italiana» spiega Arrigo Roveda, presidente del Consiglio notarile di Milano. «Con i contratti di convivenza, per esempio, si possono regolamentare l’uso dell’abitazione, stabilire le regole di contribuzione al menage familiare o una somma mensile da erogare al convivente più "debole" in caso di separazione. E con il testamento si può lasciare la tutela del patrimonio al partner, che altrimenti verrebbe escluso dalle linee di successione ereditaria previste dal diritto di famiglia». Con vicende paradossali, dove non i figli o i genitori ma addirittura i fratelli o i cugini hanno più diritti del partner. Il caso più noto e recente è forse quello di Lucio Dalla, scomparso nel 2012, con il compagno Marco Alemanno di fatto costretto dai cugini del cantautore a lasciare la casa dove i due avevano vissuto.
«Quando il vincolo affettivo è forte» spiega il notaio Roveda «a qualcuno può sembrare inutile e anche di cattivo gusto stabilire per iscritto come debbano essere regolate le cose in caso di separazione o morie. Invece è da incoscienti non preoccuparsene. Le coppie di fatto l’hanno capito e ultimamente sono sempre di più quelle che arrivano da noi per affrontai – e queste problematiche. A cominciare dalle coppie gay o lesbiche, per le quali c’è un vuoto normativo assoluto da colmare».
Il testamento, tuttavia, supera la mancanza di diritti del partner soltanto se non ci sono alle spalle matrimoni, figli e genitori in vita. «In questi casi» conferma Roveda «c’è un conflitto tra gli aventi diritto e i nominati, ma il testamento può garantire comunque una parte al convivente». Un altro documento «consigliato» dai notai, ma anche dall’associazione delle Famiglie Arcobaleno, è la nomina del partner ad amministratore di sostegno, che può consentire [l’assistenza in caso di malattia. Per quanto riguarda invece la tutela dei figli, Fatto a cui si ricorre più spesso è nominare, nel testamento, tutore del minore il partner genitore non legale: questo fa si che in caso di morte dell’altro, questo non sia lo sconosciuto che è per legge, ma possa ottenere l’affidamento in virtù del vincolo affettivo esistente.