Gabriele Catania, Pagina99 13/9/2014, 13 settembre 2014
IL NOSTRO PICCOLO SCHERMO CHE CERCA LAMERICA IN ALBANIA
L’obiettivo è chiaro: ritagliarsi una fetta di mercato nel Far West del digitale terrestre italiano, tra i due colossi Rai e Mediaset (più La7), e la pletora di canali tematici. Ad Agon Channel, canale generalista che debutterà quest’autunno sulle tv tricolori, sono fiduciosi.
Il nome stesso, Agon, segnala ottimismo: significa «albeggiare» in lingua albanese. Sì, in albanese, perché Agon Channel trasmetterà da Tirana. Suo fondatore è l’imprenditore romano Francesco Becchetti, della Becchetti Energy Group (Beg), gruppo nato nel 1994 che ha la produzione di energie come core business. In Albania vanta una presenza significativa.
In base a quanto si legge sul sito del canale, «Agon Channel proporrà una programmazione al 100% inedita per la tv italiana, autoprodotta dal canale, con un taglio generalista e partecipativo, e con una forte vocazione crossmediale».
Il palinsesto, che mira a «uomini, donne e famiglie nella fascia 18-55 anni», dovrebbe basarsi su tre pilastri: intrattenimento (reality, talent game, talk-show), infotainment e news.
I volti? Sono per la maggior parte vecchie glorie della tv italiana rimaste senza contratto: Alessio Vinci, colui che nel 2009 sostituì Enrico Mentana alla conduzione di Matrix, dirigerà le news; Enzo Ghinazzi in arte Pupo, farà i giochi, Maddalena Corvaglia - la velina meno famosa nella coppia con Canalis - curerà i talent show. «Saremo la Ryanair della tv italiana» ha dichiarato Vinci in un’intervista al Corriere della Sera. «L’era delle produzioni tv super-dispendiose è terminata». E allora via con il low-cost, con l’Albania come terra promessa.
Dopo le delocalizzazioni industriali che hanno fatto la fortuna dell’Est Europa, inizia forse il tempo di quelle tv. Farà da apripista una nazione di appena 3 milioni di abitanti, ma con un mercato televisivo molto, molto competitivo. Lo sa bene il giornalista albanese Gert Guri. Quarant’anni, un dottorato in studi internazionali, Guri ha già lavorato per l’ufficio stampa del primo ministro albanese, per l’Onu e per laBbc.
A pagina.99 spiega: «Rispetto a quello italiano, il mercato albanese è molto più piccolo e vivace, e assai meno strutturato. La competizione è forte, qualche volta addirittura feroce» E aggiunge: «Un giornalista albanese deve lavorare almeno sei giorni la settimana, e ogni giorno deve produrre come minimo uno o due pezzi. Chi è all’apice della carriera riceve uno stipendio mensile che non supera i mille euro».
Il mix italo albanese è la cifra del canale: anche il gemello di Agon Channel Italia - Agon Channel Albania - trasmesso dall’anno scorso soltanto sul territorio del piccolo paese balcanico, sfrutta la popolarità dei nostri vip. A condurre l’atteso talk-show Kontrata per Shqiptaret, che già dal nome (Contratto per l’Albania) evoca reminiscenze italiche, è stata Barbara d’Urso, figura popolare anche al di là del canale d’Otranto. Il programma - dall’atmosfera vagamente intimista - ha visto la partecipazione di tre pesi massimi della politica albanese.