il venerdì 19/9/2014, 19 settembre 2014
I MAESTRI CHE HANNO CLASSE (DA VENDERE)
Penso ai maestri che hanno classe, una classe da vendere, alunni compresi, per comprare ciò che la scuola non passa, non da, non ha più o non ha ancora. Penso agli «insognanti» che studiano come trovare banchi che si son fatti di nebbia. Penso se, nella carta costituzionale, si parla della carta igienica o del modo di recuperarla, nel senso migliore del termine. Poi penso al detto mens(a) sana in corpore insegnatis sano; poeticamente, forse in maniera un po’ aulica, penso anche alla mancanza di aule. Non necessariamente in contrapposizione tra scuola pubblica e privata, penso a quella pubblica, privata di tante cose a prescindere (da cosa si può prescindere nell’istruzione?). Allora penso che una riforma-rondine non faccia primavera in nessun nido, inteso anche come asilo, e penso alla mille sfaccettature del concetto «chiedere asilo». Penso a chi ha paura del giudizio degli altri ma soprattutto a chi è stanco della mancanza di giudizio di chi amministra. Penso a chi, del pensiero, ha fatto scuola.