Paolo Siepi, ItaliaOggi 18/9/2014, 18 settembre 2014
PERISCOPIO
Giovanni Floris, ex Ballarò, è il secchione pedante ma affidabile, quello che ogni maestra in pensione ama rievocare: «In terza elementare sapeva già a memoria tutta la Cavallina storna?». Il Foglio.
Signor Gufo, vuole sposare la qui presente signora Rosicone? Vignetta di Vincino. Il Foglio.
Condanne - Fine pena, 2018. Jena. La Stampa.
Se non si svegliano a eleggere ’sti due, potremmo mandare boots on the ground anche in parlamento. Maurizio Crippa. Il Foglio.
Marchionne. «L’Italia ce la farà ma non so quando». È la previsione più rassicurante dopo quella di Keynes: «Nel lungo periodo saremo tutti morti». MF.
Ne vedrete della belle. Slogan del Concorso Miss Italia.
In Svezia, preoccupante avanzata della sinistra xenofila. Enrico Cavallini. Il Foglio.
«Combatteteli finché non ci sia più persecuzione e il culto sia reso solo ad Allah» (Corano 2,193).
Visto che il paese non cambia mai, proviamo a cambiare leggi, costituzioni, abitudini. Massimo Bucchi. ilvenerdì.
Renzi, tu hai fatto il calendario preciso di tutto ciò che intendi realizzare nei prossimi mille giorni nel campo delle riforme e dell’economia, ma non vi hai mai inserito l’argomento immigrazione e Mare nostrum, perché? Temi di deludere gli americani e gli europei, o di scontentare i buonisti cattolici e di sinistra? Guarda però che la massa degli immigrati che vagolano per l’Italia cresce troppo in fretta e porterà inevitabilmente a delle tensioni. Fai male a nasconderti il problema, perché se la prenderanno con te e potrebbe essere il tuo primo fallimento. Francesco Alberoni. Il Giornale.
Le pantofole, la vestaglia, il bagno, il cesso, lo specchio, la barba (la faccio o non la faccio?), le abluzioni, il caffè, i giornali, Alfano, Renzi, Grillo, Berlusconi, Berlusconi, Berlusconi... Anche oggi sarà una di quelle giornate in cui «il sole batte senza possibilità di alternative sul nulla di nuovo» (Beckett). Raffaele La Capria. Corsera.
Mentre gli Usa mettevano al primo posto l’obiettivo di accrescere la produzione di combustibili, l’Europa, in perfetta solitudine, ha messo al primo posto le preoccupazioni climatiche e la conseguente necessità di ridurre le emissioni di CO2. Conseguenza: un apparato burocratico europeo mostruoso, che pretende di regolare le politiche energetiche dei diversi paesi, un’ingente quantità di incentivi distribuiti senza criterio alle fonti rinnovabili, i cui materiali abbiamo importato dalla Cina, nessun passo avanti nella sicurezza energetica. E poi, avendo improvvisamente la Germania rinunciato alla produzione nucleare, si è raggiunto questo risultato paradossale: il gas degli scisti sostituisce il carbone e riduce le emissioni di CO2. L’Europa, soprattutto la Germania, importa carbone dagli Usa e aumenta quindi le sue emissioni. Chicco Testa. Il Foglio.
«L’imputata Minetti Nicole dichiara di essersi fermata ad Arcore per molte notti e di aver fatto sesso col Presidente in quanto innamorata di lui; ma, richiesta di precisare in quale periodo deve collocarsi questo suo amore, risponde di non potersi ricordare con esattezza quando». Walter Siti, Exit strategy. Rizzoli.
Un giornalista francese chiese a Tina Merlin, che aveva scritto nel 1961 su l’Unità di una frana imminente nell’invaso del Vajont, quali fossero le fonti scientifiche sulle quali si basavano le sue previsioni e lei rispose: «I montanari del posto». la Repubblica.
La politica è una forma di superficialità: non ho mai votato. L’ultima cosa politica che mi ha preoccupato è la caduta di Costantinopoli in mano agli infedeli, il 29 maggio 1453. Alvaro Mutis. Il Foglio.
Se c’è una cosa che devo rimproverare a Maurizio Belpietro è proprio questa: Libero appare un po’ démodé. Nel mondo tutto cambia in fretta. Internet, gli smartphone e i social network come Twitter hanno impresso alla comunicazione globale un’accelerazione impressionante. In questa situazione un giornale deve sapersi rinnovare, offrendo ogni giorno qualcosa di fresco. Invece Libero è rimasto sostanzialmente ancorato, anche nel vestito esteriore, al modello che gli avevo dato io. È invecchiato. Non vuol essere una critica, ma una semplice constatazione. A dirla tutta, non sono neppure convinto che oggidì i quotidiani, svecchiandosi, possano riuscire a riprendersi dal morbo fatale che li affligge. Perseverare sulla vecchia strada, comunque, non li aiuta, perché è un viale di cipressi che conduce al cimitero. Vittorio Feltri e Stefano Lorenzetto, Buoni e cattivi. Marsilio.
Avevo 13 anni e frequentavo le medie dai Salesiani e sapete com’è a quell’età, i primi impulsi sessuali, le curiosità verso il proprio corpo, le pratiche che faccio da me, e dunque un prete, preoccupato per l’andazzo, prese me e un mio amico in disparte e ci ammonì severamente: «Ricordatevi», ci disse, «che un minuto di piacere non vale l’eternità passata all’inferno». Dopo l’avvertimento, tornando a casa, il mio amico mi chiese: «Ma come si fa a farlo durare un minuto?». Antonio Pascale, scrittore. Corsera.
Nell’ammezzato del palazzo torinese dove mia madre faceva la portinaia c’era la signora Elena, camiciaia alla moda, con una selezionata clientela esclusivamente maschile. Viveva con il marito che usciva presto il mattino e tornava tardi la sera, era titolare, nel cuore del «borgo del fumo», di una piccola officina per la riparazione delle motociclette. Non avevano figli, ogni domenica mattina partivano, con il loro lucente moto sidecar Guzzi azzurro-nero, per un giro fuori porta, tutti vestiti di pelle e con enormi occhiali. Riccardo Ruggeri, Una storia operaia. editore@grantorinolibri.it, 2013.
Si sbaglia facendo storicamente seguire la borghesia al feudalesimo: vi erano già borghesi in epoca feudale, ve ne sono sempre stati e sempre ve ne saranno, qualunque rivoluzione si faccia. Perciò è inutile ammazzarli, ne spuntano sempre di nuovi. Sergio Ricossa, Straborghese. Ibl libri, 1980.
A MENO CHE - Il vampiro / mi sbagliò per poco. / Ecco i due buchini / dei dentini / sul risvolto della giacca. / A meno che / non siano / due tarme. Marcello Marchesi, Essere o benessere. Rizzoli, 1962.
Leggo sui giornali che l’Italia è uno dei Paesi al mondo dove si ruba di più. L’avessi saputo prima. Roberto Gervaso. il Messaggero.
Paolo Siepi, ItaliaOggi 18/9/2014