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 2014  settembre 18 Giovedì calendario

«SALMOND COME GRILLO MA DIVIDERSI NON SERVE»

[Intervista a Simonetta Agnello Hornby] –

«Questo referendum? Mi sembra un’operetta. E, per una volta, confesso, non mi sembra che la politica del Regno Unito sia migliore di quella italiana». Simonetta Agnello Hornby l’establishment britannico l’ha frequentato e lo conosce molto da vicino. Arrivata a Londra dal 1963 ha lavorato prima come avvocato dei minori e adesso come scrittrice (tra i suoi libri «La Mennulara», 2002).
Perché un’operetta? Dove ha sbagliato David Cameron in questa campagna nel segno del «Better together», per citare lo slogan dei sostenitori del no all’indipendenza di Edimburgo?
«Perché la posta in gioco è stata sottovalutata da Downing Street fino a due settimane fa, e adesso poco serve far sventolare la bandiera scozzese sopra il palazzo reale e a quello del governo per recuperare il tempo perduto. In più, non si possono blandire i voti scozzesi solo con l’arma del denaro».
Spieghiamo.
«La minaccia è che una Scozia indipendente sarà più povera, forse è vero ma è altrettanto vero che a decidere l’esito del voto saranno i più giovani: per la prima volta esprimeranno infatti il loro voto i sedicenni, e i ragazzi di soldi non ne hanno. Neppure da perdere. Senza contare che David Cameron fa promesse da leader, senza sapere se alle elezioni della primavera 2015 sarà ancora in sella. Ma c’è dell’altro che non mi convince in questa partita referendaria».
Per esempio?
«Per esempio, mi domando, perché non sia stata data la possibilità di esprimersi a chi è nato in Scozia ma vive oggi in Inghilterra, Galles o altrove nel Regno Unito».
Distrazione, diciamo così, o calcolo politico?
«Entrambe le cose direi, anche se principalmente credo la causa sia da imputarsi alla mancanza di un vero e proprio pensiero politico».
Per che cosa voterebbe Simonetta Agnello Hornby?
«Sono per mantenere il Regno Unito...unito. Dividere non serve a nulla, salvo ad aumentare la burocrazia, le spese e la corruzione, inevitabilmente. Il fatto è che questo referendum è stato voluto dal partito di Alex Salmond che, un po’ come il Movimento 5 Stelle in Italia, ha cavalcato tanta rabbia e ha rivelato poca profondità di pensiero. Personalmente mi piacciono gli scozzesi, sono molto emotivi, hanno qualcosa di celtico».
La regina, Elisabetta II, super partes e al di fuori dai giochi politici per giuramento, ha comunque ammonito gli scozzesi: «Pensateci bene». Mossa pilotata per scongiurare il peggio, o spontanea?
«Ha dato il consiglio di una anziana signora, avrebbe risposto così anche mia nonna. Ma è vero che è una donna molto saggia e avveduta. Senza contare che nelle sue vene scorre un po’ di sangue scozzese».
Già, la regina Madre, Elizabeth Bowes-Lyon era figlia di Claude Bowes-Lyon conte di Strathmore e Kinghorne che aveva ereditato dal padre scozzese oltre al titolo anche vaste proprietà nelle Highlands. Di fatto i Bowes-Lyon discendono dalla Royal house of Scotland. E l’annuncio, poche settimane prima del voto, della seconda gravidanza di Kate, la Duchessa di Cambridge? Influenzerà il voto?
«In un mondo politico britannico sempre più crazy , anche un dettaglio come questo può far cadere il voto da un parte, piuttosto che dall’altra».