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 2014  settembre 19 Venerdì calendario

STRANIERO

«Sono uno straniero, sì, e devo ambientarmi. Per fortuna il mister e i compagni mi stanno aiutando, ma lo sapevo che non sarebbe stato facile: la lingua diversa, la nuova squadra. Ho sofferto, ma non era un fallimento» (Ciro Immobile).

AEREO «Sì ho paura dell’aereo. In Nazionale, per andare in Norvegia ho preso qualche pillola per calmarmi e mi sono seduto in ultima fila. Comunque sto superando anche questo. A differenza di mio padre, che non ha mai provato a volare» (Simone Zaza).

BELLEZZA «Quando una persona ti regala qualcosa di bello, tu ti senti in dovere di restituirgli la stessa bellezza. E non è solo un dovere, ma anche un piacere. Secondo me la vita è così. Con il mister ci siamo trovati bene da subito e lo ringrazio» (Jeremy Menez e il suo rapporto con Inzaghi).

FORTUNA «Prima dell’atletica ho giocato a calcio. Avevo tanti polmoni ma piedi poco buoni. Ero ala sinistra. Avrei voluto giocare a pallone. Però adesso non più. Il calcio è una soddisfazione di squadra. Qui sei tu, il cronometro, le tue gambe, la tua testa: la fortuna dipende da te» (Daniele Meucci).

INQUIETUDINE «Non sono mai totalmente sereno. Vivo dentro una dimensione di inquietudine permanente, ma sono sicuro che questa squadra possa essere competitiva. Questo non tacita la mia inquitudine. È la mia prerogativa, alla quale fatico a rinunciare: mi dà la forza di cercare, combattere, fare, ficcare il naso in faccende altrui» (il ds della Roma Walter Sabatini).

MONTATI «A volte le critiche sono giuste, altre volte sono ingiuste. È tutto scritto nel contratto di noi allenatori. Dobbiamo saper convivere con i momenti belli e quelli meno belli. L’importante è non perdere l’equilibrio. E io non l’ho perso. A volte, però, mi sembra che qualcuno si sia montato troppo la testa» (Vincenzo Montella).

DOPING «Siamo atleti e sappiamo cosa vuol dire quando non riusciamo a tornare sui nostri migliori livelli, però noi ci facciamo un gran sedere, lavoriamo 10 ore al giorno per raggiungere certi risultati senza imbrogliare. Chi si dopa deve essere messo dentro, e che si butti via la chiave» (Federica Pellegrini parlando di Carolina Costner e di Alex Schwazer).

REGOLE «Io ho una regola dei cinque secondi. Quando in una gara pensi di aver dato tutto, ma proprio tutto, devi tener duro ancora cinque secondi, perché è lì che gli altri non ce la fanno più» (Alex Zanardi).