Eugenio Bruno e Claudio Tucci, Il Sole 24 Ore 16/9/2014, 16 settembre 2014
SENZA PRESIDE IL 13% DELLE SCUOLE
ROMA
Con i 6,5 milioni di studenti che sono tornati in classe ieri l’anno scolastico 2014/15 può dirsi ufficialmente partito. All’appello mancano solo gli alunni di Puglia e Sicilia che riprenderanno domani il loro posto tra i banchi. Ad accoglierli troveranno poche novità (su cui si veda l’articolo qui sotto) e i problemi di sempre. A cominciare dal caos supplenze, con i soliti 100mila docenti da nominare, e dal boom delle reggenze. Secondo dati Anp che Il Sole 24 Ore è in grado di anticipare, in 1.168 istituti (il 13% del totale) mancherà un preside di ruolo. Tutto ciò in attesa che la riforma messa in cantiere dal governo produca i suoi effetti. Per ora è partita solo la consultazione pubblica sul sito www.labuonascuola.gov.it, che durerà fino al 15 novembre. E che è stata rilanciata dal premier Matteo Renzi e dai suoi ministri durante l’insolito "giro d’Italia" nelle classi compiuto ieri.
Il luogo scelto dal presidente del Consiglio per inaugurare formalmente l’anno scolastico non è stato casuale: il quartiere Brancaccio di Palermo, nella scuola intitolata a «Don Pino Puglisi» che esattamente 21 anni fa veniva trucidato dalla mafia. Dove è stato accolto dal sindaco Leoluca Orlando, dal governatore Rosario Crocetta, dal prefetto Francesca Cannizzo e da un centinaio di manifestanti. Un gruppo dalla composizione variegata: studenti medi, lavoratori del call center dell’Accenture, precari, insegnanti vincitori di concorso ma ancora privi di cattedra, esodati per la cancellazione di «Quota 96». E proprio al mondo dei docenti l’ex primo cittadino di Firenze ha rivolto il messaggio più forte. Definendo «un obbligo» le 149mila stabilizzazioni che dovrebbero avvenire l’anno prossimo e che andranno però collegate al merito. «Perché - ha sottolineato - non sono solo gli allievi a dividersi in bravi e meno bravi ma anche i professori». Parole analoghe sono risuonate lungo tutto lo Stivale. Ad esempio all’istituto tecnico agrario "Sereni" di Roma, che ha ospitato il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, o allo "Scarabelli" di Imola, dov’è tornato il suo collega del Lavoro, Giuliano Poletti. In ogni intervento non è mancato un accenno al futuro della scuola e, di conseguenza, del Paese.
Ma c’è anche il presente. Al ritorno tra i banchi studenti e famiglie si sono trovati di fronte ai problemi di sempre. Due su tutti: il boom di reggenze e il solito balletto di professori. L’emergenza presidi di ruolo è «ormai fuori controllo - ha detto il numero uno dell’Anp, Giorgio Rembado - e le graduatorie dei concorsi sono esaurite». Per questo, ha spiegato, «va subito bandita una nuova selezione nazionale». Il dato nazionale sulle reggenze è del 13% ma in Basilicata si arriva al 31,91%, in Emilia Romagna al 25,56 e in Friuli Venezia Giulia al 24,26. Come se non bastasse gli Uffici scolastici stanno ultimando solo in questi giorni le immissioni in ruolo dei docenti (complice l’ok dell’esecutivo giunto solo pochi giorni fa in ampio ritardo). Più i circa 100mila supplenti da nominare. Anche per periodi brevi e fino alla nomina dell’avente diritto. La "supplentite" verrà pure drasticamente ridotta. Ma non quest’anno. Forse il prossimo.
Eugenio Bruno e Claudio Tucci, Il Sole 24 Ore 16/9/2014