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 2014  settembre 16 Martedì calendario

Vampiri per Sette – L’archeologo turco Ibrahim Cetin ha annunciato di aver scoperto, sotto il castello di Tokat, sulle rive del Mar Nero, la cella in cui verso la metà del 1400 fu detenuto dagli ottomani Vlad III, il principe della Valacchia noto come “Dracula”, “figlio del drago” in romeno

Vampiri per Sette – L’archeologo turco Ibrahim Cetin ha annunciato di aver scoperto, sotto il castello di Tokat, sulle rive del Mar Nero, la cella in cui verso la metà del 1400 fu detenuto dagli ottomani Vlad III, il principe della Valacchia noto come “Dracula”, “figlio del drago” in romeno. Sembra che qui il nobile abbia appreso dai suoi carcerieri le tecniche di tortura usate dai turchi, soprattutto l’impalamento. Tornato a casa, si ritiene verso la metà del 1400, lo applicò con tale entusiasmo ai nemici da guadagnarsi il soprannome di “Tepes”, l’impalatore. Vampiro, da oupiro, sanguisuga. Il più antico testo riguardante i vampiri è una tavoletta babilonese conservata al British Museum che descrive una formula magica per proteggersi dai demoni notturni succhiatori di sangue, gli Etimmé. Un giorno di più di cinque secoli fa Vlad III invitò tutti i mendicanti di Targoviste, la capitale del suo feudo, e li trattò in modo principesco. Alla fine di una sontuosa cena chiese: «Siete stati felici?». Naturalmente la risposta fu un coro di entusiastici sì. Allora lui uscì e fece dar fuoco alla casa, uccidendoli tutti. Poi spiegò che il suo era stato un atto di generosità: «Non volevo che ripiombassero nell’infelicità». Il pipistrello vampiro è uno degli animali più altruisti al mondo. Se un esemplare non trova cibo per tre giorni di seguito rischia di morire: a quel punto interviene un simile che gli dona, rigurgitandolo, parte del sangue, bottino dell’ultima battuta di caccia. L’Amblyopone silvestrii, anche detta “formica Dracula” perché le regine si nutrono della linfa prodotta dalle larve pungendole sulla cute e bevendo dalla ferita sanguinante. L’origine dei racconti sui vampiri, a Mykonos nel 1700. Si diceva che un uomo ucciso (chiamato dai locali vroucolacas) fosse uscito dalla tomba e seminasse il panico tra i suoi concittadini: girava per la città, entrava nelle case, rovesciava i mobili, spegneva le lampade eccetera. Si decise di mandare un macellaio a strappargli il cuore, che poi fu bruciato in spiaggia. Ciononostante i dispetti continuarono: dopo assemblee e processioni, si vide che il diavolo che animava il “vroucolacas” scappava di fronte alle spade cristiane, a forma di croce. Alla fine, per ordine dei magistrati dell’isola, l’intero cadavere del contadino fu bruciato su un rogo e nessuno si lamentò più di lui. Ancora nel 1910 l’antropologo inglese J.C. Lawson scriveva: «Raramente passa un anno senza che un qualche villaggio della Grecia non si sbarazzi di un “vrykolakas” tramite il sistema tradizionale, ovvero la cremazione». In Polonia, in un cantiere edile della città di Gliwice, nel sud del Paese, è stato trovato un cimitero di vampiri: le teste degli scheletri erano poste in mezzo alle gambe. Così, infatti, erano sepolti coloro che erano ritenuti bevitori di sangue: in quella posizione, al loro risveglio non sarebbero riusciti a ritrovare la testa e quindi a risorgere dalle tombe per terrorizzare i vivi. In alcuni casi quelli ritenuti vampiri erano decapitati; in altri appesi alla forca fino a quando la testa non si staccava dal corpo per la decomposizione. Si credeva che le pestilenze fossero provocate da un particolare tipo di vampiro, il nachzehrer (il masticatore di sudario, o divoratore della notte). Secondo la leggenda, sepolti a fianco dei cadaveri degli appestati, si nutrivano del sangue di questi ultimi per poi uscire dalla tomba e contagiare altre persone. Così gli addetti alla sepoltura inserivano un palo o un mattone nella bocca dei sospettati. Sulle tombe dei sospetti vampiri erano soliti mettere semi di papavero, di miglio o granelli di sabbia: una volta risvegliati, i defunti sarebbero rimasti tutta la notte a contarli. Una prova per vedere se uno era vampiro. Dopo la sua morte, la tomba veniva riaperta: se aveva un rivolo di sangue che colava dalla bocca, era considerato vampiro e quindi bisognava impedire che si risvegliasse. In realtà il sangue era dovuto a al processo di decomposizione intestinale. Nel Settecento, in piena mania di vampirismo, Maria Teresa d’Austria fu costretta a spedire il suo medico personale, Gerard van Swieten, a indagare sui presunti non morti. Questi concluse che i vampiri non esistevano e liImperatrice approvò una legge che proibiva l’apertura e la profanazione delle tombe e dei cadaveri. Cofanetto da viaggio per cacciatori di vampiri, in noce, del XVIII secolo, battuto da Sotheby’s (12mila dollari) contenente: pistola, dieci proiettili d’argento, un crocifisso, rosario, sieri antimorso, paletto. Per fare il paletto da infilare nel cuore del vampiro i russi e gli abitanti degli stati baltici preferivano il legno di frassino, i serbi di biancospino, in Slesia quello di quercia. Malattie che hanno alimentato le credenze sui vampiri: anemia (pallori, difficoltà di respirazione, affaticamento e svenimenti si ritenevano causati dal morso di un vampiro), catalessi (apparentemente simile alla decesso, chi si risvegliava era considerato morto vivente), porfiria (la pelle s’infiamma al sole, provoca dolori insopportabili: i malati potevano uscire solo di notte; le gengive irritate si ritirano e mettono in evidenza i denti; i sintomi si aggravano con l’assunzione di aglio). Tra i nemici dell’aglio ci sono Marco Tronchetti Provera, Luca Cordero di Montezemolo, i due fratelli Elkann (intolleranza ereditata dal nonno Gianni), Monica Bellucci, Raoul Bova, Manuela Arcuri. Il primo vampiro del cinema è Nosferatu, di Murnau, film muto che risale al 1922. Nosferatu in romeno significa «non spirato». Bela Lugosi, attore di origini ungheresi, prima di fare Dracula al cinema aveva interpretato il conte in 261 repliche teatrali. John George Haigh, alto, muscoloso, ben educato, classe 1909, soprannominato “il vampiro di York”. Tra il 1946 e il 1949 uccise sei persone per bere il loro sangue. Peter Kurten, detto “il mostro di Düsseldorf”, giustiziato il 2 luglio 1931 per aver ucciso e bevuto il sangue di ventotto persone. La sera prima dell’esecuzione chiese una bistecca al sangue. Gliela negarono, si accontentò di due panini al formaggio. Gigi Proietti era soprannominato “Dracula” perché la sera tirava sempre tardi. Dopo i film di Twilight sui vampiri, negli Stati Uniti si diffuse la moda del “biting”, mordersi durante l’atto d’amore per lasciarsi cicatrici indelebili. Il 15% di questi slanci d’affetto causò ferite e infezioni. Billy Bob Thorton e Angelina Jolie, quando erano sposati, erano soprannominati “Dracula e Vampiria”, perché ognuno di loro portava al collo un pendente che racchiudeva una goccia di sangue dell’altro. Inoltre lui una volta si fece prelevare una fiala di sangue che trattò con anticoagulante e usò per scrivere una lettera a lei. «Gli uomini quando invecchiano e si mettono con una ragazzina mi fanno l’effetto dei vampiri, si appropriano della loro energia e evitano rotture di balle» (Michelle Hunziker). Gli scienziati hanno visto che sangue di topi giovani trasferito in quelli anziani li aiuta a mantenersi in forma dal punto di vista della salute del cuore e del cervello.