Morya Longo, Il Sole 24 Ore 14/9/2014, 14 settembre 2014
ISTRUZIONI D’USO PER LA «CURA» ABS
L’idea è in fondo quella che sta alla base delle vaccinazioni: usare un virus depotenziato per stimolare le difese immunitarie. Per guarire. È così che le cartolarizzazioni, fino a poco tempo fa considerate «tossiche», sono diventate le medicine della Bce per l’Europa.
Proprio da uno dei «virus» finanziari che hanno infettato il mondo nel 2007, insomma, parte la cura della Bce per i mali europei.
Visto così, può sembrare sinistro. Invece il mercato delle cartolarizzazioni, se riuscisse a decollare veramente, potrebbe aiutare in maniera concreta l’Europa a ridurre la morsa del credit crunch. I finanziamenti Tltro che la Bce inizierà ad erogare questa settimana (vedere articolo sopra) daranno liquidità a basso costo alle banche, ma questo rischia di non bastare: ciò che limita la loro capacità di erogare credito a imprese e famiglie è infatti tutt’ora la mancanza di sufficiente capitale.
Le cartolarizzazioni servono proprio per superare questo impasse: permettono alle banche di "svuotare" i bilanci dai vecchi crediti e dunque, a parità di capitale, consentono loro di erogarne di nuovi. Il programma di acquisto di cartolarizzazioni è quindi strettamente legato a quello del Tltro: uno fornisce liquidità alle banche, l’altro amplia le loro possibilità di erogare credito. Il problema è che esistono ancora molti ostacoli tra il progetto della Bce e il suo successo: regolamentari, strutturali e di mercato.
Il nodo del credito
Andiamo con ordine. Cartolarizzare significa trasformare in "carta", cioè in titoli negoziabili, mutui e finanziamenti. Una banca prende un pacchetto di crediti e li vende ad una società-veicolo costituita ad hoc. Questa società acquista il pacchetto indebitandosi sul mercato: emette cioè obbligazioni (che si chiamano Abs, Rmbs o Cmbs) il cui rimborso sarà garantito dai crediti acquistati dalla banca. Solitamente questi bond vengono emessi in diverse tranche: le prime (definite junior) prendono le prime perdite. Le seconde (mezzanine) incassano le perdite non assorbite dalla tranche junior. Infine ci sono i bond senior, i più sicuri.
Ebbene: la Bce, secondo quanto annunciato da Mario Draghi, avvierà a ottobre un programma di acquisti di bond senior (i sicuri) e forse di bond mezzanini. L’obiettivo è di far ripartire in questo modo il mercato delle cartolarizzazioni e, dunque, di permettere alle banche di "impacchettare" e vendere grossi ammontari di crediti: così facendo, le banche possono «svuotare» il bilancio e tornare ad erogare finanziamenti. La speranza della Bce è che questa operazione, unita ai nuovi prestiti Tltro, aiuti l’Europa a colmare il "buco" del credito che, dal 2009, si è infatti allargato di 573 miliardi, dei quali 89 in Italia.
Tra il dire e il fare
Il problema è che anche quando la Bce inizierà a comprare Abs, non è detto che il beneficio per le banche (dunque per il credito alle imprese) sia così rilevante come auspicato. Il primo motivo è legato alle regole contabili: per "liberare" veramente i bilanci delle banche, non basta vendere alla Bce o sul mercato la tranche «senior» di una cartolarizzazione (la più sicura). E può non bastare nemmeno la vendita delle «mezzanine». Per svuotare il bilancio veramente, bisogna trovare acquirenti per una parte consistente della cartolarizzazione, non solo per le sue fette migliori: bisogna, insomma, vendere effettivamente i rischi. Non solo la crema.
Questo è il primo problema. Dato che gli investitori su questo mercato sono pochi, difficilmente le banche riusciranno a cedere intere cartolarizzazioni. Ecco perché si discute tanto se mettere garanzie statali sulle obbligazioni «mezzanine»: l’obiettivo è di renderle più sicure per farle comprare alla Bce, svuotando così veramente i bilanci delle banche. Ma Germania e Francia si oppongono. Questo nodo, dunque, resta da sciogliere: altrimenti il programma della Bce rischia di essere poco efficace.
Ci sono poi ostacoli di tipo regolamentare. Oggi le cartolarizzazioni sono spesso strutture complesse, emesse da banche di Paesi diversi che hanno sistemi giuridici e giudiziari diversi. Questo rende difficile creare un mercato veramente europeo, uguale per tutti. Per di più le regole di Basilea e di Solvency rendono poco conveniente per banche e assicurazioni (che sono pur sempre i principali attori sui mercati finanziari) acquistare Abs come normali investitori.
Le proposte e le azioni
Cosa farà la Bce per superare queste problematiche tecniche non si sa ancora. I dettagli del piano sugli Abs saranno resi noti a ottobre. Ma sul mercato varie iniziative già ci sono. Stanno per esempio facendo già la loro parte la Bei (Banca europea per gli investimenti) e il Fei (Fondo europeo per gli investimenti), con quella che hanno battezzato «Abs initiative»: con questo programma la Bei già può comprare i bond senior derivanti da cartolarizzazioni e il Fei può mettere la sua garanzia sulle tranche mezzanine. Bei e Fei, insomma, fanno già in piccolo quello che dovrebbe fare in grande la Bce da ottobre. Ma, come detto, in piccolo. La loro portata è limitata rispetto all’ammontare del problema (un credit crunch in Europa da 573 miliardi).
In attesa della Bce, inoltre, stanno già arrivando molte proposte per rivitalizzare il mercato delle Abs. Qualche giorno fa Eurofi, il think-thank francese guidato da Jacques de Larosiére, ha redatto un documento riservato in cui si propongono alcune riforme. Innanzitutto Eurofi sta lavorando per creare un mercato cartolarizzazioni di "serie A": più trasparenti, standardizzate e prive di ogni conflitto d’interessi. Cartolarizzazioni di alta qualità, che nascano con un processo standard. Infine Eurofi propone di ridurre gli handicap regolamentari per le banche e le assicurazioni che comprano Abs: almeno le cartolarizzazioni di "serie A" dovrebbero assorbire poco capitale. Insomma: il mercato si muove. In attesa che arrivi la Bce a farlo rifiorire. Ma se gli attuali problemi strutturali e regolamentari non vengono superati, è possibile che dalla montagna dell’Eurotower alla fine esca solo il proverbiale topolino.
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Morya Longo, Il Sole 24 Ore 14/9/2014