Beda Romano, Il Sole 24 Ore 13/9/2014, 13 settembre 2014
EUROGRUPPO: MENO TASSE SUL LAVORO
MILANO.
Alle prese con una nuova frenata dell’economia e gravi rischi di deflazione, l’Europa è alla disperata ricerca di un mix di politica economica che includa misure di politica monetaria e di bilancio, così come ambiziose riforme economiche, tra cui un taglio del cuneo fiscale. Da una riunione dei ministri delle Finanze della zona euro è emersa ieri la difficoltà a trovare il giusto dosaggio dei diversi elementi, proprio mentre Parigi vuole rinviare nuovamente la riduzione del proprio deficit entro i limiti di Maastricht.
«La zona euro è entrata in una nuova fase - ha detto il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem durante una conferenza stampa a Milano dove i ministri delle Finanze europei si stanno riunendo in occasione della presidenza italiana dell’Unione -. Il nostro obiettivo è passato dalla preservazione della stabilità finanziaria al sostegno della crescita. Siamo tutti d’accordo che la zona euro deve aumentare la sua crescita potenziale e creare un maggior numero di posti di lavoro».
L’aumento della crescita potenziale richiede ambiziose riforme economiche. I ministri hanno approfittato della riunione milanese per fare il punto sulla riduzione del cuneo fiscale, un problema che la Commissione europea ha evidenziato in 11 paesi europei. «Ridurre il peso fiscale sul lavoro - si legge in un comunicato - ha il potenziale di sostenere i consumi, stimolare l’offerta di lavoro e l’occupazione, così come di migliorare la competitività e la redditività delle imprese».
La riduzione del cuneo fiscale è tra le riforme urgenti individuate dall’Eurogruppo, ma perché sia efficace deve essere associata da misure per modernizzare il mercato del lavoro. In un discorso giovedì sera sempre a Milano, Draghi aveva notato: «Un esempio interessante è quello delle professioni regolate, il cui numero varia da Paese e Paese: 45 in Estonia, 170 in Italia, 219 in Francia, 304 in Slovacchia (…) Queste barriere all’ingresso limitano la concorrenza e l’occupazione».
Nel contempo, secondo Dijsselbloem, la riunione di ieri ha mostrato «un ampio consenso» a rispettare le regole del Patto di Stabilità e di Crescita. «Flessibilità è possibile, ma solo nel quadro delle regole esistenti».
La presa di posizione è giunta mentre alcuni grandi paesi, tra cui la Francia, sono in evidente difficoltà nel rispettare le regole europee di bilancio. Il governo Valls ha fatto capire che intende rinviare dal 2015 al 2017 la riduzione del deficit pubblico sotto il 3,0% del Pil.
Le reazioni pubbliche alla scelta francese sono state di prammatica o guardinghe, a seconda dei casi. Dijsselbloem ha spiegato: «La discussione è appena iniziata». Il commissario agli Affari economici e prossimo vice presidente della Commissione Juncker per la crescita e l’occupazione, Jyrki Katainen, ha aggiunto che un eventuale rinvio degli obiettivi di bilancio deve avvenire «se ha senso, e non su pressioni politiche». In privato, alcuni ministri hanno ammesso che la discussione ha avuto toni duri.
A Bruxelles si prevede che la Francia si appellerà alla crisi economica, citando «circostanze eccezionali», come previsto dalle regole europee. «Parigi vorrebbe sancire per decreto che queste sono circostanze eccezionali - commenta un alto responsabile europeo -. Le cose non stanno proprio così. Roma è più astuta. Dopo avere chiesto pubblicamente più flessibilità, ha capito che è meglio puntare su trattative private che discussioni pubbliche per cercare di strappare margini di manovra».
Lo stesso presidente della Banca centrale europea Mario Draghi ha aggiunto che le regole di bilancio non devono essere messe «a repentaglio». Dal canto suo, sempre Dijsselbloem ha aggiunto: «Dobbiamo trovare un delicato equilibrio tra politica di bilancio e riforme economiche». Il problema è che si può difendere la credibilità delle regole di bilancio solo associando la maggiore flessibilità a riforme strutturali che si dimostrino veramente utili per rafforzare la crescita economica.
I Paesi della zona euro hanno delineato un percorso per rilanciare l’economia europea, evitare la deflazione e aiutare la riduzione dell’indebitamento. Il problema è che gli stati membri hanno visioni diverse sul dosaggio degli elementi del trittico, vale a dire la politica monetaria, le misure di bilancio e le riforme economiche: quanto allentare, quanto riformare, quanto risanare?
Le prossime settimane saranno dedicate a una trattativa serrata.
Beda Romano, Il Sole 24 Ore 13/9/2014