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 2014  settembre 13 Sabato calendario

I GUAI DI TAV: PLATINI E QUELLA CASA STRAPAGATA

Platini dice che il presidente federale italiano ha detto delle bestialità imperdonabili? L’Espresso accusa Tavecchio per una spericolata operazione immobiliare da 9 milioni di plusvalenza? Un nuvolone nero (leggi: sanzione Uefa) segue passo passo, da settimane, il neo-presidente italico minacciando grandine? E che sarà mai! Lui, Carlo Tavecchio, guarda e passa avanti. Tant’è che al termine del Consiglio federale di ieri, ai cronisti che lo attorniano come api sul fiore, regala una supercazzola da consegnare agli annali: “Apriamo una nuova stagione delle riforme – è il proclama –, della modernizzazione della federazione e dell’organizzazione federale con criteri moderni e sburocratizzati. Abbiamo la necessità di rendere la federazione più vicina a chi ne fruisce”.
Però! Non contento, Tavecchio annuncia che “la riforma dei campionati sarà la madre di tutte le battaglie” (Serie A da 20 a 18 squadre, Serie B a 20, Lega Pro sforbiciata il più possibile) e che Michele Uva, già dirigente Coni, assume la carica di dg della Figc al posto di Antonello Valentini. Roba forte. Tornando a bomba (o alle bombe che stanno per esplodere), una cosa è certa: Tavecchio sta pensando di chiedere i diritti d’autore. Ricordate lo strano caso del palazzo di via della Stamperia, a Roma, che nell’aprile 2012 il presidente dell’Enpap (l’ente degli psicologi), Arcicasa, acquistò per 44,5 milioni dal senatore del Pdl Riccardo Conti, palazzo che lo stesso Conti aveva acquistato tre mesi prima al costo di 26,5 milioni? Nel giro di 90 giorni era stata realizzata una plusvalenza di 18 milioni: tutti contenti, tranne i poveri psicologi iscritti all’Albo che vedevano dilapidare così, dal loro presidente, i sudatissimi contributi di una vita da “strizzacervelli disperati”. Direte voi: okay, ma che c’entra Tavecchio? Beh, c’entra moltissimo.
Per chi ancora non lo sapesse: il 14 febbraio del 2008, come ha rivelato l’Espresso, l’allora presidente della Lega Dilettanti Tavecchio acquistò – con i soldi in cassa dei 14 mila club iscritti alla Lega – un intero piano del palazzo di piazzale Flaminio 9, in pieno centro a Roma, per 19,7 milioni. Peccato che il venditore, Cesare Anticoli, tre settimane prima – per l’esattezza il 23 gennaio – avesse acquistato lo stesso piano pagandolo 11 milioni con una plusvalenza di 8,7 milioni in 21 giorni che nemmeno Moggi ai tempi belli. “Noi Lega Dilettanti abbiamo comprato casa da un noto immobiliarista romano, Cesare Anticoli: quando ho letto sul giornale che il palazzo era in vendita l’ho contattato e ci siamo accordati – ha spiegato ieri Tavecchio – Ma si è trattato di un investimento perché già oggi il palazzo è super rivalutato. E mi preme dire che si tratta di denaro che la Lega ha accantonato con il marketing: anziché tenere i soldi in banca abbiamo fatto un investimento. Ad esempio, mettiamo che un domani la Figc voglia fare una sede unica: ebbene, la Lega Dilettanti potrebbe vendere alla Figc e guadagnarci”. Il virgolettato è testuale.
Dunque, come si evince dallo scenario prospettato, il sogno ad occhi aperti di Tavecchio – non per niente ex bancario – è realizzare una plusvalenza milionaria vendendo un proprio acquisto a se stesso. E poi dicono che solo Lotito, nell’entourage federale , ha perso la testa. Detto che Crozza, a La7, sta stappando bottiglie di Dom Pérignon a raffica (Tavecchio sarà il suo cavallo di battaglia per la nuova stagione), la domanda che tutti si pongono è: ma davvero il calcio italiano vuole andare avanti così, verso una Little Big Horn che il generale Custer, al confronto, era uno stratega prudente e illuminato? La Figc ha appena ospitato, a Roma, il convegno dell’Uefa sul rispetto della diversità, il tutto mentre il suo presidente – sotto inchiesta a Nyon per dichiarazioni razziste – veniva tenuto chiuso a chiave nello sgabuzzino di via Allegri per evitare imbarazzi, e con Platini che in mondovisione dichiarava: “Le parole di Tavecchio sono state gravi e inappropriate. Ha detto che non pensava quelle cose, ma bisogna pensare prima di parlare. La sentenza-Uefa? Aspettiamo e poi ne parliamo”. Il procuratore federale Palazzi, aggiungendo ridicolo al ridicolo, ha già assolto il presidente federale perché il fatto, of course, non sussiste. Ora ecco spuntare la storia di Tavecchio che compra a 19 milioni un palazzo che venti giorni prima ne valeva 11. Come dite? Certo, è il nuovo “made in Italy” che avanza.
Paolo Ziliani, il Fatto Quotidiano 13/9/2014