Fulvia Caprara, La Stampa 15/9/2014, 15 settembre 2014
ILARIA SPADA: «DA VELINA AD ATTRICE, MA QUANTA FATICA»
Un passo dopo l’altro, come aveva imparato quando studiava danza classica, Ilaria Spada, nata a Latina nel 1981, si sta spogliando della vecchia immagine di miss e di velina, per acquistare quella di giovane attrice versatile, adatta al cinema e alla tv, non necessariamente vistosa, non banalmente provocante. Anzi, sulla terrazza dell’Excelsior, nemmeno un filo di trucco, mescolata al bailamme della Mostra del cinema, era una ragazza qualunque che diceva cose giudiziose. Una che ha saputo fare il salto dalla tv popolare al film-denuncia di Diego Bianchi in arte Zoro, Arance e martello, nelle sale. Una che adesso gira a Roma l’opera prima di Edoardo Falcone Se Dio vuole, con Laura Morante, Marco Giallini, Alessandro Gassman. Una che, in autunno, sarà su Raiuno con la fiction in costume Il segreto di San Leonardo, regia di Carmine Elia, nel ruolo di cantante.
Come è stata scelta per «Arance e martello»?
«Il regista ha voluto incontrarmi, abbiamo chiacchierato a lungo, poi ho fatto un provino su parte. Aveva idee chiarissime. Lui è stato un ottimo direttore d’orchestra, capace di porsi su un piano paritario con gli attori e di lasciare spazio alle loro iniziative».
Da allora ha provato più forte la voglia di cinema?
«Quella c’è da sempre, quando si sente il bisogno di cambiamenti succede che, alla fine, i desideri si realizzano. Ma non è facile».
Vuol dire che se si parte con l’etichetta di velina, poi è complicato liberarsene?
«Sì, per tutti è più semplice andare avanti secondo classificazioni stabilite, si cercano sempre gli stessi attori per gli stessi ruoli, ci si affida alle certezze. Per muoversi in direzioni diverse bisogna combattere, ma per fortuna, piano piano, succede che le occasioni arrivano. E poi io alla fatica sono abituata, ho cominciato a studiare danza classica a 3 anni, è una disciplina dura».
Poi però l’ha abbandonata.
«A 18 anni ho cominciato ad avvertire bisogni diversi, e ho iniziato a fare tv. Peccato che l’epoca delle grandi coreografie sul piccolo schermo sia finita, quando rivedo quei vecchi programmi di intrattenimento con la Carrà, provo nostalgia. Adesso quella qualità non c’è più. Anzi, quando ho avuto le mie prime esperienze, la danza classica non m’è stata di aiuto».
Come mai?
«Ha presente le ballerine in tutù? Si muovono con piccoli passi, io ero abituata così, e mi dicevano che non andava bene, che camminavo come una papera».
Lei è anche mamma, come riesce a conciliare tutto?
«Non ero una grande organizzatrice della mia vita, ma l’arrivo di un figlio ti impone di non perdere tempo, ti sblocca, ti insegna un sacco di cose».
Con il suo compagno Kim Rossi Stuart forma una di quelle coppie di spettacolo che mandano in visibilio i fotografi. Che effetto le fa?
«Quando sono con mio figlio e mi sento spiata, provo ovviamente una sensazione spiacevole che, comunque, non è ragione di psicodramma. Tranne in qualche situazione: la prima volta che sono uscita con il bambino, tutti quei flash sulla culla mi hanno dato fastidio».
Che parte interpreta nel film di Falcone?
«Sono la figlia di Laura Morante e di Marco Giallini. La storia parla di una famiglia, e di un evento che cambierà la vita di tutti. Il film uscirà a febbraio».