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 2014  settembre 15 Lunedì calendario

LA LEGGENDA DI MOANA


Vent’anni fa, il 15 settembre 1994, Moana Pozzi moriva in un ospedale di Lione stroncata da un cancro al fegato. Aveva solo 33 anni e la notizia inaspettata travolse l’opinione pubblica che aveva imparato a conoscere, e in molti casi amare, la più famosa pornostar italiana al di fuori del suo ambiente hard.
Cresciuta in una famiglia borghese di Genova che le aveva dato il nome di un’isola delle Hawaii, educata dalle suore, intelligente e garbata, Moana aveva infatti sdoganato il mondo oscuro della pornografia partecipando come ospite “parlante” a trasmissioni tv e talk show, sfilando sulle passerelle di moda e ottenendo il rispetto di intellettuali del calibro di Biagi e Montanelli.
Quando non era sui set a luci rosse per girare film dai titoli inequivocabili (Super vogliose di maschi, Le calde labbra bagnate, Il castello del piacere, Mandingo Superstar...) si trasformava insomma in un personaggio “per famiglie” consacrato tra l’altro dall’irresistibile imitazione di Sabina Guzzanti. La gente ammirava la bellezza bon ton di quella star vietata ai minori, ascoltava le sue riflessioni pacate dimenticando il contenuto “impresentabile” dei suoi film e dei suoi spettacoli dal vivo.
COME ELVIS
Moana è stata un mito in vita e lo è diventata ancora di più dopo la morte. Com’è accaduto nel caso di Elvis, qualcuno (l’ex pornostar Eva Henger, ad esempio, o il biografo Brunetto Fantauzzi) vuol convincersi che sia ancora viva, nascosta magari su un’isola tropicale per dimenticare il suo passato costruito dal manager Riccardo Schicchi, l’inventore di Cicciolina ed ex marito della Henger, scomparso nel 2012.
Si è parlato a lungo di mistero e la Procura ha perfino aperto un’inchiesta. Già dieci anni fa l’esibizione del certificato di morte di Moana e le testimonianze raccolte nell’ospedale dove la diva chiuse gli occhi avrebbero dovuto stroncare ogni illazione. Ma la leggenda non si è spenta nemmeno quando il vedovo di Moana, l’ex istruttore sub Antonio Di Ciesco sposato in segreto a Las Vegas nel 1991, rivelò di aver aiutato la moglie a morire, scatenando per questo polemiche e finendo sotto processo.
L’INTERVISTA
In un’intervista-bomba rilasciata al compianto Aldo De Luca proprio sul Messaggero, Di Ciesco dichiarò di aver introdotto dell’aria nella flebo che teneva in vita la povera Moana: ormai consumata dal tumore, sarebbe stata lei stessa a chiedergli di porre fine alle sue sofferenze...
Tra omaggi postumi, ricordi e reliquie, il culto di Moana non accenna a tramontare. In questi vent’anni, è stato alimentato da rivelazioni, smentite e colpi di scena veri o presunti. Nel 2006 Simone Pozzi, ritenuto il fratello minore della pornostar, rivelò di essere suo figlio nato quando lei aveva solo 17 anni. Di Ciesco lo smentì in diretta tv. E per molto tempo si è parlato dell’Aids come vera causa della morte di Moana: ma il ritrovato certificato di sieronegatività abbatté questa ipotesi.
LA NEW AGE
Qualche mese fa è spuntato un film hard inedito intitolato “Moana... l’ultima volta” e girato pochi mesi prima di morire: la protagonista, già attaccata dal male e dimagritissima, è quasi irriconoscibile. Sembrano lontani i tempi in cui scriveva libri rivelando la propria “filosofia” di vita vicina alla new age e le frequentazioni con i potenti. All’apice della celebrità, la Pozzi scese anche in politica fondando nel 1992, ma senza essere eletta, il Partito dell’Amore che ai primi punti del programma prevedeva la riapertura delle case chiuse e la liberazione sessuale.
Cosa resta di Moana? Nell’ombra è tornata la sorella Mina, detta Baby Pozzi, oggi 51 anni, che per un certo periodo interpretò film hard prima di sparire. Numerosi sono stati gli omaggi dedicati alla diva: il cartone animato di Mario Verger, il film “Guardami” di Davide Ferrario, la miniserie di Sky “Moana” con Violante Placido descritta come una ragazza trascinata nel porno con l’inganno.
Ma la vera Pozzi non si dichiarò mai pentita per la vita che si era scelta dopo qualche esperienza di valletta tv e comparsate nel cinema “per tutti”. «Vivi come se dovessi morire domani e pensa come se non dovessi morire mai», ripeteva Moana citando Evola. Anche questo, a dispetto di ogni oggettività, ha contribuito a renderla immortale.