Libero 15/9/2014, 15 settembre 2014
IN FUMO 8MILA EURO DI STIPENDIO
Oltre 8mila euro: a tanto ammonta la perdita annua di reddito disponibile per le famiglie italiane dal 2000 a oggi. Una cifra considerevole, che non viene certamente compensata, in termini assoluti, dall’aumento di reddito di cui hanno goduto professionisti e imprenditori che portano a casa 3.142 euro in più rispetto a quattordici anni or sono. I dati emergono dal rapporto sui salari dell’Isrf Lab curato dal segretario generale della Fisac Cgil, Agostino Megale e da Nicola Cicala intitolato «Poveri salar». Gli autori non rinunciano a declinare le evidenze raccolte in chiave classista, ma il dato ultimo non cambia. Dall’inizio del decennio scorso il Paese ha vissuto un impoverimento progressivo, dovuto soprattutto alla scure del fisco che è calata con sempre maggior forza sui salari, determinandone un vero e proprio crollo.
Per comprendere la dimensione del fenomeno basta fare un raffronto sui redditi a pressione fiscale costante. Se il peso di tasse e imposte sui redditi da lavoro fosse rimasto ai livelli del 1980, spiegano Megale e Cicala, il salario netto mensile sarebbe ora di circa 1.600 euro invece dei 1.300 che prende l’italiano medio. Non si sarebbe generata così una perdita di circa 300 euro al mese, pari a circa 3.500 euro di tasse in più pagate ogni anno da chi lavora .
La paga di un giovane neolaureato, se va bene, oscilla tra gli 800 e i 1.000 euro mensili fino a trentacinque anni. Sol fronte opposto della scala demografica ci sono sette milioni di pensionati che percepiscono meno di 1.000 euro mensili».
Impietoso il raffronto con la Germania. A fronte dei 1300 euro di netto mensile medio, lo stesso lavoratore tedesco ne guadagna almeno 1800. Circa 6mila in più all’anno.
Tra i più colpiti dall’erosione salariale, ci sono i giovani che negli anni Settanta guadagnavano il 10% in più della media nazionale, mentre dagli anni della crisi in poi ne portano a casa il 12% in meno
Immuni dal fenomeno che ci sta costando fra l’altro anche la crescita zero, ci sono i top manager. Curioso il calcolo fatto da Megale: al signor Rossi servono ben 225 anni di stipendio per guadagnare quel che prende in soli 12 mesi un gold collar italiano. Disuguaglianze a parte, l’impoverimento progressivo dei ceti produttivi è pure alla base del crollo registrato dalla domanda interna negli ultimi anni. Il fenomeno che più di ogni altro ci impedisce di imboccare la strada della ripresa.
A. BAR.