Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  settembre 13 Sabato calendario

PER FARINETTI MAXI DIVIDENDO DA 35 MILIONI

PER FARINETTI MAXI DIVIDENDO DA 35 MILIONI -
Maxi dividendo da 35,52 milioni di euro per la holding Eatinvest spa della famiglia Farinetti. Tutto merito della cessione, annunciata a marzo, del 20% di Eataly, la nota catena di distribuzione di prodotti alimentari italiani, al fondo di private equity Tip di Giovanni Tamburi al prezzo di 120 milioni. Il 18 giugno si è tenuta un’assemblea straordinaria degli azionisti della finanziaria Eatinvest, partecipata per la quota di maggioranza da Nicola, Andrea e Francesco Farinetti, figli di Oscar - fondatore del gruppo che di recente ha preferito fare un passo indietro - e che conta tra i soci di minoranza anche le famiglie Barbero, Marchelli e Paolo Nocivelli.
Gli azionisti di Eatinvest, che a sua volta custodisce la quota di controllo del 60% di Eataly, hanno approvato un mini bilancio al 31 maggio 2014, dopo che ad aprile avevano stabilito di modificare la chiusura dell’esercizio sociale dal 31 dicembre al 31 maggio di ogni anno. Ebbene, il mini bilancio si è chiuso con un utile record di 116,47 milioni proprio grazie alla maxi plusvalenza da 117,79 milioni realizzata dalla Eatinvest con la cessione del 20% di Eataly srl a Clubitalia srl, veicolo, quest’ultimo, che fa capo al private equity di Giovanni Tamburi.
L’assemblea straordinaria della holding dei figli di Farinetti, dopo aver approvato Futile di 116,47 milioni, ha deciso di concedersi una consolazione per la perdita di una quota importante del gruppo di distribuzione di prodotti alimentari: un dividendo complessivo da 35,52 milioni, corrispondente a una cedola unitaria lorda di 296 euro, che è stata messa in pagamento alla fine di giugno. La restante parte di profitti, pari a quasi 81 milioni, è stata invece portata a nuovo.
Proprio alla fine di giugno, l’agenzia Radiocor aveva rivelato i numeri di bilancio del 2013 di Eataly (contenuti a loro volta in quello dello stesso anno della Eatinvest), esercizio che era stato archiviato con un valore della produzione in crescita da 185,4 a 226,1 milioni e con un utile netto in flessione del 28,5% a 2,6 milioni. I costi per il personale, alla fine del 2013, quando Eataly impiegava 1.870 dipendenti, si attestavano a 54 milioni. In Italia, l’occupazione è cresciuta da 525 a 733 unità con 247 assunzioni e 39 fra dimissioni e licenziamenti. Soprattutto, però, nel 2013, negli Stati Uniti, sono state assunte 660 persone nel nuovo negozio di Chicago, più i 680 impiegati a New York.
Il tema dell’occupazione, di questi tempi, è particolarmente caldo per Eataly, che alla fine di agosto ha dovuto fare i conti con il primo sciopero della sua storia. A far partire la protesta è stato un gruppo di giovani del negozio di Firenze, che ha denunciato la «dismissione, da parte dell’azienda, del 50% del personale» reclutato a dicembre. Lo store era stato inaugurato proprio alla fine dell’anno scorso, alla presenza del non ancora premier Matteo Renzi e del fondatore Oscar Farinetti, suo grande amico.
In realtà, la Eataly srl, controllata da Eatinvest, è a sua volta una sorta di “scatola” a cui fanno capo diverse società attive in svariati settori. Tra queste, Eataly distribuzione srl, posseduta al 60%, che gestisce la «vendita al dettaglio dei prodotti alimentari italiani» e che ha terminato il 2013 con un utile di 3,37 milioni; Acque minerali srl, partecipata al 50%, che produce e commercia la “Lurisia” e ha archiviato l’esercizio al 2013 con profitti di 1,63 milioni; Eataly media srl, costituita con un capitale di 25mila euro nell’aprile del 2013 per occuparsi di attività editoriale e pubblicità, che ha realizzato un mini utile di 40.770 euro. In perdita soltanto le controllate Eataly birra srl, per appena 1.400 euro, e Eataly net, che gestisce la commercializzazione e la distribuzione, anche via internet e mobile, di tutti i prodotti, e che nel 2013 ha chiuso in rosso per 146mila euro.