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 2014  settembre 14 Domenica calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - IL DECAPITATO E IL TERRORE A FIUMICINO


REPUBBLICA.IT
WASHINGTON - "Gli Stati Uniti condananno con forza il barbaro assassinio del cittadino britannico David Haines da parte dei terroristi dell’Is". Con queste parole il presidente Usa Barack Obama commenta l’uccisione del cooperante britannico, decapitato in un video diffuso ieri dai jihadisti dello stato islamico. Nella sua dichiarazione Obama esprime solidarietà alla famiglia di Haines e al Regno Unito, rinnovando l’impegno per la creazione di una "vasta coalizione di nazioni" per assicurare alla giustizia "gli esecutori di questo atto oltraggioso" e per "degradare e distruggere" l’Is.
L’ANALISI / Is è il gruppo terroristico più ricco della storia
Intanto il premier David Cameron ha convocato una riunione del comitato di emergenza ’Cobra’. Alla riunione, riportano i media britannici, partecipano i vertici militari e della sicurezza. Il premier britannico ha definito l’uccisione di Haines "spregevole e sconvolgente". Si è trattato, ha detto, di "un atto di pura barbarie", contro un "eroe nazionale". Il premier ha promesso di "fare tutto quanto è in nostro potere per catturare gli assassini e assicurarli alla giustizia", "non importa quanto tempo ci vorrà". E poi ha dichiarato: "Quelli dello Stato islamico non sono musulmani, ma mostri".
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha scritto a Cameron per porgergli il cordoglio italiano, invocando "l’unità" della comunità internazionale. "Contro la ferocia del terrore - scrive Renzi - è determinante che sia unita la risposta della comunità internazionale, dell’Europa, impegnata in prima linea nella lotta contro questa odiosa, folle minaccia".
Però il sottosegretario agli Esteri Mario Giro fa capire che l’Italia continuerà a trattare per liberare gli ostaggi italiani in mano ai terroristi. "La politica dell’Italia - ha detto Giro - è di riportare a casa tutti gli ostaggi, non importa come. Ogni paese è sovrano per quanto riguarda la scelta se trattare o meno" con i rapitori, ha aggiunto. Una posizione che sarebbe stata assai controversa, e infatti la correzione di tiro arriva poco dopo: "La politica dell’Italia è di non abbandonare nessuno" ma utilizzando "mezzi leciti e possibili" nell’ambito del "massimo riserbo". Giro precisa di non aver mai detto "non importa come" né di aver parlato di "trattative" per liberarli

REPUBBLICA.IT
NEW YORK - È tornato ancora una volta, la terza in un mese, a mostrare al mondo l’orrore. Il boia che ha eseguito la condanna a morte del cooperante scozzese, David Haines, è probabilmente lo stesso che ha decapitato i due giornalisti americani, James Foley e Steven Sotloff. Completamente vestito di nero, come nei precedenti video, il volto coperto da un cappuccio che lascia vedere solo gli occhi, e un forte accento inglese. Anche in questo caso l’uomo preannuncia una nuova ’esecuzione’: la prossima vittima, dice, sarà un altro ostaggio britannico, identificato con il nome di Alan Henning.
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I servizi segreti britannici stanno cercando di individuare il jihadista dei video utilizzando le più sofisticate tecniche per il riconoscimento vocale. Il maggiore sospettato è l’ex dj e rapper Abdel-Majed Abdel Bary, ma si sospetta su altre tre persone.
Questa volta, il carnefice si è rivolto a Cameron, dicendogli che l’alleanza con gli Usa porterà solo ad "accelerare la tua distruzione" e trascinerà la Gran Bretagna "in un’altra sanguinosa guerra che non potete vincere". L’Is, dopo l’America, ora minaccia "la guerra contro la coalizione, l’Europa, i cristiani".

REPUBBLICA.IT
WASHINGTON - Guadagnano più di 3 milioni di dollari al giorno con il contrabbando di petrolio, il traffico di esseri umani, furti e estorsioni. I militanti dello Stato islamico, che fino a qualche tempo fa si servivano di ricchi donatori del Golfo Persico per finanziare le loro attività, secondo i funzionari dell’intelligence Usa e alcuni esperti sono diventati un autosufficiente colosso finanziario.
Le risorse dell’Is, sostiene un funzionario dell’intelligence degli Stati Uniti non ha voluto rendere noto il suo nome, superano "quelle di qualsiasi altro gruppo terroristico della storia". E queste ricchezze sono una delle maggiori preoccupazioni dei funzionari americani che, pur non avendo prove, temono che il gruppo terroristico stia tramando attacchi contro gli Stati Uniti. L’Is controlla gran parte della Siria e dell’Iraq, controllando 11 campi petroliferi in entrambi i Paesi. Il petrolio e altre merci sono vendute di contrabbando sotto il naso degli stessi governi che combattono: curdo al nord dell’Iraq, Turchia e Giordania.
L’intelligence statunitense non pensa che i governi siano complici nel contrabbando, ma l’amministrazione Obama insiste perché facciano di più per reprimere le attività dei terroristi. Il prezzo che lo Stato islamico ottiene per il combustibile di contrabbando è scontato - dai 25 ai 60 dollari per un barile di petrolio che vende normalmente per più di 100 dollari - ma i profitti totali dal combustibile superano 3 milioni di dollari al giorno, ha detto Luay al-Khatteeb, della Brookings Institution in Qatar.
Fuori dall’Iraq, il gruppo terroristico ha guadagnato centinaia di milioni di dollari dal contrabbando di antichità: gli oggetti sono venduti in Turchia, sostiene al-Khatteeb. Altri milioni arrivano dal traffico di esseri umani con la vendita di donne e bambini come schiavi del sesso. Altre entrate arrivano da estorsioni, riscatti di ostaggi rapiti e furti di materiali provenienti dai Paesi dell’Is, beni che gli estremisti hanno sequestrato.
"Le attività di raccolta di denaro assomigliano a quelli di un’organizzazione mafiosa", ha detto un altro funzionario dell’intelligence statunitense. "Sono ben organizzati, sistematici e ottengono attraverso l’intimidazione e la violenza". Anche prima di conquistare Mosul nel mese di giugno, per esempio, il gruppo ha cominciato a imporre "tasse" su quasi ogni aspetto dell’attività economica, minacciando di morte chi non volesse pagare. Secondo le stime del Council on Foreign Relations, il gruppo sta raccogliendo 8 milioni di dollari al mese dalle estorsioni a Mosul.
Nella scorsa primavera, quattro francesi e due giornalisti spagnoli, tenuti in ostaggio dagli estremisti islamici, sono stati liberati dopo che i loro governi hanno pagato riscatti di milioni di dollari. L’Is, sostengono gli esperti, è riuscito a trasformare il territorio conquistato in Siria e Iraq in fonte di reddito. Gli analisti ritengono che il gruppo fa affidamento sul fatto che la zona lungo il confine tra Iraq e Turchia è stata a lungo rifugio di contrabbandieri, e lo è ancora di più dalla caduta del leader iracheno Saddam Hussein nel 2003. Generazioni di famiglie hanno illecitamente trasportato merci attraverso questa regione.
Secondo gli esperti sarebbe facile interrompere il flusso di denaro che arriva dal contrabbando di petrolio con attacchi aerei americani. Ma finora nessuna decisione è stata presa di colpire infrastrutture siriane e irachene dove lavorano civili che potrebbero essere stati costretti.


CORRIERE DELLA SERA DI OGGI (DAGOSPIA)
I terroristi dell’Isis hanno ignorato il disperato appello della famiglia ed hanno decapitato l’ostaggio britannico, David Haines, 44 anni, in mano agli estremisti dal maggio 2013. Il rituale è identico alle esecuzioni dei giornalisti americani James Foley e Steven Sotloff. Probabilmente il medesimo boia, un estremista che si esprimeva in inglese.
Il nuovo atto di barbarie era temuto. Gli esperti dell’intelligence sostenevano che gli uomini del Califfo avrebbero colpito ancora in un momento chiave. E questo lo è, con gli sforzi americani per mettere insieme una coalizione disposta a combattere i jihadisti in Iraq e in Siria. La famiglia di Haines aveva diffuso, nella giornata di ieri, una lettera scritta ai rapitori sollecitando un contatto. Un tentativo estremo di trovare un canale per fermare gli assassini, ma che non ha avuto alcun effetto.
Così è arrivato il video postato su Internet con l’omicidio dell’operatore umanitario sequestrato 17 mesi fa in Siria.Il filmato si apre con uno spezzone dove compare il premier britannico che parla della situazione nella regione. Cambio di immagine. Ecco Haines, costretto a ripetere un messaggio con alle spalle il boia, un uomo mascherato: «Tu, David Cameron, sei interamente responsabile della mia esecuzione. Tu sei entrato volontariamente nella coalizione con gli Stati Uniti contro lo Stato Islamico», ha affermato l’ostaggio.
Dopo qualche altra parola è intervenuto il probabile killer. Vestito di nero, con il pugnale nella mano sinistra, si è espresso in inglese. Una voce simile a quella degli altri video: «Quest’uomo britannico paga il prezzo della tua promessa, Cameron, di armare i peshmerga curdi...Ironia della sorte lui stesso (Haines) ha trascorso un decennio della sua vita nella stessa Royal Air Force responsabile della consegna di queste armi...». Il mujahed, per far capire che il video è recente, ha fatto un riferimento ai recenti raid nella zona di Haditha. Sono stati questi gli ultimi istanti di vita di Haines.
Come negli altri filmati, la registrazione si è interrotta nel momento in cui il terrorista inizia a passare la lama sotto la gola del prigioniero. Una sequenza ripresa subito dopo dalla consueta scena: il corpo dell’ostaggio a terra e decapitato. Poi la nuova minaccia. Il militante è riapparso alle spalle di un secondo cittadino britannico, Alan Henning, anche lui in ginocchio e con la tunica arancione.
La prossima vittima dei tagliatori di teste. Rispetto alle altre «scene», chi ha curato la regia si è preoccupato di cambiarla ancora. C’è solo un leggera collina che non permette di vedere l’orizzonte. Non appare neppure un albero. Questo per non dare il minimo indizio sul luogo, anche se è probabile che sia sempre vicino a Raqqa, cittadina nel nord est della Siria.
Duplice il segnale dello Stato Islamico. Prima si rivolge agli alleati dell’America, mettendoli in guardia sulle possibili conseguenze, e lo fa mentre il segretario di Stato statunitense John Kerry è impegnato in una missione nella regione mediorientale. Ieri era al Cairo. Quindi gli estremisti fanno opera di proselitismo mostrando la loro ferocia. L’uccisione di David Haines è coincisa con altri messaggi, apparsi sempre sul web, dove alcuni militanti (presunti) promettono «guerra all’Europa, alla coalizione anti Isis e ai cristiani in Siria».
E poi si rivolgono ai mujahedin: «Individuate i vostri obiettivi, preparate le autobomba, le cariche e le cinture esplosive per colpire duramente e uccidere». Scenari inquietanti che si uniscono alle indiscrezioni su un possibile attacco contro jet passeggeri americani da parte di un gruppo, ribattezzato «Khorasan».
Una cellula che si starebbe addestrando in Siria nelle file dei jihadisti rivali della formazione qaedista Al Nusra, con l’aiuto di esperti yemeniti capaci di costruire ordigni che sfuggono ai controlli. Il mandante sarebbe Ayman Al Zawahiri, l’attuale capo di Al Qaeda oggi oscurato dal Califfo dell’Isis, Abu Bakr Al Baghdadi. Una gara a chi uccide di più.

2. L’ULTIMA MISSIONE CON UN ITALIANO PER ORGANIZZARE UN CAMPO PROFUGHI
Michele Farina per il Corriere della Sera
Hai 17 anni, rapiscono tuo padre in Siria e non puoi dirlo a nessuno, nemmeno al fidanzato. Fingere che va tutto bene: questo ha fatto per 17 mesi la diciassettenne Berthany Haines, su indicazione degli investigatori britannici. Ha finto fino a 10 giorni fa, quando suo padre è comparso in ginocchio nel video dei terroristi dell’Isis, la tuta arancione e l’angoscia sul volto.
David Haines aveva 44 anni, inglese dello Yorkshire cresciuto in Scozia, educazione alla Perth Accademy, una breve carriera sotto le armi interrotta nel 1999. Da allora aveva sempre campato nel settore della sicurezza privata all’estero. Il contractor angelo custode di agenzia umanitarie nelle zone di guerra: prima i Balcani, dove aveva trovato un nuovo amore, e poi la Libia, il Sud Sudan fino alla Siria l’anno scorso.
L’ultima occupazione: un lavoro con Acted, Agenzia per la Cooperazione Tecnica e lo Sviluppo basata a Parigi. Marzo 2013: Haines sta facendo un sopralluogo al confine con la Turchia con il coordinatore di Acted, l’italiano Federico Motka, per trovare un posto per allestire un campo profughi. Un gruppo armato blocca la loro auto, buca le gomme di quella dell’interprete e prende prigionieri i due europei.
In quei giorni è cominciato il calvario silenzioso di una famiglia, anzi di due. La figlia Bethany e la madre Louise, prima moglie di David, nel paesino scozzese di Scone, Perthshire. La seconda moglie Dragana, che vive in Croazia con la figlia di 4 anni, nel piccolo villaggio di Sisak.
Lì David e Dragana, interprete croata, si sono sposati nel 2010, dopo che Haines era tornato a lavorare nell’area. L’amore e la possibilità di una nuova vita, lontano dalle guerre: David e Dragana aprono una piccola società, Astrea, che fa macchine per produrre gelati sfusi. Ma i guadagni non sono sufficienti per mantenere le due famiglie in Croazia e in Scozia. E così Haines lascia i gelati e torna a fare il security manager in terre di conflitto.
In Libia gestisce la sicurezza per l’ong americana Handicap International che ha lanciato un programma di sminamento. Poi vola in Sud Sudan, dove è impiegato da Nonviolent Peaceforce, un altro gruppo Usa di «operatori di pace non armati». Non sono grandi organizzazioni quelle che impiegano l’ex militare che qualcuno aveva ribattezzato benevolmente «lo scozzese matto»: il direttore di Nonviolent Peaceforce l’ha descritto come un gran lavoratore, che si adattava alle situazioni più disagevoli, esperto di sicurezza.
Una di quelle migliaia di persone oscure che negli ultimi dieci anni hanno girato tra Medio Oriente e Afghanistan per guadagnarsi da vivere o per vedere il mondo o per fare del bene, piccoli contractor descritti talvolta come mercenari. Nel villaggio di Scone, dove tutti si conoscono, il vicino Scot Stevenson diceva pochi giorni fa: «Tutti noi speriamo in un miracolo».
Il miracolo di Federico Motka, liberato a maggio, non si è ripetuto. Il Sunday Times scrive che per l’ostaggio italiano il governo Roma avrebbe pagato un riscatto di quasi 5 milioni di sterline. La linea della fermezza reiterata da Londra non ha lasciato questo spiraglio. La decapitazione prima di James Foley e poi di Steven Sotloff, giornalisti freelance americani, e l’apparizione di David nel video con la minaccia »se non fermate i raid la prossima volta tocca a lui» ha ridotto ulteriormente le speranze.
Secondo alcuni osservatori anche il referendum in Scozia potrebbe aver giocato un ruolo. L’ammiraglio Lord West di Spithhead, ex ministro per la Sicurezza laburista, l’8 settembre aveva detto al Times : «Lo Stato Islamico è molto attento alla nostra politica. Chi gestisce la propaganda online è a conoscenza dell’imminente voto scozzese».
Secondo West l’Isis avrebbe potuto sfruttare l’esecuzione dell’ostaggio per «aiutare» il partito del sì e danneggiare così David Cameron che ha deciso di fornire armi all’esercito iracheno. Cameron ieri notte ha definito l’uccisione di David Haines «un atto di pura malvagità. Faremo di tutto per rendergli giustizia» .


Giulio Mancini per ilmessaggero.it
Allarme nei cieli di Roma intorno alle 14,00 quando da un aereo della compagnia libanese Mea proveniente da Ginevra e diretto a Beirut, volo siglato ME214, è stato annunciato il rischio attentato. E’ stata la torre di controllo della cittadina svizzera ad allertare il comandante del volo della presenza in stiva di una valigia non corrispondente a nessuno dei 118 passeggeri a bordo.
CACCIA Eurofighter CACCIA Eurofighter
Per questo motivo si sono levati in volo due caccia intercettori che hanno scortato il velivolo di linea fino allo scalo di Fiumicino. Si tratta di due Eurofighter della difesa aerea italiana del quarto stormo di base a Grosseto.
Il fuori programma, con la presenza dei due (qualcuno sostiene anche tre) aerei da guerra nei cieli del litorale, è stato notato con una certa preoccupazione da migliaia di bagnanti sulle spiagge di Fregene e Ostia, che hanno avvertito forti esplosioni e continui passaggi dei caccia.
AEROPORTO ROMA FIUMICINO AEROPORTO ROMA FIUMICINO
Una volta atterrato, l’Airbus A320 della compagnia di bandiera libanese Middle East Airlines è stato parcheggiato in una piazzola remota, la numero 846, distante dai terminal e circondato dai mezzi delle forze dell’ordine, dalle ambulanze e dalle cisterne dei vigili del fuoco. I passeggeri sono stati fatti scendere con ordine. Sono in corso le operazioni di controllo da parte dei reparti antiterrorismo della Polizia di Frontiera di Fiumicino.
Sul "Leonardo da Vinci" sono bloccati i rifornimenti dei velivoli in attesa di decollare e si registrano pesanti ritardi. Il traffico è ripreso pressochè regolare intorno alle 15,45. Fino a quel momento i ritardi medi sulle partenze oscillano tra i 50 minuti e un’ora.
eurofighter eurofighter
Centinaia di segnalazioni di strani boati sono giunte ai centralini delle forze dell’ordine. I vigili del fuoco hanno spiegato che si trattava dei due Eurofighter che, partiti per intercettare l’aereo e scortarlo fino a Fiumicino, superando la barriera del suono, hanno provocato le forti detonazioni.