Maria Volpe, Corriere della Sera 14/9/2014, 14 settembre 2014
«Cosa vuoi festeggiare a 80 anni? Ringrazio che sono ancora viva». Lo dice con ironia Ornella Vanoni che lunedì 22 settembre giungerà al traguardo
«Cosa vuoi festeggiare a 80 anni? Ringrazio che sono ancora viva». Lo dice con ironia Ornella Vanoni che lunedì 22 settembre giungerà al traguardo. L’ironia è da sempre la sua arma vincente, «e pure l’autoironia». Si vede che è una donna che ha attraversato emozioni forti, amori intensi, gioie e dolori sconfinati. Senza che nulla di tutto questo l’abbia davvero cambiata. La incontriamo nella sua nuova casa milanese. Naturalmente non ha l’aria di una pensionata: sta girando un film, sta per tornare in scena con il suo tour, sta per uscire un disco. Ha ancora il fisico asciutto e grande charme. Tiene sempre in braccio il suo barboncino Why. «Sono la tua schiava» gli dice affettuosamente. È vero amore con Why? «Non ci lasciamo mai. Due anni fa mi sono innamorata del suo sguardo. Dolce e malinconico». Ci crede davvero quando dice che il tour «Un filo di trucco, un filo di tacco» sarà l’ultimo? «È molto pesante fisicamente. È uno spettacolo intenso che ho scritto con una ragazza bravissima, Federica Di Rosa: canto, recito, improvviso». Sta anche girando un film, «Ma che bella sorpresa», di Alessandro Genovesi. «Una piccola parte: sono la moglie di Renato Pozzetto, la mamma di Claudio Bisio». Non è mai scattata la scintilla con il cinema? «Il produttore Peppino Amato si invaghì di me. Gli chiesi di fare Gilda del Mac Mahon (di Testori, ndr). Poi Peppino morì. Io allora ero timida e insicura, mi venne a mancare la protezione e alla fine rinunciai alla parte. Penso di aver perso un treno importante. È un dispiacere» La musica è sempre la sua vita? «Sì perché mi fa volare. L’ho scelta anche rispetto al teatro proprio perché ha un valore aggiunto». Il 22 come festeggerà? «A Venezia dove ho una piccola casa. Organizzerò una colazione con gli amici veneti su un’isoletta. Chiamerò il pescatore: quel che pesca si mangia». Non ha pensato a un festone? «Ci ho pensato, ma per non offendere nessuno avrei dovuto invitare 200 persone e non me la sono sentita». Che nonna è lei? «Vedo poco i miei nipoti ma credo di essere una buona nonna. Sono felice che ci siano nella mia vita». Ha detto che dopo il tour si dedicherà al jazz... «Vero. Ne ho parlato a lungo con Paolo Fresu. Mi ha detto: devi studiare. Lo farò, ma io il jazz ce l’ho dentro. Quello lineare di Billy Holiday, Amy Winehouse. Senza ghirigori». Ha cantato migliaia di canzoni: quella del cuore? «Le canzoni del cuore sono sempre quelle meno note. Come “La voglia di sognare” che ancora mi commuove». Però è contenta quando le chiedono quelle famose? «Sì certo. Domani è un altro giorno, La musica è finita, Averti addosso » Con chi vorrebbe duettare? «Con Sting». Da una come lei ci si aspetterebbe una presa di distanza dai talent. Invece li ama. «Sì ad Amici seguivo Paolo Macagnino col batticuore. Ora continuo a lavorare con lui. Ma l’Italia è un Paese piccolo con esuberanza di cantanti». Non le piace questa Italia? «No. Penso spesso di andare via, poi decido di restare. È umiliante vedere l’Italia ridotta così. Se guardo Pompei mi viene da piangere. Se penso ai soldi buttati per il ponte sullo stretto di Messina mi intristisco» Cosa la fa ridere? «Più che la comicità preferisco l’ironia. Ma Checco Zalone mi fa molto ridere: non per le battute, per la faccia». Lei ha molto sofferto per amore. Ne è sempre valsa la pena? «È la vita. È così» Gino Paoli dice che ridevate un sacco ai tempi del vostro amore. Lei invece dice che ha pianto molto. «Adesso ridiamo tanto, allora no. Ho sofferto molto per lui. Ora c’è grande affetto tra noi, abbiamo un bel rapporto. E poi io e lui ormai siamo superstiti. I miei grandi amici erano Fabrizio De André, Bruno Lauzi, Lucio Dalla, Enzo Jannacci, Giorgio Gaber». Il ricordo più bello del suo amore-maestro Giorgio Strehler? «Giorgio era bello ed era un genio. E mi ha molto amata. Agli inizi della nostra storia, stava preparando “El nost Milan”. Mi telefonò nella notte e mi disse “Farò uno spettacolo stupendo perché ora ci sei tu nella mia vita”.». La commuove ancora Milano? «Mi commuove per come la stanno conciando. È terrificante». Alla fine, aveva ragione sua mamma a dirle «Prima di uscire sempre un filo di trucco e un po’ di tacco»? «Alla fine sì. Sul trucco aveva proprio ragione. Specie a una certa età». Una donna che stima? «Dacia Maraini. L’ho vista in situazioni dolorosissime, ma sempre con un filo di leggerezza, senza mai cadere nel dramma». Cosa chiede alla vita? «Vorrei vedere i miei nipoti che ce la fanno, via da questo Paese» E lei: cantare a 90 anni? «Il jazz si può cantare anche a 90 anni. Perché no? Anche se questo non è un Paese per vecchi...» Maria Volpe