Notizie tratte da: Vanna Vannuccini, Francesca Predazzi # Piccolo viaggio nell’anima tedesca # Universale Economica Feltrinelli 2014 # pp. 144, 7,50 euro., 13 settembre 2014
Notizie tratte da: Vanna Vannuccini, Francesca Predazzi, Piccolo viaggio nell’anima tedesca, Universale Economica Feltrinelli 2014, pp
Notizie tratte da: Vanna Vannuccini, Francesca Predazzi, Piccolo viaggio nell’anima tedesca, Universale Economica Feltrinelli 2014, pp. 144, 7,50 euro.
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NECESSITÀ. Albert Speer, amico fedele di Hitler fino all’ultimo, fu un architetto di opere monumentali (oggi scomparse). Senza cenni di rammarico o pentimento, ricordando il suo lavoro portato avanti da oltre due milioni e mezzo di deportati, affermò: «La Wehrmacht doveva solo provvedere alla forza lavoro. Facemmo quello che doveva essere fatto». Visse come un’emigrazione i suoi vent’anni in carcere. La sua forza? «La chiave del successo è la sua necessità. I successi non capitano, si programmano». Imperturbabile, in merito alle sue opere distrutte: «Ci sono ancora i disegni, i progetti. Sono stati da poco raccolti in un libro, che per me ha un grande valore».
STRANIERO. Nestbeschmutzer, ovvero l’insozzatore del nido (la famiglia, la chiesa, la patria). Così fu definito il cancelliere Willy Brandt. Membro del partito socialdemocratico, non gli furono mai perdonati i dodici anni trascorsi all’estero (tra Norvegia e Svezia), soprattutto fu considerata una vera vergogna da molti tedeschi il suo inginocchiamento nel ghetto di Varsavia. Come ricordò il suo amico e scrittore Günter Grass era rimasto «uno straniero in patria». Dopo la sua morte, i suoi concittadini indugiarono a lungo sulla possibilità di dedicargli una piazza.
DUALITUDINE. Einsamkeit, la solitudine. Zweisamkeit, la “solitudine a due” o dualitudine: la coppia, l’amore, l’essere in due, il chiudersi in un mondo dove solo l’altro conta. Un tipico esempio letterario di Zweisamkeit ce lo dà lo scrittore Uwe Johnson, lui stesso vittima di questo sentimento ne aveva fatto un’epopea: I giorni e gli anni. Protagonisti sono la moglie Elizabeth (nel libro Gesine) e il marito, uno scrittore, Hinterhand. Dopo quasi dieci anni, a posto del tanto atteso quarto volume dell’opera ne uscì uno di appena cento pagine, L’infortunato. In esso era svelato il segreto di una così lunga attesa. Durante una lezione universitaria ammise che il motivo per cui il quarto volume de I giorni e gli anni non era più uscito era che nel 1975 lui (Johnson) venne a scoprire che la moglie “Gesine” lo tradiva fin dall’inizio del matrimonio con un agente segreto di un paese nemico fascista. Il suo continuo confondersi tra personaggio e autore del libro era la cartina tornasole del suo stato emotivo. Nel romanzo immagina che il protagonista Hinterhand, dopo aver scontato quattordici anni di carcere per aver ucciso l’adultera Gesine, muoia proprio nel 1975 (anno in cui nella vita reale Johnson disse di aver scoperto il tradimento di Elizabeth). Furono proprio la delusione, la disperazione e l’alcool a condurre, poco dopo l’uscita del romanzo, Johnson alla morte.
RESPONSABILITÀ. Per anni lo scrittore Günter Grass è stato un paladino della responsabilità: «noi tedeschi non dobbiamo mai dimenticare che il male è partito da noi. Nemmeno quando questo male ci è ricaduto addosso. Siamo stati noi i primi ad espellere dei popoli dai propri territori, i primi a bombardare. I rapporti di causa ed effetto devono restare chiari». Nel 1989 fu tra i pochi che si opposero all’unificazione della Germania per paura che questo portasse la nazione di nuovo sulla strada sbagliata. A lungo insospettabile, si gridò allo scandalo quando si seppe che perfino lui da adolescente aveva fatto parte delle Waffen ss.
SPARARE. Edgar Mrugalla è il tipico esempio di Schadenfreude, ovvero la gioia (Freude) delle disgrazie (Schaden) altrui. Da semplice marinaio fuochista della Repubblica democratica tedesca, divenne un abile falsario. Riprodusse e fece circolare sul mercato più di duemilacinquecento opere. Acquistati a poche centinaia di dollari, i suoi quadri venivano rivenduti ai musei per miliardi. Denunciò tutto alla polizia. «Saper vedere, questo è il segreto, ci vuole occhio per distinguere un blu oltremarino da un normale blu di Prussia. Io ce l’ho. Per questo ho potuto dipingere tutto (…) La difficoltà varia, naturalmente. È più facile copiare Rubens che Picasso perché Rubens lo si può copiare molto lentamente, mentre con Picasso è come caricare un fucile e poi sparare. Tutto deve essere perfetto al primo colpo». Dopo otto anni di indagini fu proclamato innocente.
MATRIMONIO. Michehe secondo la terminologia nazista è il matrimonio misto ariano/ebraico.
VETRI. Durante la guerra si stava incollati alla radio per avere gli aggiornamenti sugli attacchi aerei e avere il tempo di «alzarsi, vestirsi, aprire tutte le finestre (solo così i vetri potevano salvarsi dalle detonazioni) e arrivare fino al bunker».
QUINDICI MINUTI. Vergangenheitsbewältingung ovvero confrontarsi col passato e contemporaneamente metterci una pietra sopra. Questa parola diventò di uso comune negli anni ’70 e, per anni, la rete televisiva Deutschlandfunk ha dedicato quotidianamente (durante le fasce d’ascolto di punta) un quarto d’ora alla memoria delle responsabilità storiche.
SMARRIMENTO. Commissionato nel 1989 e terminato nel 2001, il primo memoriale all’Olocausto dopo la caduta del muro venne costruito a Berlino da Daniel Libeskind. Ne risultò una scultura con «crepe invece di finestre, piani sbiechi, angoli acuti, scale buie e ripidissime che si fatica a salire come si fa fatica a salire la montagna della memoria». Un senso di oppressione che l’artista volle evocare proprio con l’assenza. Dopo due anni l’edificio venne adibito a museo, riempito di oggetti e ricordi, e, a detta di chi lo aveva visitato vuoto, perse quel senso originale di smarrimento.
PARI. Männerfreundschaft, ovvero l’amicizia tra uomini, è un rapporto vecchio stile, fatto di poche parole e stima reciproca. È possibile a tutti i livelli, ma che sia tra pari: «Non può esserci una vera Männerfreundschaft senza “il dolce gusto della parità”» disse Schiller. Uno dei riti è quello della passeggiata nei boschi o in montagna la domenica. Ne fece uso come strategia politica Helmut Khol che riuscì a fare lunghe passeggiate in Francia e in Germania persino con un uomo scostante come François Mitterrand. Accomunati da ferite ancora aperte dalle guerre franco-tedesche, sigillarono la loro amicizia a Verdun, si inginocchiarono e onorarono insieme le tombe di soldati francesi e tedeschi. Dichiararono: «Siamo diventati amici. L’Europa è la nostra patria culturale. Siamo eredi di una grande tradizione europea e l’unità è il nostro obiettivo comune. Per esso operiamo, in uno spirito di fraternità».
CROCI. Verdun febbraio-giugno 1916. Gli scontri tra fanterie francesi e tedesche provocarono decine di migliaia di morti (nessuno ha mai saputo il numero esatto). I cadaveri ritrovati furono centosettantamila e i francesi si preoccuparono di separare i morti: per i francesi croci bianche per i tedeschi croci nere. Un segno che sottolineasse chi fosse appartenuto alla parte sbagliata.
CRISI. Nella trasmissione televisiva tedesca degli anni ottanta, la Frühschoppen, si parlava di crisi economica in cui si trovava l’Europa e soprattutto l’Inghilterra (la Germania era ancora in quello che veniva definito “il miracolo economico”). Il conduttore: «Siete messi proprio male in Inghilterra». «Messi male ma non divisi» lo gelò l’inglese.
LIBRO. In Germania sono nate le prime fiere del libro e i tedeschi restano il popolo che legge di più in Europa. Emblematico è constatare che per essere definito un “lettore abituale” in Italia basta comprare un libro all’anno, in Germania, uno al mese.
FIUMI. I tedeschi sono talmente legati ai toni letterari che li preferiscono alle difficoltà. Un esempio? Durante l’alluvione secolare che affliggeva Desdra un settimanale tedesco titolò: Quando i fiumi annegano nell’acqua.
DIZIONARIO. La fiera del libro più grande al mondo è la Buchmesse di Francoforte: 7300 espositori da 110 paesi, 3300 case editrici tedesche e una forte presenza di editori americani. Lo stand più affollato? Quello dei vocabolari. In tedesco esistono lessici e glossari per tutto: da quello della pubblicità politicamente corretta nella Ddr comunista, al vocabolario della malavita berlinese, o il lessico dell’ultima generazione di internet. Il dizionario Duden, vera istituzione per i tedeschi, è rimasto per mesi in cima all’elenco dei bestseller.
NOVANTANOVE. Esiste in Germania una foresta del riposo, la Ruheforst, dove i defunti vengono sepolti sotto un albero che riporta una targa con il loro nome. L’affitto di quello spazio verde in mezzo al canto degli uccelli dura ben novantanove anni.
MARCHI/1. Dopo la caduta del muro, alle prime elezioni democratiche della Ddr, se chiedevi il motivo del voto alla Cdu poteva capitare di sentirsi rispondere: «Per avere il marco occidentale».
MARCHI/2. Nel 1990, quando avvenne l’unione monetaria tedesca, solo chi possedeva un conto in banca poteva cambiare marchi est in marchi ovest. I cambi dovevano essere fatti solo dal due al sette luglio. Una famiglia in coda per il cambio, con gli occhi che brillano: «Alle code ci siamo abituati, ma forse questa sarà l’ultima».
DOSSIER. Le operazioni della Stasi sugli scrittori e gli artisti sgraditi erano quattro: screditare, organizzare insuccessi professionali, diffondere voci malevole e compiere provocazioni dirette. Tra le vittime anche il poeta Reiner Kunze. Dissidente e comunista, era considerato un pericolo, su di lui un lunghissimo dossier che Kunze riuscì a recuperare e studiare in otto settimane. Scoprì le trascrizioni delle sue telefonate, i racconti dei vicini, le bugie di amici o creduti tali (alcuni lì perdonò). A suo parere: «Per cultura e tradizione i tedeschi sono impregnati di ragione e astrazione; questo li dispone alle teorie e ai sistemi chiusi. Quando hanno scelto un’ideologia la portano fino in fondo, non si fanno distrarre dalla realtà».
SAPERE. La lingua tedesca è sorprendentemente precisa, ha un termine per ogni cosa: mettere un libro in libreria si dice hinstellen, riporlo su un tavolo hinlegen (non va confuso l’atto di posarlo in verticale con quello di appoggiarlo in orizzontale!). Ma se esiste un campo per cui il tedesco batte ogni record per numero di parole è quello sugli atteggiamenti di puntigliosa superiorità. Rechthaber è colui che crede di avere sempre ragione, Besserwisser è quello che sa sempre tutto meglio degli altri, Wichtigtuer è colui che si dà l’aria di fare sempre cose importanti. C’è un termine perfino per definire il bimbo saputello che fa la morale ai grandi: altklung.
PAROLA. Tra i compiti della Società per la lingua tedesca c’è quello di eleggere la parola dell’anno (il neologismo che si è distinto per interesse linguistico o storico-sociale). Nel 1999, anno della mucca pazza, vinse la parola Rindfleischetikettierungsüberwachungsaufgabenübertragungsgesetz, ovvero: “legge per la ripartizione dei compiti sul controllo delle etichettature della carne bovina”.