Loretta Napoleoni, il Venerdì 12/9/2014, 12 settembre 2014
SE IL FUTURO DELL’ECONOMIA GUARDA ALLO SPAZIO
L’industria commerciale spaziale, conosciuta come NewSpace (Nuovo Spazio) attira sempre più investitori. Composta principalmente da imprese private e imprenditori Visionari, come Richard Branson della Virgin, è l’ultima frontiera dell’economia mondiale, con rischi altissimi ma anche grandi potenzialità di guadagno.
Dal 2011 ad oggi il numero delle imprese dedicate all’investimento spaziale è passato da 100 a 700. Il 70 per cento è costituito da aziende private ma nel rimanente 30 si trovano imprese quotate in borsa, è quindi possibile investire nel settore acquistandone le azioni. Due sono i campi dove il commercio spaziale è più florido sia in borsa che tra i privati: produzione, operatività e gestione dei satelliti; e turismo spaziale. Il primo genera già entrate pari a 250 miliardi di dollari l’anno e alcune imprese molto specializzate offrono servizi ad hoc come la ricezione e le comunicazioni satellitari. Sicuramente questa è la branca del Nuovo Spazio in maggior espansione. Più complesso è il turismo spaziale perché ancora in fase embrionale e sperimentale. Date le difficoltà di costruire basi nello spazio, l’idea è di riuscire a mettere in orbita stazioni edificate sulla terra. La Bigelow Aerospace di Las Vegas sta cercando di fare proprio questo. Altro problema è l’approvvigionamento, almeno fin quando non avremo trovato la tecnologia giusta per far crescere gli ortaggi nello spazio e produrre acqua. Per ora si pensa di utilizzare shuttle privati.
La speranza di molti grandi investitori spaziali come Google e Virgin è che l’economia spaziale offra le stesse grandi opportunità di crescita che quella terrestre, al momento, non sembra più avere.