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 2014  settembre 12 Venerdì calendario

TEMPI DURI PER I PIRATI SOMALI


I pirati? Per quelli somali si fa sempre più dura. L’ultimo colpo è stato messo a segno il 18 agosto, quando a Mogadiscio è finito in manette Mohamed Abdi Garfanji: “numero due” dei bucanieri, ricercato da Stati Uniti e Seychelles, noto alle cronache per i nove milioni di dollari intascati nel 2010 con il sequestro della petroliera sudcoreana Samho Dream. Le forze di sicurezza lo hanno catturato durante una campagna di disarmo delle milizie, tesa anche a colpire i ribelli islamisti forti nel sud della Somalia.
Garfanji era diventato un’icona della pirateria contemporanea quattro anni fa, quando l’inglese “Sunday Times” aveva pubblicato una sua fotografia, sguardo e ricci da trentenne, fucile automatico dietro la schiena, fasciato dalle cartucciere. All’epoca comandava centinaia di miliziani e si presentava come un Robin Hood pronto a tutto per aiutare le famiglie rovinate dalla pesca a strascico delle navi europee e asiatiche. Il suo arresto ha seguito di pochi mesi quello del “numero uno”, Mohamed Abdi Hassan. Ospite gradito nella Libia di Muammar Gheddafi ma finito in trappola e in attesa di giudizio in Belgio, dove credeva di dover offrire una consulenza su un documentario sui suoi abbordaggi. Che ormai sono un ricordo sbiadito. Nel 2011, tra le coste dell’Africa orientale, il Golfo di Aden e il Mar Arabico, gli attacchi attribuiti ai pirati somali erano stati almeno 237. Dall’inizio dell’anno scorso a oggi, solo sei. E tutti falliti, a causa delle guardie armate a bordo dei mercantili, delle rotte più lontane dalla costa, delle fregate cinesi e delle missioni militari dell’Unione Europea e della Nato. Antidoti efficaci a largo della Somalia o delle isole di Sandokan, ma che hanno un costo. Secondo la Banca Mondiale, la spesa raggiunge i 18 miliardi di dollari l’anno, a fronte di una media di riscatti pagati che dal 2005 non supera i 53 milioni. Cifre alla mano, un punto a favore di chi sostiene che la pirateria bisogna combatterla anche con lavoro, strade e sviluppo. Ricostruendo la Somalia.