Il Messaggero 12/9/2014, 12 settembre 2014
REFERENDUM, LE BANCHE SCOZZESI AVVERTONO «SE VINCONO I SÌ CE NE ANDIAMO A LONDRA»
IL CASO
LONDRA Ostacoli politici, economici e legati al mondo della finanza: il percorso degli indipendentisti scozzesi verso una vittoria del sì al referendum di giovedì appare sempre più accidentato. Royal Bank of Scotland e altri istituti finanziari hanno annunciato ieri la loro intenzione di spostare il quartier generale a Londra in caso di secessione della Scozia, dove in totale impiegano circa 35.000 persone. La decisione, già anticipata e immaginabile alla luce del fatto che l’81% di RBS è controllato dal governo britannico, è stata confermata ieri. Lloyds aveva fatto un annuncio simile mercoledì scorso e ieri anche Clydesdale Bank, TSB e Tesco Bank si sono allineate, mentre alcuni gruppi della grande distribuzione come i grandi magazzini John Lewis, i supermercati Waitrose e la catena d’abbigliamento Next hanno fatto sapere che potrebbero dover aumentare i prezzi in caso di Scozia indipendente. Il leader dello Scottish National Party, Alex Salmond, è in una posizione sempre più difficile a 6 giorni dai sondaggi che davano il sì in vantaggio: le pressioni da Londra sono enormi e a poco sono valse le sue richieste di avviare un’indagine per insider trading nei confronti del funzionario del Treasury che ha passato alla Bbc la notizia del possibile trasferimento di Rbs. Anche se questo avvenisse, il messaggio che l’indipendenza della Scozia avrebbe conseguenze economiche imprevedibili viene ripetuto in continuazione in quella che Salmond chiama una «campagna intimidatoria» nei confronti dei più di 4,2 milioni di elettori scozzesi che si sono già registrati al voto. L’ultimo avvertimento è giunto dal Fondo monetario internazionale, il cui portavoce Bill Murray ha dichiarato che «il principale effetto sarà probabilmente l’incertezza riguardo alla transizione verso una potenziale nuova cornice monetaria, finanziaria e fiscale in Scozia» e che «gli effetti sul lungo termine dipenderanno dalle decisioni prese durante questa transizione». Una voce fuori dal coro è giunta da Martin Gilbert, amministratore delegato del più grande gestore di fondi scozzese, Aberdeen Asset Management, secondo cui «una Scozia indipendente sarebbe un grande successo».
Cr. Mar.