Angela Zoppo, MilanoFinanza 9/9/2014, 9 settembre 2014
ALITALIA, 1 MLD IN DOTE PER ETIHAD
Tre distinti aumenti di capitale, una raffica di nuove azioni con diritti speciali e la «midco» voluta dall’azionista Poste Italiane destinata a diventare la scatola in cui confluirà il 51% della Nuova Alitalia. Il complesso percorso che porterà Alitalia tra le braccia di Etihad è stato illustrato a tutti i soci in una conference call per l’aggiornamento del Transaction implementation agreement in via di negoziazione tra Roma e Abu Dhabi ed è messo nero su bianco nelle carte del cda. Proprio in virtù di un iter tanto complesso, vi si legge anche che il termine fissato per il closing al 31 dicembre di quest’anno, è tutt’altro che rigido, ma «eventualmente prorogabile». I soci di Cai-Compagnia Aerea Italiana, a diverso titolo, dovranno muovere circa un miliardo di euro perché gli emiri stacchino il loro assegno da 387,5 milioni di euro per il 49% della Nuova Alitalia. La prima ricapitalizzazione, la più urgente, è quella fino a 300 milioni di euro riservata agli attuali azionisti, col triplice scopo di scongiurare la riduzione del capitale per perdite, garantire un adeguato livello di liquidità fino al closing con la compagnia emiratina (sulla clausola di shortfall si veda anche MF-Milano Finanza del 4 settembre scorso) e coprire contenziosi e pendenze legali. La seconda ricapitalizzazione, non meno obbligata ai fini dell’accordo con Etihad, ammonta a 695 milioni di euro, pari all’ammontare dei debiti più gli interessi, che il vettore di Abu Dhabi non vuole nella newco, ed è suddivisa in tre tranche «mediante emissione di tre distinte categorie di azioni dotate di particolari diritti e caratteristiche». Ci saranno perciò azioni di tre categorie, una per ogni tranche, ciascuna con propri privilegi patrimoniali, come la distribuzione prioritaria degli eventuali utili. Nella «oldco», come anticipato agli azionisti e confermato dal cda, resteranno, oltre ai debiti finanziari, i contenziosi e le passività (attuali, ma anche potenziali) e la partecipazione in Air One. Nella Nuova Alitalia invece andrà tutta l’attività operativa. Qui confluirà il terzo e più atteso aumento di capitale, quello da 387,5 milioni di euro che Etihad dovrà versare per il suo 49%. Ma sempre qui la tecnicalità delle nozze si arricchisce di un passaggio: il 51% della Nuova Alitalia infatti, verrà conferito alla midco, la scatola societaria voluta da Poste in cambio dell’adesione alla ricapitalizzazione riservata agli attuali azionisti. La creazione della società intermedia, ovviamente, comporta anche il fatto che «l’aumento di capitale di 300 milioni di euro potrebbe non essere eseguito per l’intero ammontare, in quanto una quota sarebbe appunto fornita da Poste attraverso la midco».
A mano a mano che ci si avvicina al closing prende quota anche il toto-nomine sui prossimi vertici della newco. Venerdì scorso il cda ha designato Silvano Cassano, già alla guida di Grandi Navi Veloci, come futuro amministratore delegato. Sul presidente invece non c’è ancora certezza e al nome di Luca Montezemolo si è affiancato nelle ultime ore quello di Giovanni Castellaneta, attuale presidente di Sace.
Oggi intanto riprendono gli incontri con i sindacati. Domani scadrà il termine per le adesioni volontarie al programma di uscita anticipata dall’azienda, che dà diritto a una buonuscita di 10 mila euro in cambio della rinuncia a ogni tipo di contenzioso. Si dovranno tirare le somme e capire quanti hanno già aderito. In totale sono circa 2.200 gli esuberi individuati da Etihad.
Angela Zoppo, MilanoFinanza 9/9/2014