Paolo Di Stefano, Corriere della Sera 9/9/2014, 9 settembre 2014
QUANTE VITTIME HA L’IRRESISTIBILE JACK (LO SQUARTATORE)
Nel giorno in cui si è venuto a sapere che tre missionarie italiane sono state violentate e uccise in Burundi. Nel giorno in cui il governo indiano afferma di non opporsi al rientro del marò Latorre. Mentre centinaia di abitanti del Kashmir e del Punjab muoiono sommersi sotto metri di acqua. Mentre proseguono guerre e decapitazioni. Insomma, in una giornata per nulla ordinaria, quel che attrae l’attenzione del navigatore online è Jack lo Squartatore: una vicenda accaduta esattamente nel 1888. La notizia, schizzata subito in cima alla classifica delle più cliccate, è che sarebbe (sarebbe ) stato identificato il celebre serial killer, e si tratterebbe di un barbiere polacco di 23 anni, Aaron Kosminski, vissuto a Whitechapel, il quartiere in cui furono sgozzate le (almeno) 5 prostitute vittime del carnefice più famoso della storia. Kosminski, da tempo tra i sospettati, sarebbe morto in manicomio nel 1899 per una cancrena a una gamba. «Sono sicuro al cento per cento», ha detto Russell Edwards, autore del libro in cui ricostruisce il profilo del presunto colpevole sulla base soprattutto del test del Dna condotto sullo scialle appartenuto (si presume) a una delle vittime, Catherine Eddowes. La stoffa fu acquistata da Edwards in un’asta nel 2007, da qui forse il suo accanimento nel cercare di fare del reperto la chiave del giallo. Quel che impressiona è la resistenza nell’immaginario collettivo di una storia che, producendo nel tempo centinaia di elucubrazioni (e di presunti Jack) in saggi romanzi e film, arriva ormai a sfiorare la leggenda. E il fatto che una leggenda diventi più urgente della cronaca cruenta di questi giorni segnala almeno l’inquietante (comprensibile) bisogno di una tregua dalla realtà.