Vittorio Sabadin, La Stampa 8/9/2014, 8 settembre 2014
LO SCHIAFFO DI MURDOCH: «LONDRA, ORMAI È TARDI»
Rupert Murdoch, il presidente di News Corporation proprietario del «Sun» e del «Times», ha ottime ragioni per non amare più così tanto l’Inghilterra. Scotland Yard ha arrestato i suoi più fidati collaboratori dopo lo scandalo delle intercettazioni illegali di «News of the World». Il suo migliore amico, l’ex premier Tony Blair, si è incontrato più volte segretamente con sua moglie Wendy, e non certo per discutere di politica. Non bisogna dunque stupirsi se il più importante editore del mondo fa cose che possono sembrare strane, come appoggiare il «sì» al referendum per l’indipendenza scozzese e incontrare il leader dell’Ukip Nigel Farage, l’incubo del primo ministro David Cameron.
Murdoch si era già espresso a favore dell’indipendenza scozzese nel 2012 con un tweet nel quale invitava a «permettere alla Scozia di competere, perché tutti ne trarranno vantaggio» e definiva generosamente il premier Alex Salmond «il più brillante politico del Regno Unito».
Sabato scorso, con un altro tweet che non nascondeva una certa dose di compiacimento, Murdoch ha anticipato i risultati del sondaggio del «Sunday Times», che vedevano il «sì» passare in testa: «Il Times sorprenderà non solo la Gran Bretagna con un sondaggio sull’indipendenza scozzese. Se confermato, tutto è da giocare». E poi ancora: «I partiti del Sud promettono più autonomia se si vota no. Il problema per loro è la credibilità. Ormai è troppo tardi».
L’appoggio incondizionato a Salmond desta più di un sospetto, visto che Murdoch non ha mai sostenuto una causa politica se non in cambio di qualcosa. Bisogna però dire che è stato Salmond a corteggiarlo per primo, per ottenere l’appoggio dello «Scottish Sun» alla sua elezione a premier scozzese. Ci sono stati almeno 25 incontri segreti tra il leader indipendentista ed esponenti di primo piano di News Corp, e Salmond ha fatto persino decine di regali a Murdoch: piccole cose, ma gradite, come due biglietti per assistere alla Ryder Cup di golf del 2008. Non si tratta ovviamente solo di reciproca simpatia. BSkyB Scotland, la pay-tv di Murdoch, è la più grande impresa privata scozzese e impiega 6000 persone. Se nel referendum vincerà il sì, la Scozia indipendente dovrà rinegoziare gli accordi in base ai quali riceve i programmi della «Bbc», e si aprirà uno spazio per nuovi operatori. David Cameron sta valutando in queste ore le mosse di Murdoch. L’appoggio a Salmond lo preoccupa, ma l’incontro con Nigel Farage a New York gli ha procurato un acuto mal di testa mentre si trovava al vertice della Nato in Galles. Il leader dell’Ukip, che vuole l’indipendenza della Gran Bretagna dall’Europa e ha ottenuto un successo clamoroso nelle recenti elezioni amministrative, si trovava per una intervista negli studi della «Fox» sulla Sesta Avenue quando il conduttore della trasmissione, Neil Cavuto, gli ha detto: «Sir, il boss la vuole. Il big boss». L’incontro è durato a lungo e certamente si è anche parlato di quale posizione prenderanno i giornali di Murdoch nelle elezioni politiche inglesi del prossimo anno.
«Lo squalo» si è ripreso dalle batoste subite negli ultimi mesi, è più combattivo che mai, e sta nuotando intorno a Downing Street.
Vittorio Sabadin