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 2014  settembre 08 Lunedì calendario

SCOZIA, IL FRONTE DEL SÌ VOLA IN TESTA

Il leader nazionalista Alex Salmond mantiene la calma, ma affonda. «Li stiamo mettendo in fuga», dice dei rivali che si battono contro l’indipendenza della Scozia. Appena un mese fa gli indipendentisti, indietro di 22 punti rispetto agli unionisti, erano dati per spacciati. Oggi, quando mancano dieci giorni allo storico referendum del 18 settembre, hanno effettuato un clamoroso sorpasso che sta facendo tremare Londra, da Downing Street a Buckingham Palace.
Il governo è corso ai ripari promettendo un piano per dare maggiori poteri al parlamento di Edimburgo. David Cameron si è incontrato con la Regina Elisabetta, che si trova nel suo castello scozzese di Balmoral, e fonti vicine alla famiglia reale fanno sapere che la monarca segue la campagna «con molta preoccupazione» e sarebbe «inorridita» da un voto favorevole all’indipendenza.
Un sondaggio pubblicato dal «Sunday Times» attribuisce agli indipendentisti il 51% contro il 49% di quanti vogliono che la Scozia rimanga parte del Regno Unito. Lo spostamento dei voti si è registrato tra tutti i gruppi chiave: gli elettori più giovani, quelli della working-class e le donne. È la prima volta che i nazionalisti sono in vantaggio, anche se, considerando il margine di errore, la situazione è di testa a testa. Il dato è sorprendente se si considera che all’inizio di agosto i nazionalisti erano al 39%. Ma da qualche settimana la campagna per il sì era in grande rimonta. «I sondaggi riflettono semplicemente quello che accade sul territorio», dice Salmond, che con una campagna instancabile e la vittoria nell’ultimo dibattito televisivo ha contribuito in maniera decisiva alla rimonta. «Si stanno auto-distruggendo». Salmond ha organizzato una campagna con un messaggio positivo e ben radicata sul territorio, con volantini, poster e volontari. Secondo la stampa inglese, centinaia di catalani, che sognano l’indipendenza e hanno una consultazione non ufficiale in programma a novembre, si stanno recando in Scozia per osservare la campagna e dare una mano.
La reazione di Londra non si è fatta attendere. Il cancelliere dello scacchiere britannico George Osborne ha promesso che a giorni presenterà un piano dettagliato per dare più poteri a Edimburgo in materia fiscale, di welfare e spesa pubblica. L’annuncio vuole dimostrare agli scozzesi che, anche rifiutando l’indipendenza, potranno godere di maggiore autonomia. Osborne ha ribadito il suo no «senza se e senza ma» ad un’unione monetaria con una Scozia indipendente. Alistair Darling, leader del comitato «Better Together» giudicato da molti troppo timido, si è rivolto agli scozzesi dicendo che a questo punto «ogni voto conta e potrebbe essere decisivo».
Per Elisabetta, che ha molti legami con la Scozia anche se per motivi istituzionali deve restare neutrale, un voto favorevole all’indipendenza potrebbe essere traumatico, visto che le due corone sono unite dal 1603. Ma nella realtà potrebbe non cambiare molto: secondo il sondaggio, il 54% degli scozzesi sono favorevoli a mantenere la regina capo di stato.
ale. riz., La Stampa 8/9/2014