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 2014  settembre 08 Lunedì calendario

RICCO, COLTO E AMERICANO È DI BOSTON IL GURU DEL WEB DEL CALIFFATO

La sofisticata campagna di propaganda digitale dell’Isis è gestita da un cittadino americano, Ahmed Abousamra, che ha studiato informatica negli Stati Uniti e frequentava la stessa moschea di Cambridge dove andava a pregare Tamerlan Tsarnaev, uno dei due fratelli che avevano condotto l’attentato alla Maratona di Boston. La conferma del pericoloso intreccio fra l’estremismo jihadista e le stesse società occidentali.
L’Isis ha sorpreso tutti per la sua abilità nella gestione di Internet e dei social media. Per diffondere la sua propaganda usa sistemi molto sofisticati, tipo un’applicazione chiamata «Dawn of Glad Things», che consente di replicare in maniera automatica il contenuto prodotto. Un’organizzazione che predica il ritorno alle regole medievali non sembrava attrezzata per simili campagne moderne, ma dietro, secondo gli investigatori americani, c’è la mano di uno di loro.
Ahmed è nato 32 anni fa in Francia, ma è cresciuto nei sobborghi ricchi di Boston, dove il padre medico faceva l’endocrinologo. Abousamra è di origini siriane, ma ha la doppia cittadinanza, e quindi poteva entrare e uscire a piacimento dagli Stati Uniti con il suo passaporto americano. Da ragazzo era andato alla Xaverian Brothers, una scuola cattolica privata di Westwood, e poi alla Stoughton High. Aveva studiato informatica alla Northeastern University, dove era finito nella «Dean’s List» per l’eccellenza accademica. Il padre aveva continuato la sua brillante carriera medica, che lo ha portato a diventare il capo di endocrinologia alla Wayne State University di Detroit, ma qualcosa ha radicalizzato il figlio, che aveva applaudito gli attentati dell’11 settembre e nel 2004 era andato in Iraq a combattere contro gli americani. Al ritorno l’Fbi lo aveva interrogato, ma non arrestato, e lui era fuggito in Siria, dove si è unito all’Isis. Ora sulla sua testa c’è una taglia da 50.000 dollari.
Il «New York Post» ha scoperto che a Cambridge frequentava la moschea della Islamic Society of Boston, la stessa dove andava non solo Tamerlan Tsarnaev, ma anche Aafia Siddiqui, la scienziata istruita al Mit e passata poi con Al Qaeda, che Isis aveva chiesto di liberare in cambio della vita degli ostaggi americani Foley e Sotloff. Il padre di Ahmed sedeva nel board dell’organizzazione che gestiva questo luogo di culto. I leader della moschea sostengono che non predicano l’estremismo, ma i fatti sembrano dimostrare il contrario.
Paolo Mastrolilli, La Stampa 8/9/2014