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 2014  settembre 07 Domenica calendario

NEGLI USA UNA CONDANNA INGIUSTA VALE 41 MILIARDI


Si è concluso con un mega risarcimento di 41 milioni di dollari il caso dei «Central Park five», i cinque ragazzi afroamericani e ispanici che furono ingiustamenti condannati per il brutale stupro di una ragazza bianca che faceva jogging nel parco di New York la sera del 19 aprile 1989. I cinque furono scagionati nel 2002 dopo la confessione di uno stupratore seriale già in carcere, supportata dalla prova del Dna. L’ex sindaco di New York Michael Bloomberg si era sempre opposto al risarcimento, che è stato invece una delle promesse del suo successore, il democratico Bill De Blasio. L’accordo di risarcimento è stato sanzionato da un tribunale federale: Antron McCray, Kevin Richardson, Yusef Salaam e Raymond Santana riceveranno ciascuno 7,125 millioni di dollari e Kharey Wise ne otterrà 12,25. I primi quattro hanno trascorso fra i i sei e sette anni in carcere, mentre Wise è stato detenuto per 13 anni. I cinque avevano fra i 14 e i 16 anni quando furono arrestati per lo stupro. Secondo il loro ricorso, furono costretti a rilasciare false confessioni dopo botte e minacce da parte della polizia, mentre la prova del Dna che li avrebbe scagionati fu deliberatamente ignorata. All’inizio del 2002 il colpo di scena: Matias Reyes, un uomo già condannato per omicidio e per una serie di stupri, si fece avanti ammettendo di esser stato lui, e lui solo, l’autore dell’aggressione. Tracce del suo seme, e solo del suo, furono trovate su un calzino della vittima. Reyes disse di aver confessato dopo aver conosciuto uno dei condannati in carcere, Wise, che nel frattempo nel penitenziario era diventato un influente leader islamico.
La vittima della violenza, una 28enne impiegata in una banca d’investimenti, fu trovata incosciente nel parco e rimase a lungo fra la vita e la morte, senza poi ricordare nulla di quanto era accaduto. Sul caso due anni fa fu presentato un docufilm fuori concorso al festival di Cannes dal titolo «The Central Park Five».