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 2014  settembre 08 Lunedì calendario

OTTO MILIONI DI RAGAZZI SUI BANCHI PARTE BOLZANO, FRA 10 GIORNI IL SUD


Per la maggior parte dei ragazzi questa sarà l’ultima settimana libera. Per quelli della Provincia autonoma di Bolzano le vacanze sono già finite: oggi tornano sui banchi di scuola. «Perché iniziamo prima di tutti gli altri?», si lamentano i giovanissimi su Twitter e Facebook. A cui si aggiungono i post «disperati» degli iscritti di alcuni istituti, soprattutto milanesi, che hanno deciso di anticipare rispetto al calendario regionale. Anche se la differenza è di qualche ora: la campanella suonerà poco dopo anche per i «cugini» di Trento e i molisani (mercoledì), per i valdostani e gli abruzzesi (giovedì). Tra sette giorni toccherà agli alunni di quattordici regioni. I più «fortunati» al Sud: in Puglia e Sicilia le classi torneranno ad affollarsi il 17.
In otto milioni sui banchi
Tra elementari, medie e superiori quest’anno scolastico gli studenti saranno 7.881.838, a cui vanno aggiunti quelli che frequenteranno gli istituti nelle regioni a statuto speciale (Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige) e quelli paritari. Sullo sfondo la «disperazione» — affidata sempre ai social network — dei ragazzi: «Non sono psicologicamente pronto», sintetizzano in molti. Qualcuno spera in un «ripescaggio» della soluzione di Umberto Buratti, sindaco di Forte dei Marmi, che settimane fa propose di posticipare l’apertura a ottobre. «Ripescaggio» che difficilmente ci sarà, visto che il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, ha già risposto con un «no, grazie».
Dal 2014/2015 due grandi regioni, Lazio e Toscana, introducono i «calendari pluriennali» (anche se in Lombardia ed Emilia Romagna succede da un po’) per permettere a famiglie e scuole di programmare il tutto per tempo. Le lezioni inizieranno e finiranno nelle stesse date: si parte il 15 settembre, si chiude l’8 giugno. Se l’apertura capita di sabato o domenica allora si anticipa o posticipa al primo giorno lavorativo utile.
Le spese dei genitori
Grembiuli o casacche (nere, blu, bluette...) per femmine e maschi, zaini (50-70 euro), astucci vuoti (10-15 euro) o pieni (20-25 euro), matite colorate (6-10 euro per dodici pezzi), diari (11-15 euro), quaderni e quadernoni (1-2 euro a pezzo), penne. Ma anche — come chiedono tanti istituti — rotoli di scottex, risme di carta, pacchi di fazzoletti, confezioni di bicchieri di plastica. Il corredo scolastico si allarga sempre di più e aumenta pure la spesa di mamma e papà: +2 per cento, rispetto al 2013, secondo il Codacons. E se in media le cartolibrerie costano più dei supermercati, l’unica voce di risparmio è quella delle promozioni: si arriva a sborsare anche il 40% in meno.
A fare in conti in tasca alle famiglie, quest’anno si spenderanno 450-490 euro soltanto per il corredo scolastico. Altri 300-350 euro serviranno per l’acquisto dei testi alle scuole medie e superiori. Conto finale: da 750 a 840 euro per ogni figlio.
La mancata svolta digitale
Un conto, quello sui libri per studiare, in parte «alleggerito» dai contributi del ministero dell’Istruzione alle famiglie meno abbienti (con un reddito netto inferiori a 15.493,71 euro) raddoppiato e portato a 103 milioni di euro. Ma che potrebbe essere ancora più basso — ricorda Skuola.net — se fosse davvero andata in porto l’idea di adottare libri in forma mista (versione cartacea e digitale) o interamente scaricabili dal web. Se ne parla dal 2008. Si doveva partire tra il 2011 e il 2012. Il debutto ufficiale poi venne annunciato — con tanto di circolare ministeriale — per l’anno scolastico 2012/2013. Ma ad oggi, a parte qualche eccezione, è rimasto su carta pure quello.