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 2014  settembre 08 Lunedì calendario

L’ASSE SULLA CAMICIA

Inamidata divisa (obbligatoria dal tardo pomeriggio in poi) dei gentlemen londinesi dell’era tardo- vittoriana, capo-feticcio di Frank Sinatra e dei suoi amici nottambuli nell’America a cavallo tra Anni 50 e 60, relegata a formalissimo capo da cerimonia dagli anni 70 in poi e sorpassata dalla camicia azzurra, la camicia bianca vive negli ultimi anni una stagione di enorme popolarità come capo versatile da portare con o senza cravatta, con o senza giacca. E, per questo, subito cooptata dai politici. È infatti la nuova divisa ufficiale degli eurodem dopo l’apparizione di Matteo Renzi, Achim Post, Diederik Samsom, Pedro Sánchez (l’unico in jeans) e Manuel Valls insieme. A qualcuno è venuto il dubbio che si fossero messi d’accordo prima, visto l’impatto di quella foto di gruppo: comunque sia, la camicia bianca con il colletto aperto (e senza bottoncini: il tramonto della classica button down ) è ormai patrimonio transnazionale dei leader: eletti (come Barack Obama) o non eletti (come il principe William e il vivace Harry). Il trucco è di una semplicità disarmante: lo dimostra Sánchez, che con i suoi jeans, nel gruppo risalta subito come quello troppo casual. Gli altri invece, tutti con scarpe nere e pantaloni dell’abito scuro, hanno capito che la camicia bianca aperta (niente inamidature da vecchio notabile Dc a un battesimo importante, ma deve essere sempre ben stirata) permette un semplice e efficace atto di trasformismo: sfilata la cravatta, basta togliere la giacca, slacciare due bottoni della camicia bianca e rimboccare le maniche per passare in pochi secondi dalla divisa più formale che c’è — da consiglio di amministrazione — al look giovanile da leader eurodem. Dall’antica Roma in poi la veste bianca (candida) è quella del candidato alla leadership. Renzi in camicia bianca non piace a Giorgio Armani («Adorabile, ma con quella camiciola bianca... non va bene fare del giovanilismo in mezzo ai signori in scuro, cosa vuol provocare?») ma il vero pericolo, dopo il patto del tortellino, sono le macchie di sugo sul popeline bianco.