Gabriele De Palma, Pagina99 30/8/2014, 30 agosto 2014
LA RIVINCITA DELLA CARTA, USATA PER SALVARE I BIT
La carta rinasce a Taiwan. Da quelle parti fu inventata all’inizio del secondo secolo dopo Cristo, fornendo un supporto formidabile per conservare la memoria: meno costoso della seta e più maneggevole delle tavolette di bambù usate fino ad allora. Dopo quasi duemila anni è seriamente minacciata dal processo di dematerializazione che la rivoluzione digitale comporta. Oggi, un team di ricercatori della National Taiwan University, è riuscito a restituire alla carta la sua funzione originaria stampando su di essa una memoria per incamerare dati, questa volta però espressi in bit e non in lettere e numeri.
Ying-Chih Liao, Si-Chen Lee, e Jr-Hau He hanno utilizzato un foglio di carta come base per applicare i tre strati necessari ad archiviare le informazioni: uno di carbonio (che viene piallato decine di volte e cotto a cento gradi per dieci minuti), poi uno di biossido di titanio e infine l’ultimo di argento. Il biossido di titanio, usato anche come colorante alimentare (E171) e come pigmento per le vernici bianche, è risolante che separa i due conduttori (argento e carbonio).
Finora la carta era stata esclusa dai materiali utilizzabili per supportare una Ram per via della sua struttura porosa e tortuosa, soprattutto a livello microscopico. Ma i ricercatori taiwanesi hanno cambiato la solita strategia provando a realizzare un nuovo tipo di memoria, la memoria resistiva, in cui il dato è associato alla resistenza di un materiale. Un tipo di memoria cosiddetta “non volatile”, a differenza della Ram utilizzata abitualmente su cui i dati non rimangono memorizzati dopo lo spegnimento del computer, su cui stanno lavorando in molti e che sarà in commercio a partire dal 2015.
In realtà tra la carta e computer c’è una storia comune, quella degli esordi quando i calcolatori occupavano intere stanze e i programmi erano scritti su schede di carta perforate, lette dall’immenso macchinario e tradotte in ordine da eseguire. La memoria su carta è l’ultimo stadio evolutivo di un vero e proprio ecosistema che si sta sviluppando nei laboratori di ricerca. È già stato dimostrato come stampare su carta un transistor così come una cella che accumula energia solare. Mancava solo la memoria per alleggerire moltissimi oggetti smart potenziali. I vantaggi della memoria su carta, rispetto a soluzioni più solide, sono la duttilità e flessibilità che la rendono adattabile a essere incorporate in oggetti di qualsiasi forma; la leggerezza e il costo di produzione, stimato attualmente - e cioè senza una filiera di produzione industriale - intorno agli 0,0003 centesimi per bit. Le prestazioni, già in questo prototipo, sono interessanti: un foglio A4 è in grado di archiviare dati nell’ordine dei Gb, e la memoria si è dimostrata affidabile e riscrivibile. Le applicazioni possibili sono i tanti oggetti, indossabili o meno, con cui coesisteremo in futuro: dai weareable computer alle etichette intelligenti come i Rfid (Radio freequency identification). Un’altra pagina nella storia della carta, e dell’umanità, sta per essere scritta. Ancora una volta su carta.