Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  settembre 05 Venerdì calendario

I «PROBLEMI DI LETTO» IN ARABIA SAUDITA KATE BROOKS / REDUX / CONTRASTO

Numero incontrollato di divorzi, problemi di letto, dispute tra mogli: la vita di coppia è uno dei tasti più dolenti per le autorità dell’Arabia Saudita, unico Paese al mondo dove alle donne è proibito guidare e, almeno fino al 2015, votare. Per questo Riad sta prendendo provvedimenti per correre ai ripari, come aumentare i controlli nei matrimoni dei suoi cittadini, maschi, con donne non saudite. Il quotidiano Makkah cita il direttore della polizia di La Mecca, il generale Assaf al-Qurashi, che spiega come i richiedenti debbano prima ottenere l’autorizzazione dell’ufficio locale del governo, dato non da poco, visto che il matrimonio si svolge esclusivamente secondo la legge coranica ed è un contratto tra famiglie. La coppia mista dovrebbe avere un’età non inferiore ai 25 anni, mentre è obbligatorio che l’uomo che intenda sposare una straniera ed è divorziato debba aspettare sei mesi prima di convolare a nuove nozze. Per la sposa non saudita che diventa la seconda moglie è necessario che l’altra (la prima, cittadina del regno) sia disabile, sterile o malata cronica. In qualunque caso, riporta sempre la stampa locale, si pensa di vietare i matrimoni con donne provenienti da Pakistan, Bangladesh, Ciad e Myanmar, perché nel Paese sono già presenti oltre 500 mila immigrate con quei passaporti. Mentre da un lato si fanno più serrati i controlli sui matrimoni misti, si cerca in tutti i modi di aiutare quelli tra cittadini sauditi, visto l’incontrollato numero di divorzi, molto spesso causati per ragioni di letto. Negli ultimi 15 mesi, secondo fonti del ministero della Giustizia, se ne sono registrati oltre 1600 per questo motivo: in maggioranza, più di 1300, sono donne che hanno portato il marito in tribunale perché lui si rifiuta di dormire con la moglie.
E per arginare il fenomeno e abbassare la media di 82 divorzi al giorno, scrive il quotidiano panarabo pubblicato a Londra Asharq al-Awsat, proprio il ministero della Giustizia intende lanciare un programma, obbligatorio, di formazione per le coppie che si preparano a sposarsi.
Almeno mille istruttori qualificati aiuteranno i futuri coniugi sulle «competenze» necessarie nel corso della vita matrimoniale.
Simona Verrazzo, il Venerdì di Repubblica 5/9/2014